THE ROYAL ONTARIO MUSEUM, ECCELLENZA MUSEALE MONDIALE

Siamo a Toronto, cosmopolita city canadese sul lago Ontario, tra parchi, uno skyline dinamico, snello, distretti multiculturali, strutture, complessi museali e contenitori culturali, università, grandi strutture e impianti sportivi, city che è anche simbolo di sostenibilità ambientale frutto di un’urbanistica mirata a un processo di sviluppo strategico e altamente innovativo della city.

ll Royal Ontario Museum, comunemente conosciuto come ROM, è uno dei maggiori musei per la cultura mondiale e per le scienze naturali. ROM è il più grande museo del Canada ed il quinto per dimensioni del Nord America. Vi sono custoditi oltre sei milioni di oggetti in oltre 40 gallerie.

Le diverse mostre del museo sono situate ai cinque piani principali. Il piano terra è per le mostre temporanee, al primo piano si trova la collezione di reperti dei nativi canadesi e diverse gallerie dell’Asia orientale, il secondo piano è dedicato alla storia naturale e alla geologia, con una collezione di dinosauri, al terzo piano si approfondiscono le culture nel mondo ed è presente una fantastica collezione delle antiche civiltà egizie, mentre il quarto piano presenta tessuti e costumi di civiltà da tutto il mondo. Un museo enciclopedico, mondiale, in grado di coprire la storia, la cultura e la civiltà dei vari popoli mondiali.

Inaugurato il 14 marzo 1914, la forma originale del museo venne progettata dagli architetti a Frank Darling e John A. Pearson. Lo stile architettonico è un italiano neo-romanico che va verso il gotico, popolarissimo nel nord America negli anni settanta dell’Ottocento. Dal 1933 il museo subisce delle espansioni, di cui, la terza è stata progettata dall’architetto Daniel Libeskind in collaborazione con lo studio Bregman + Hamann Architects.

E’ stata poi inaugurata l’ala denominata Michael Lee-Chin Crystal, dal nome del mecenate che donò 30 milioni di dollari per la sua costruzione, una struttura avveniristica di forte impatto visivo. L’edificio è pensato come una genesi di geometrie di cristalli: cinque elementi di forma prismatica autoportante ed interconnesse fra loro e collegate alla struttura del museo esistente.

Da una visione dall’alto si comprende l’impianto dell’intervento posto all’angolo di Queen’s Park e Bloor Street: il nuovo ampliamento si organizza lungo il forte asse segnato dal museo storico. L’edificio assume le sembianze di un massiccio che si erge nel deserto, la cui massa diventa imponente, quasi a voler trasmettere un concetto di sedimentazione e di accumulazione di stratificazioni non omogenee.

Francesco Fantini