LEONARDO DA VINCI, LA MADONNA DI BENOIS

Madonna del fiore, o Madonna Benois, è un’opera originale del genio di Leonardo da Vinci nei suoi anni giovanili, 1478-80. Fascino misterioso, una giovanissima Vergine gioca spensierata col Bambino senza alcuna solennità, la relazione e complicità materna Madre-Bambino esalta l’opera, il sentimento che ne viene fuori.

Il fiore che Gesù osserva, è una crocifera a quattro petali che allude alla futura passione, allegoria della crocifissione, diviene il fulcro dell’opera, l’elemento centrale. Nel semi-buio proviene luce dalla bifora che guarda verso l’infinito, verso un qualcosa di indefinito come spesso erano i suoi paesaggi. Dipinto che ha vissuto diverse vicissitudini fino ad essere stata donata a Marja Alexandrovna Benois da suo nonno Petrovic Sapoznikov, un mercante d’arte russo che se l’assicurò ad Astrakhan, dinamico centro commerciale sulla foce del Volga nel Mar Caspio. La Madonna di Benois venne donata nel 1914 all’Ermitage di San Pietroburgo che vanta una straordinaria collezione tra le maggiori nel mondo. L’Ermitage possiede due Leonardo da Vinci: oltre alla Madonna di Benois, anche la Madonna Litta.

Leonardo nato a Vinci nel 1452, in piena campagna toscana da padre notaio e madre contadina, tra uliveti, colline ombrose e monti in lontananza entra in una visione di orizzonti geniali. L’arte e la tecnica apprese presso la bottega del maestro Verrocchio a Firenze furono componenti fondamentali per la sua formazione e per la sua crescita artistica. Leonardo oltre che pittore, fu anche scultore, scienziato, anatomista, letterato, musicista, cartografo, ingegnere, architetto di fortezza militari, una carriera di genio assoluto dell’umanità tra la corte rinascimentale fiorentina medicea, la Milano di Ludovico Sforza il Moro suo grande mecenate, fino alle commissioni in Romagna con Cesare Borgia “Il Valentino”.

L’artista toscano giunse infine in Francia nel maggio del 1517, con Francesco Melzi e Battista de Vilanis. Portò con sé numerosi manoscritti e dipinti, tra cui la Gioconda, probabilmente ancora incompleta. Francesco I, re di Francia, era un amante dell’arte italiana e grandissimo estimatore di Leonardo, qui il grande genio toscano morì nel 1519 nella residenza regale del castello di Amboise. Leonardo non firmava mai le sue opere, ciò ha reso complicato attribuire con certezza ai suoi dipinti, molto abile nello sfumato usava spesso la tecnica dell’ombreggiatura, colore e luce, tecnica poco nota agli altri artisti del tempo, attento osservatore della natura riusciva a creare sempre un’atmosfera e dare effetti. Abile nell’ingannare lo sguardo, giocava sui punti di fuga e sulla prospettiva come fece nel celebre Cenacolo di Milano. Da Vinci si concentrò sugli aspetti fondamentali dell’arte della pittura, voleva andare oltre. Nel Trattato della Pittura, sostiene che un buon pittore deve saper rappresentare l’uomo e l’anima: rappresentare l’uomo è facile, il secondo aspetto più difficile, poiché l’anima deve essere figurata da gesti e dalle membra del corpo, infatti l’anima si denota dalle movenze dei corpi, dalle espressioni.

Nell’anno dell’anniversario dei 500 anni dalla sua morte, La Madonna di Benois, torna in Italia, dopo 35 anni dalla sua unica esposizione. Sarà esposta in via eccezionale, dal 1 al 30 giugno 2019, a Fabriano presso la Pinacoteca Civica “B. Molajoli”, in occasione della XIII UNESCO Creative Cities Network Annual Conference.

Francesco Fantini