intervista – DON GIOVANNI IL VESCOVO MUSICISTA, SABATO L’ORDINAZIONE

di Marco Antonini

Monsignor Giovanni Mosciatti, parroco di San Facondino in Sassoferrato, Diocesi di Fabriano-Matelica, è il vescovo eletto di Imola. 61 anni, insegnante di religione da 31, musicista, sacerdote in mezzo ai giovani, è il vescovo del Magnificat, il presule che sabato, dopo il rito di ordinazione presieduto, dalle 17,30, nella Cattedrale di Imola, dall’arcivescovo di Bologna, Zuppi, aspetta tutti al parco per la festa. Una serata particolare perché Mosciatti suonerà con il suo gruppo.

Una festa in musica!

Si, dopo il solenne rito di ordinazione episcopale presieduto da mons. Matteo Maria Zuppi, insieme al vescovo emerito di Imola e a mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ci troveremo tutti insieme alla Rocca Sforzesca dove suonerò con la mia band, i “Turno di guardia”.

Don Giovanni la tua nomina è stata annunciata il 31 maggio. Una bella coincidenza…

La conclusione del mese mariano è coincisa con questa decisione del Papa che ha dell’incredibile. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Ero convinto di essere stato convocato a Roma dal Nunzio Apostolico per questioni che riguardavano la nostra chiesa locale che attende un nuovo vescovo. Invece no. Alla notizia avuta in Vaticano ho subito pensato al Magnificat. Quel canto è la posizione più vera di ogni credente che riceve la chiamata di Gesù. Anche io sono qui con la mia povertà a dire sì.

Come sono stati i giorni dell’annuncio?

Belli per le tante manifestazioni d’affetto che ho ricevuto. Ho vissuto uno “tsunami”. Posso dire che è stato lo “tsunami” della mia vita, sorprendente. E’ meraviglioso vedere come il Signore chiama, in modo originale, quando meno te lo aspetti.

Dopo 7 anni lasci la parrocchia di San Facondino che ti ha dato tanto.

I parrocchiani sono felici per la nomina, ma dispiaciuti per la mia partenza. Il 2 giugno, al termine della Messa di prima comunione, una bambina mi ha consegnato una lettera con questa dedica: “Mi dispiace che te ne va, ma sono contenta che servi Gesù”. Quel foglio è nella mia agenda, a ricordo della grandezza dei piccoli.

Come ti stai preparando al solenne rito di ordinazione episcopale e all’ingresso a Imola il 13 luglio?

Con la preghiera. Chiedo al Signore che mi aiuti a vivere questa circostanza della mia vita nel modo più vero, obbedendo sempre alla sua volontà.

Il motto episcopale è sempre una sintesi della missione del vescovo…

“Sosteniamoci nella lode di Cristo”. E’ un inno d’Avvento di Sant’Ambrogio. Insieme possiamo andare più lontano e sostenendoci riusciremo ad essere veri cristiani in questo tempo particolare. Correggiamoci, quindi, per l’amore di Cristo. Desidero poter vivere e testimoniare le parole di Papa Francesco quando descrivendo i Pastori del gregge e li invita a “camminare davanti, indicando la via; camminare in mezzo, per rafforzarlo nell’unità; camminare dietro, sia perché nessuno rimanga indietro, ma, soprattutto, per seguire il fiuto che ha il popolo di Dio per trovare nuove strade”.

Nel tuo stemma c’è anche una tromba.

Si! Nelle Sacre Scritture rappresenta l’annuncio della Parola e della volontà di Dio. E anche la mia passione per la musica. Dopo l’ordinazione episcopale, infatti, faremo tutti insieme festa, giovani e non.