CNA FABRIANO: “UN PATTO PER LO SVILUPPO”

Di Maurizio Romagnoli, Presidente Cna Fabriano e Massimiliano Santini, Direttore Cna provinciale di Ancona

La CNA apprende con estrema preoccupazione le dinamiche socioeconomiche che stanno martoriando giorno dopo giorno l’area fabrianese e nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni per inaugurare una stagione di sviluppo nuova su altri filoni economici, chiama a raccolta tutti i Rappresentanti degli interessi del territorio. Santini: è doveroso da parte di tutti noi “volgere lo sguardo e sgranare gli occhi” oltre le gallerie per alleviare il pesante clima che si respira da troppo tempo in quell’area.

La CNA non ha fatto mai mancare il suo impegno in prima linea per sostenere ed innestare progetti di riqualificazione produttiva ed innovativa insieme alle Istituzioni tutte e agli altri attori del territorio, ma i risultati sono stati non sempre all’altezza delle attese. Abbiamo da sempre promosso percorsi di integrazione tra i comuni dell’entroterra della Provincia per uno sviluppo turistico aggregato, ed oggi ribadiamo la necessità di intensificare le occasione di interscambio progettuale dalle Grotte alla Carta. Ci siamo battuti per anni per il completamento delle opere infrastrutturali, dal recupero del troncone abbandonato della Pedemontana che giace indecoroso lungo la valle del Sentino, al lento e tormentato percorso di completamento del raddoppio delle SS 76. Dall’offrire sostengo al mantenimento del presidio sanitario locale, fino alla spinta offerta all’Amministrazione locale nel rilanciare il rinomato artigianato locale e premiare chi investe nel territorio, alleviandone la tassazione locale.

Di fatto però quello che abbiamo conosciuto nel secolo scorso come “ricco distretto fabrianese” è stato il primo ad essere investito dall’onda della crisi, quella che da oltre un decennio ha preso di petto prima il fonte montano per poi scaricarsi verso le attività della costa. Tant’è che quella forte connotazione produttiva che per anni l’ha tenuto in vita oltre le proprie possibilità, con una crescita verticale nell’ultimo trentennio dello scorso secolo, mai propriamente metabolizzata e compresa fino in fondo nel tessuto economico e foriera di una incredibile esplosione del benessere sociale, oggi presenta il suo impietoso conto, frutto della fragilità e vulnerabilità del modello manifatturiero marchigiano, molto operoso, ma spesso inerziale e piuttosto riottoso ai cambiamenti. In realtà, come confermano le notizie di questi giorni, appena l’ennesima industria locale decide di operare una discutibile sul piano sociale, ma libera scelta aziendale di rimodulazione al ribasso, si riaccendono preoccupazioni e riappaiono vecchi spettri, che in realtà nell’animo dei fabrianesi non erano mai svaniti.

Eppure il territorio uno sforzo per cambiare lo sta facendo eccome, basta vedere l’inedita spinta della coraggiosa micro e piccola imprenditoria locale verso la diversifizione settoriale, con il fiorire delle più disparate attività, frutto del connubio positivo tra creatività e necessità, da cui spesso sono gemmate interessanti start up, alle quali la CNA ha dato coraggio e tutta l’assistenza necessaria per mettersi in gioco. In definitiva secondo la CNA il risveglio delle comunità locali passa per l’ormai piena consapevolezza che l’economia del territorio deve essere sempre più ricondotta all’iniziativa dei singoli e non all’indulgenza dei grandi gruppi industriali. A tal fine la CNA propone l’avvio di un percorso comune tra tutti coloro che rappresentano gli interessi del territorio per affrontare il “caso Fabriano”, come una condizione estrema ed eccezionale da risolvere in tempi brevi, ma con una visione d’insieme e una progettualità di lungo periodo, per rimettere nelle mani degli imprenditori e dei residenti il loro futuro.