2MILA FIRME PER SALVARE PEDIATRIA

di Marco Antonini

Fabriano – Superata quota 2.000 firme: i fabrianesi stanno rispondendo alla petizione dell’associazione Fabriano Progressista per la riapertura del reparto di Pediatria. “Dall’ esperienza di contatto diretto con tante mamme e papà, nonne e nonni – dichiara Vinicio Arteconi, consigliere comunale di opposizione, ideatore dell’iniziativa – emerge una comune preoccupazione per una possibile mancata assistenza al proprio figlio, al proprio nipote causa chiusura del reparto. Tutti reputano la riapertura di Pediatria un punto fermo e indispensabile per continuare a dare assistenza sanitaria alla popolazione di 8.000 cittadini in età pediatrica”. Vinicio Arteconi invita i fabrianesi a moltiplicare le adesioni per quella che l’associazione Fabriano Progressista ha definito “una missione che investe la coscienza di tutti noi, alla ricerca di quell’etica e di quel rispetto delle fasce più fragili della società”. Ieri anche il primo cittadino, Gabriele Santarelli, ha firmato la petizione dell’Associazione per chiedere la riapertura del reparto pediatrico dell’ospedale Profili. “Il personale è disponibile e a Fabriano devono essere assegnati i 5 pediatri selezionati con il bando che è stato espletato. La Regione e l’Asur sono intenzionate a destinare questi pediatri a Fabriano solo nel caso in cui il Tar dovesse accogliere il nostro ricorso. La ritengo una posizione vergognosa e priva di rispetto per tutti i cittadini dell’entroterra. I 5 pediatri devono esserci assegnati subito”. Attualmente, purtroppo, l’attività all’ospedale Profili viene garantita solo in modalità ambulatoriale per sei ore al giorno dall’unico medico in servizio. I ricoveri e le emergenze, quindi, vengono gestiti dalle altre strutture di Area Vasta 2. In attesa dell’esito del Tar – l’udienza nel merito è stata rinviata a inizio luglio – l’associazione Fabriano Progressita sta studiando l’ipotesi di avanzare un esposto alla Procura della Repubblica sui disservizi venutisi a creare con la chiusura di Pediatria e del punto nascita. Il tutto basato sulle disavventure vissute da alcuni genitori con i propri figli e da alcune partorienti che sono state costrette a mettersi in auto, di corsa, e attraversare la SS 76 per raggiungere, tra gli ostacoli del cantiere infinito tra Cancelli e Serra San Quirico, l’ospedale di Branca-Gubbio o Jesi.