ARTECONI: “TUTTI I SINDACI DELL’ENTROTERRA AL MINISTERO DELLA SALUTE”

Sentenza del Tar delle Marche, il punto nascita resta chiuso. Solo il Consiglio di Stato può salvare la sala parto dell’ospedale Profili di Fabriano. Sulla vicenda, interpellato da Marco Antonini, è intervenuto Vinicio Arteconi, consigliere comunale Associazione Fabriano Progressista che riportiamo integralmente.

Il punto del ginecologo

Con riferimento alla sentenza del Tar Marche che ritiene corretta la soppressione del punto nascita adottato dalle autorità sanitarie regionali non sono assolutamente d’accordo, anche per le incongruenze e illogicità contenute nella sentenza, che ho letto attentamente. Ad esempio non si è tenuto in debito conto il 17 bis del D.L n 8 del 2017 sui comuni compresi nel cratere del terremoto, che imponeva di sospendere qualsiasi soppressione; sulla viabilità si accetta la tesi regionale sul tempo di percorrenza; sulla soppressione del trasporto del neonato in utero (STAM) e del neonato (STEN) entrambi soppressi con il punto nascita si dice che comunque possono essere sostituiti dal 118 e che in ogni caso sono attivi i sanitari dell’ostetricia e della ginecologia che ad oggi non hanno ancora ricevuto un protocollo di comportamento e ben sapendo che non esiste nessun accordo in tal senso.

L’assenza della guardia pediatrica H/24 è vera, ma si è verificata per la mancanza di volontà e di programmazione politica della regione, in quanto i posti in organico ci sono. (ad oggi il reparto di pediatria e’ chiuso). Si dice poi che al di sotto dei 500 parti non c’è sufficiente esperienza degli operatori, ma ciò dipende anche dal rapporto numero dei parti annui in rapporto con il numero degli operatori e dall’anzianità di servizio di ciascuno. (oltretutto la Regione consiglia di partorire anche a Branca che ha caratteristiche simili se non minori).E’ l’ennesimo tassello delle penalità che subisce la sanità fabrianese e di tutto il comprensorio montano, attribuibile alla volontà di chi gestisce la politica sanitaria regionale e nazionale. Ciò è confermato dalla tendenza alla privatizzazione dei servizi, ma anche dalla gestione economicistica della sanità pubblica che finisce per punire le categorie socialmente più deboli e le generazioni più fragili, non dimenticando il tentativo sotteso nelle autonomie regionali, che porterà inevitabilmente a disparità forti fra le diverse regioni.

Mentre nella nostra Regione nella stesura del nuovo piano sanitario non si sta minimamente prendendo in considerazione la costituzione di un’area vasta montana, come deliberato all’unanimità dal nostro consiglio comunale. Ne si sta dando una concreta risposta alla chiusura della Pediatria nonostante la petizione sottoscritta da più di 10.000 di cittadini. Valuto positivamente l’intenzione del comune di Fabriano di voler ricorrere al Consiglio di Stato per ottenere finalmente giustizia in ordine alla rilevanza della questione sollevata, anche se sono convinto che la soluzione da ricercare sia quella politica. Mi spiego meglio: credo che tutti i sindaci dell’ Unione Montana allargata a tutti i comuni limitrofi da Pegola a Camerino, da Castelplanio a Castelraimondo, da Pioraco a Frontone, da Serra sant’Abbondio a Matelica facciano sentire le loro ragioni e chiedano una interlocuzione con il Ministro della Salute.