SS 76, OK A DECRETO ATTUATIVO, PRIMI PAGAMENTI IN AUTUNNO

Quadrilatero e crisi subappaltatori Astaldi, Consiglio dei Ministri approva modifiche regolamento fondo Salva Opere. Patrizia Terzoni, M5S: “Come promesso provvedimento varato entro agosto, dall’autunno possibili i primi pagamenti alle imprese. Norma importante per tutte le opere pubbliche in Italia”.

Il punto

“Esprimo la mia soddisfazione per l’approvazione avvenuta nei giorni scorsi del regolamento attuativo della norma approvata con il decreto Crescita che istituisce il Fondo Salva Opere. Avevo annunciato – dice Terzoni, deputata M5s – che il Ministero delle Infrastrutture capitanato dal Ministro Toninelli in quota M5S non avrebbe perso tempo e con un lavoro costante all’interno dei ministeri e della Presidenza del Consiglio il risultato è puntualmente arrivato. Ora il regolamento è in attesa del parere obbligatorio da parte del Consiglio di Stato che si dovrà riunire entro fine Agosto. Ma ancora più significative sono le modifiche apportate al Consiglio dei Ministri della scorsa serata che specificano, senza ombra di dubbio, che le aziende con DURC non regolare proprio a causa dei mancati pagamenti possano accedere al Fondo e tale accesso è consentito anche ai sub Fornitori delle aziende affidatarie. Inoltre per consentire di arrivare velocemente al pagamento del 70% delle fatture non pagate alle aziende sotto General Contractor è stata inserita una ulteriore modifica. Si apre così la strada ai pagamenti entro l’autunno alle aziende che faranno richiesta per accedere al fondo, che ha già 12 milioni di euro stanziati sul 2019 e 33 milioni sul 2020” così Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera sul provvedimento approvato nella seduta di ieri del Consiglio dei Ministri.

Il Fondo Salva Imprese è stato ideato proprio a seguito delle questioni emerse con la problematica dei subappaltatori di Astaldi per il progetto Quadrilatero Marche/Umbria che, con la crisi economica che aveva colpito Astaldi, l’affidataria dei lavori, non erano stati pagati pur avendo realizzato la loro parte di opere. Questa criticità, oltre a portare sull’orlo del fallimento aziende sane, stava diventando un ostacolo alla ripresa dei lavori per completare il progetto stradale. È stato fondamentale a quel punto istituire un tavolo di confronto tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, MIT, MISE e aziende da cui sono emerse delle proposte che poi sono state trasformate in legge con un lavoro caparbio che ha dovuto superare le resistenze di burocrati e anche di qualche forza politica che si era messa inspiegabilmente di traverso.

Il Fondo parte con risorse proprie del ministero delle infrastrutture, 45 milioni di euro, ma sarà poi finanziato costantemente con il versamento di una quota parte dei ribassi degli appalti pubblici dello Stato. Infatti la norma prevede l’accantonamento di una piccolissima quota, lo 0,5%, del ribasso negli appalti pubblici – oltre i 200.000 euro per i lavori e i 100.000 per i servizi – che andrà a costituire un fondo destinato ad entrare in gioco in caso di crisi dell’azienda capofila di un appalto pubblico con conseguenze sui sub-appaltatori che nel frattempo abbiano realizzato in concreto i lavori.

“Alla fine la nostra caparbietà ha pagato e stiamo venendo concretamente incontro alle legittime aspettative di chi ha lavorato indirettamente per lo Stato realizzando la propria parte di opera pubblica. Sono contenta perché ho strenuamente lavorato per arrivare ad un risultato che da un lato risolve una crisi specifica che riguardava il mio territorio ma che dall’altro permette da ora in avanti di far lavorare in tranquillità in tutta Italia le aziende subappaltatrici impegnate in opere dello Stato che non devono temere il fallimento della capofila” conclude Patrizia Terzoni.