SANTARELLI: “IL TAR NON HA COLTO LA GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE”

di Marco Antonini

Fabriano – “Il Tar, nonostante il tempo che ha impiegato per la sentenza, non ha colto la gravità della situazione”. Il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, commenta così la sentenza (leggi) con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche, ha bocciato la sopravvivenza del punto nascita dell’ospedale Profili chiuso ormai da febbraio. Adesso l’ultima e unica speranza resta il ricorso al Consiglio di Stato. Il sindaco si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Dalla prima lettura della sentenza – dice – mi pare che ci siano dei passaggi che dimostrano che il Tar non sia riuscito a comprendere appieno la situazione. Due in particolare mi hanno colpito e fanno riflettere: il primo è quando, parlando dei tempi di percorrenza verso gli altri ospedali, affermano che valgono i dati inviati dalla Regione e che le altre considerazioni sono soggettive. Il secondo incalza – è quando affermano che comunque in caso di emergenza il pronto soccorso interviene come per gli altri casi anche alla luce della presenza del servizio Ginecologia e Ostetricia”. Da febbraio, al Profili, però c’è solo il servizio di Ginecologia e non di Ostetricia. Il sindaco è un fiume in piena e se la prende anche con l’Asur: “L’Asur con un atto unilaterale ha smentito una delibera della Giunta Regionale dove si diceva chiaramente che il punto nascita doveva rimanere aperto e il Tar, con questa decisione, ha avallato questa procedura che continuo a ritenere del tutto illegittima e mi risulta difficile capire come possa essere stata considerata corretta dai giudici. Nei prossimi giorni studieremo la sentenza e decideremo come proseguire”.

Il ricorso al Tar era stato presentato dal Comune di Fabriano con l’intervento, adiuvandum, dei Comuni di Sassoferrato e Genga. Con i suoi 330 parti l’anno circa, la struttura, secondo Palazzo Chiavelli, “è indispensabile per tutto l’entroterra in quanto il Profili è l’unico ospedale montano. I tempi di percorrenza non permettono, vista la condizione delle strade della zona e l’orografia, di garantire la sicurezza di mamma e nascituro”. Al ricorso si è sono costituiti in giudizio Regione Marche, Asur Marche e Presidenza Consiglio dei Ministri.

La sentenza (su https://www.radiogold.tv il testo completo)

“La chiusura del Punto nascita – si legge nella sentenza del Tar attesa da inizio luglio – non è stata affatto il frutto di una decisione repentina e immotivata; al contrario, le gravate determine dell’Asur sono state adottate a conclusione di un percorso di razionalizzazione dell’intera rete ospedaliera regionale lungo e complesso”. Al Profili “è stato registrato – si legge ancora – negli anni 2014 e 2015, un trend delle nascite che si colloca ben al di sotto dei 500 parti annui, sicché la chiusura del Punto nascita era obbligatoria, oltre che prevedibile, sulla base degli indirizzi statali e regionali. Va evidenziato, ad ulteriore conferma della bontà della scelta, che l’ospedale non è dotato del servizio di guardia pediatrica/neonatologica attiva H24, né garantisce la presenza H24 dell’equipe per l’urgenza di sala operatoria. Le eventuali difficoltà collegate agli elevati tempi di percorrenza ovvero alle peculiari caratteristiche geografiche, infrastrutturali e climatiche del territorio interessato non sono idonee ad escludere la soppressione”. E ancora. “… Si tratta, infatti, di asserzioni soggettive, in contrasto con le valutazioni delle distanze e dei tempi di percorrenza effettuate dalla Regione, connotate da ampia discrezionalità tecnica, perciò insuscettibili di sindacato di legittimità se non per i noti, macroscopici vizi di irrazionalità, illogicità e travisamento”. Ancora, anche il possibile verificarsi di gravi episodi nel corso dei trasporti non dimostra di per sé l’inadeguatezza dei trasporti stessi in relazione alle difficoltà logistiche dei Comuni interessati, anche per l’impossibilità di “escludere che gli eventi negativi derivino da erronei comportamenti umani piuttosto che dall’organizzazione del sistema che, comunque, deve ritenersi oggi integrato dal citato protocollo regionale ed è sempre perfettibile”.