SS 76, SALVA IMPRESE. TERZONI (M5S): “FONDI PER I SUB APPALTATORI”

Quadrilatero Marche/Umbria e crisi dei sub-appaltori nei lavori pubblici, nel fondo Salva Imprese 12 milioni di euro nel 2019 e 33,5 milioni per il 2020 specificatamente per le crisi avviate dopo il primo gennaio 2018. Terzoni, M5S “Superati gli scogli con caparbietà, il Ministero dei Trasporti a guida M5S potrà dare le risposte ai subappaltatori riportando tranquillità alle imprese”.

“Il Fondo Salva Imprese con il voto di ieri, 17 giugno, all’emendamento e, poi, con la conversione in legge del Decreto Crescita diventa finalmente una realtà. Ho seguito in prima persona tutti i vari passaggi, dai primi tavoli con il comitato dei sub-appaltatori, fino alla stesura finale. Il percorso di questo emendamento è stato molto accidentato: Prima per trovare l’appoggio politico della Lega poi per convincere la Ragioneria di Stato in alcuni particolari cavilli, ma alla fine la determinazione ha pagato. In pochi mesi il Governo, il MIT a guida M5S, noi parlamentari del territorio insieme al Comitato hanno portato a venire a capo con caparbietà ad una situazione incresciosa che rischiava di mandare sul lastrico 40 aziende e duemila lavoratori del territorio umbro/marchigiano. Il mondo delle imprese deve essere curato attentamente assicurando quel contesto normativo utile alle aziende e ai lavoratori, rimuovendo le distorsioni di un mercato che non deve essere cieco. Il Premier Conte, il Ministro Toninelli ed io stessa ci abbiamo messo la faccia ed il cuore con le aziende nei tavoli di confronto che abbiamo fatto in questi mesi. Il risultato è arrivato” così Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

“Il testo per ragioni prima politiche e poi tecniche è stato cambiato dal primo confronto avuto con le aziende. Ora sono previsti due percorsi ma un in unico fondo, uno per le crisi delle aziende capofile conclamate tra il primo gennaio 2018 e la data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto e una per tutte le crisi future. Nel primo caso si farà ricorso ad appositi fondi stanziati dal Ministero delle Infrastrutture, 12 milioni di euro per il 2019 e 33 milioni per il 2020; nel secondo, invece, si useranno i fondi accantonati dalle gare pubbliche dello Stato. La norma prevede, infatti, l’accantonamento di una piccolissima quota, lo 0,5%, del ribasso negli appalti pubblici – oltre i 200.000 euro per i lavori e i 100.000 per i servizi – che andrà a costituire un fondo destinato ad entrare in gioco in caso di crisi dell’azienda capofila di un appalto pubblico con conseguenze sui sub-appaltatori che nel frattempo abbiano realizzato in concreto i lavori. Poiché il fondo dovrà essere costituito con le gare che mano a mano verranno assegnate e, quindi, passerà del tempo per forza di cose, per le crisi già in atto il Governo ha fatto un ulteriore sforzo garantendo da subito, come detto, dodici milioni di euro per il 2019 e trentatrè per il 2020. Così il Fondo salva-imprese sarà operativo da subito senza dover attendere l’esito di future gare.” Prosegue la pentastellata Patrizia Terzoni.

“Ricordiamo che il fondo interviene quando un “colosso” che si è aggiudicato una gara nel momento di crisi inizia a non pagare più le imprese minori a cui aveva affidato i sub-appalti, aziende che a loro volta entrano in difficoltà con ripercussioni tremende su tanti lavoratori e sul territorio. Quello che è accaduto nella Quadrilatero. In tutti questi casi il fondo pagherà fino al 70% dei lavori già realizzati salvando imprese e lavoratori della filiera dei lavori pubblici.” Conclude la Terzoni. (cs)