SCAVI ARCHEOLOGICI AD ATTIDIUM, ALLA LUCE UN BASOLATO STRADALE

Fabriano – Il sito di Attidium è oggetto di scavi archeologici dal 2013. Le indagini conoscitive sono curate dall’Associazione culturale Umbria Archeologica su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in accordo con l’Università degli Studi di Perugia e con la Soprintendenza ai Beni Archeologici delle Marche nella figura del dott. Tommaso Casci Ceccacci (Ispettore di zona della Soprintendenza Archeologica delle Marche), sotto la direzione scientifica della prof.ssa Donatella Scortecci (Docente di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università di Perugia).

L’attività di scavo, svolta con il contributo fondamentale dell’Associazione Gli Attidiati, in collaborazione con il Comune di Fabriano, ha visto ogni anno la partecipazione di circa 20 studenti provenienti da numerosi Atenei italiani e stranieri coordinati sul campo dagli archeologi Alessio Pascolini a Luca Boldrini (Associazione culturale Umbria Archeologica). Un impegno economico, quello de Gli Attidiati, reso possibile grazie al sostegno, effettuato mediante la formula del 5 x 1000, di numerosi privati cittadini, a cui va il più sentito ringraziamento. Il livello di conoscenze storiche sull’insediamento romano di Attidium risente del quasi totale silenzio delle fonti storiche. È tuttavia possibile parlare di Attidium quale centro romano a tutti gli effetti già a partire dal 90 a.C., agli albori della Guerra Sociale (91-89 a.C.), quando l’insediamento ottenne lo statuto municipale con una magistratura vigente di quattuorviri ed i suoi abitanti vennero ascritti alla Tribù Lemonia. L’età imperiale, compresa tra il I e il II secolo d.C., dovette rappresentare il periodo di massima fioritura e sviluppo urbano della città, che da quel momento in poi visse un lento e inesorabile declino.

Le ricerche archeologiche hanno consentito di progredire in maniera significativa nella conoscenza e definizione dell’organizzazione spaziale e topografica dell’abitato di età romana. Nel corso di questi anni è stato possibile approfondire la conoscenza di un grande impianto termale dotato di un complesso impianto fognario, probabilmente pubblico, indagato in tutta la sua articolazione. Un preliminare studio dei materiali ceramici sino ad ora rinvenuti pare confermare una frequentazione del sito protrattasi sino al VI secolo d.C. Ulteriori analisi permetteranno tuttavia di definire una seriazione cronologica più precisa, in grado di associare i diversi manufatti alle varie strutture.

Le attività di ricerca più recenti hanno consentito invece di portare alla luce una porzione significativa di un basolato stradale pertinente con assoluta certezza all’abitato di Attidium. Il piano stradale, largo circa 3,5 metri, risulta per larghi tratti perfettamente conservato, protetto a monte da un muro di terrazzamento realizzato in blocchetti di pietre locali e laterizi. Su entrambi i lati della carreggiata è stata individuata una piccola canalina funzionale al deflusso delle acque piovane delimitata da un cordolino lapideo di pregevole fattura. Nella porzione di strada più prossima all’impianto termale è stata invece intercettata una struttura quadrangolare riconoscibile come ciò che resta di una piccola fontana. Dopo aver lambito l’impianto termale, il tratto stradale sembra immettersi in un’area aperta, anch’essa basolata, interpretabile verosimilmente come un grande incrocio. In questo punto il tracciato pare infatti dividersi in due diversi percorsi, con un tratto che prosegue in direzione del centro di Fabriano e un tratto che prosegue in direzione del centro di Cerreto d’Esi. Mirati sondaggi compiuti all’interno dell’area archeologica hanno inoltre consentito di appurare la perfetta conservazione del ramo stradale che prosegue in direzione del centro di Fabriano per una lunghezza totale di almeno 80 metri. Si tratta di un lungo tratto di basolato in ottime condizioni che quindi potrebbe essere riportato alla luce integralmente nelle prossime campagne di archeologiche.

L’attività di scavo condotta in questi anni, oltre che progredire in maniera significativa nella conoscenza spaziale e topografica del municipium di Attidium, sta dotando il territorio di Fabriano di un sito capace, in prospettiva futura, di arricchire l’offerta culturale dell’intero areale geografico. L’indagine archeologica condotta ad Attiggio rappresenta così una opportunità in grado di coniugare attese che soddisfano tanto la comunità scientifica quanto la collettività residente nel territorio. Riportare alla luce il patrimonio archeologico di questo nucleo urbano significa infatti restituire anche alla città di Fabriano il logos del territorio che essa rappresenta. Consapevoli dell’enorme rilevanza scientifica rappresentata dalle più recenti scoperte, la Cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale dell’Università di Perugia, in accordo con la Soprintendenza Archeologica delle Marche, ha messo in cantiere la prossima realizzazione di una pubblicazione scientifica che possa dare conto in maniera dettagliata e approfondita dei dati acquisiti durante queste ultime indagini.