COWORKING DI VIA LE CONCE, DUCOLI: “IL SINDACO SI SCUSI O VIE LEGALI”

Stabile coworking di Fabriano, lo spazio in via Le Conce: botta e risposta fra il sindaco, Gabriele Santarelli, e il segretario del Partito Democratico, Francesco Ducoli. Non è escluso uno strascico giudiziario. Tutto è iniziato con una nota a firma congiunta dello stesso Ducoli insieme al consigliere comunale di Fabriano Progressista, Andrea Giombi, sul fatto che lo spazio nel cuore della città fosse inutilizzato dal giorno della sua inaugurazione, nove mesi fa. Il tutto corredato da alcune foto. Il primo cittadino replica e attacca tramite Facebook. “Visioneremo i sistemi di videosorveglianza presenti per capire chi ha scattato le foto quasi come fossero dei ladri”, ha detto Santarelli prima di ricostruire la vicenda di quest’ultimo anno in via Le Conce. “Abbiamo formato il personale tramite un bando vinto, le borse lavoro di Face the wok. Al termine di questo iter – ha detto il sindaco – abbiamo chiesto se ci fosse disposto qualcuno a proseguire la collaborazione gestendo “Fhub”. L’iter, anche per lungaggini burocratiche dovute agli uffici comunali che ci hanno consigliato altre strade, è andato per le lunghe. Ora, però, siamo quasi pronti a un avviso o un bando pubblico per far funzionare a pieno regime il nostro coworking”.

Le foto dell’abbandono in primo piano. Ducoli, segretario Pd, infatti, non intende passare per ladro e medita di ricorrere alle vie legali. “Mercoledì 3 luglio mi sono recato, insieme al consigliere Giombi, presso l’entrata del coworking. Abbiamo suonato al campanello e non ha risposto nessuno. Così abbiamo suonato al campanello della Scuola degli antichi mestieri – dichiara – e ci hanno risposto che allo stabile coworking non si vedeva nessuno da tempo. Abbiamo chiesto se fosse possibile entrare, ma ci hanno detto di no. Abbiamo salutato e ce ne siamo andati. Non posso in alcun modo tollerare che qualcuno mi dia del ladro o affermi falsità nei miei confronti. Chiedo formalmente al sindaco, dopo essersi scusato con la città per lo stato di inaccettabile degrado in cui versa il nostro Coworking, di smentire e scusarsi per le sue affermazioni nei miei confronti altrimenti denuncerò tutto nelle sedi opportuni per tutelare la mia reputazione”.

m.a.