COVID-19, SASSOFERRATO A LUTTO. SECONDO GUARITO A FABRIANO

di Marco Antonini

Sassoferrato – Una domenica segnata da un lutto nella città sentina e da un secondo guarito a Fabriano. Questa notte è deceduto un 77enne, D.B. le sue iniziali, residente in una frazione di Sassoferrato. L’uomo è risultato positivo, la settimana scorsa, al tampone Covid-19. Con il peggioramento delle sue condizioni di salute è stato ricoverato all’ospedale di Jesi dove è morto questa notte, domenica 29 marzo. Dopo la cremazione avrà luogo la preghiera al cimitero, alla presenza di pochi familiari, e la sepoltura. Sassoferrato ha abbracciato virtualmente la famiglia dell’uomo segnata anche dal ricovero in ospedale della moglie del 77enne. Venerdì 27 marzo, invece, è deceduta all’ospedale di Tor Vergata, dove era stata ricoverata a seguito di positività al Covid-19, una donna, A. D. le sue iniziali, vedova, 87 anni, residente da anni a Roma. Verrà sepolta domani a Sassoferrato, dove viveva prima del trasferimento nel Lazio. Complessivamente sono circa 230 le persone in quarantena nell’intero comprensorio fabrianese. Due i ricoverati presso la Covideria dell’ospedale Profili in attesa di trasferimento presso altre struttura.

Qui Fabriano

Ad oggi, 29 marzo, i guariti sono due, un uomo per cui non c’è stato bisogno di ricovero in ospedale ed è stato dichiarato guarito nelle ultime ore. Anche lui, come il primo guarito, risiede a Fabriano. Sono 4, intanto, i nuovi tamponi positivi, secondo l’aggiornamento di questa mattina. I casi di Covid-19 complessivi, a Fabriano, sono 62, compresi i guariti. Sono 180 le persone in isolamento.

Qui Sassoferrato

A Sassoferrato, ad oggi, abbiamo 15 positivi complessivi al Coronavirus, compresi i quattro decessi e il paziente risultato positivo oggi, 29 marzo. Le persone in quarantena sono 48. “Si rende noto alla cittadinanza, con profonda commozione, che è avvenuto stanotte, presso l’Ospedale di Jesi, il decesso di un nostro concittadino risultato positivo, nei giorni scorsi, al Covid-19. L’Amministrazione comunale tutta esprime il più profondo cordoglio nei confronti dei familiari e si stringe intorno a loro e a tutta la comunità, in un momento così grave e difficile. Si rende noto, inoltre, che, dagli aggiornamenti odierni, è emerso un nuovo caso di positività al Covid-19 sul territorio comunale, preso prontamente in carico dal Servizio Sanitario Nazionale che ha provveduto ad attivare le procedure del caso. Il numero dei casi complessivi riscontrati tra i nostri concittadini, pertanto, è giunto a complessivi 15, inclusi i tre decessi. Si rinnova, pertanto, oggi più che mai, l’instancabile invito alla popolazione alla scrupolosa osservanza alle prescrizioni già fornite a livello ufficiale dalle Istituzioni e ampiamente diffuse da questa Amministrazione nei giorni scorsi, richiamando la cittadinanza, soprattutto nell’odierno frangente, al più rigoroso rispetto del senso civico di comunità”. Così, in una nota, il sindaco, Maurizio Greci. A Cerreto d’Esi i casi accertati due, compreso il decesso. A Genga e Serra San Quirico non si registrano casi di Covid-19.

Le Marche

Su 543 tamponi effettuati ieri, 28 marzo, 185 sono risultati positivi. Lo rende noto il Gores. Complessivamente si contano 3.558 casi positivi nelle Marche su un totale di 10.431 campioni testati, pari a oltre il 35%.  La provincia di Ancona ha superato i mille casi positivi al coronavirus ed è a 1.019, quella di Pesaro Urbino, la più colpita, è arrivata a 1.577, quella di Macerata ne conta 476, Fermo 246; Ascoli Piceno 179. Il servizio sanitario regionale delle Marche segue anche 61 casi fuori regione. I dati sono resi noti dal Gores, che segnala anche 1.168 ricoverati, di cui 168 in terapia intensiva, 842 in terapia non intensiva, 158 in area post critica. Ma ci sono anche 155 dimessi e 12 persone guarite. I malati in isolamento domiciliare sono 1.992. Per i pazienti in terapia intensiva con 41 ricoverati l’ospedale regionale di Ancona supera Marche Nord che ne ha 39. Sono infine 6.523 i casi e contatti in isolamento domiciliare, di cui 717 operatori sanitari.

Cgil, Cisl e Uil: le priorità da ribadire per poi ripartire

L’emergenza sanitaria generata dal Covid-19 ha raggiunto da tempo, nella nostra regione, livelli tra i più elevati d’Italia. I livelli di tensione che si registrano nel sistema delle cure sono ai limiti della sostenibilità e imponente è il tributo di vittime che le nostre comunità stanno pagando. Di fronte a questo quadro ci troviamo a ribadire come sia necessario oggi più di ieri affermare che le esigenze di tutela della salute di lavoratori e cittadini non possono essere superficialmente subordinati alle esigenze produttive. Per arginare l’epidemia, servono misure severe per ridurre gli spostamenti delle persone e le attività lavorative autorizzate devono essere esclusivamente quelle di carattere essenziale. Bisogna avere il coraggio di chiudere tutto ciò che non ha queste caratteristiche per agevolare in tempi più rapidi il rientro alla normalità. Il Dpcm del 22 marzo scorso aveva maglie troppo larghe. Le modifiche ad esso apportate migliorano il quadro ma hanno bisogno di essere accompagnate da azioni coerenti con lo scopo di ridurre la mobilità per lavoro e di assicurare la tutela della salute per chi è chiamato comunque a prestare la sua attività. “Consideriamo quindi preoccupante e irresponsabile che ben 2.000 imprese marchigiane, escluse dalla lista delle attività essenziali, abbiano comunicato alle Prefetture di voler continuare a svolgere la loro attività: un numero esageratamente elevato se si considera che in questi giorni ogni cittadino dovrebbe, per il bene di tutti, restare a casa” – dichiarano Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti, rispettivamente Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Marche. Per questo, le attività di tali imprese vanno sottoposte a rigorosa verifica cosi come vanno individuate e punite tutte quelle forme elusive, come il cambio dei codici Ateco, a cui hanno fatto ricorso, anche nella nostra regione molte imprese.