LA REQUISIZIONE E I BENI MOBILI DI CERRETO D’ESI

di Marco Zamparini, consigliere comunale Partito Comunista dei Lavoratori, Cerreto d’Esi

Come tutti saprete il municipio con annessa torre civica è stato danneggiato dal sisma del 2016 e a breve inizieranno i lavori di miglioramento sismico per un valore di 1.050.000€. Ovviamente durante i suddetti lavori gli uffici comunali dovranno essere spostati per permettere il proseguo delle attività, l’amministrazione comunale insieme all’ufficio tecnico hanno individuato come locale idoneo l’ex locale della Monte dei Paschi di Siena pignorato anni fa alla ditta Pellegrini S.n.c. In data 13/11/2018 il comune di Cerreto d’Esi requisiva tale bene tramite l’ordinanza n°30 che veniva notificata al custode dell’immobile avv. Serena Bordoni Marostica, alla Prefettura, alla Regione Marche e al commissario straordinario per la Ricostruzione. E’ giusto precisare che dagli atti in nostro possesso questo locale veniva nel giugno 2018 visionato dai tecnici comunali per un eventuale spostamento temporaneo degli uffici comunali durante i lavori sopra citati. Il locale sulla base della perizia tecnica eseguita dall’Ing. Beer Paolo depositata al Tribunale di Ancona risultava provvisto di dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico,termico e idrico altresì sempre nello stesso atto si dichiarava quanto segue: da quanto dichiarato dai rappresentanti della società esecutata sia i divisori interni che i mobili e gli arredi fissi sono di proprietà dell’esecutato secondo gli accordi già stipulati con la banca che utilizzava l’immobile e che quest’ultimo si trovava in buono stato di conservazione.

Il giudice dell’esecuzione Dott. Luca Zampetti con provvedimento del 27/11/2018 autorizzava il custode alla consegna dell’immobile suddetto stabilendo anche che entro 15 giorni la ditta Pellegrini doveva liberare l’immobile dai beni mobili di proprietà. (Tenete ben in mente la parola beni mobili!). Il giorno 15/12/2018 avveniva la consegna dell’immobile. L’Arch. Comunale in quanto legale rappresentante del Sindaco Porcarelli nel verbale di presa in consegna dichiarava quanto segue: “ A seguito della presa visione dell’immobile oggetto di ordinanza di requisizione 30/18, da prendere in carico in data odierna, si osserva che lo stesso non risulta Agibile (ai sensi di legge) in quanto totalmente carente di: pavimentazione,bussola d’ingresso,impianto termico completo di caldaia e tubazioni,impianto di areazione,impianto anti-incendio e sicurezza,impianto idrico,impianto elettrico con quadri, così come documentato nel rilievo fotografico si prende in carico l’immobile con “ LA RISERVA”. Qui la domanda da porsi sorge più che spontanea. Perché l’immobile è stato completamente privato di tutta l’impiantistica e quindi reso inagibile, nonostante tutti gli impianti sopra citati erano a norma prima dell’ordinanza n°30 del 13/11/2018 e altresì dichiarati anche nella perizia dell’ing. Beer deposita presso il tribunale? Considerato che di proprietà dell’esecutato c’erano solo i mobili e gli arredi fissi perché è stato completamente sventrato tale immobile? E’ legale o meno questo atto? Questo a nostro avviso dovranno stabilirlo le autorità competenti visto che invieremo tutta la documentazione in nostro possesso alla prefettura, alla Regione Marche, al commissario per la ricostruzione, al custode dell’immobile, al tribunale di Ancona.

Ci sentiamo in diritto ed in dovere di farlo soprattutto per il fatto che il 28/02/2019 con la determina n°132 sono stati impegnati 2.300€ di denaro pubblico per l’indennità di requisizione del suddetto immobile, nonostante il comune non ne abbia mai usufruito dato che l’edificio in questione è stato reso inagibile. Se ne sono dette tante e di chiacchiere da bar ne abbiamo sentite altrettante, ma su questa vicenda è bene rimarcare il fatto che il parere contrario del responsabile dell’ufficio tecnico è avvenuto dopo che lo stabile è stato privato di tutta l’impiantistica e non prima come qualcuno va sostenendo in giro. L’architetto comunale è palese che ad oggi ne sconsiglia alla giunta l’utilizzo, come poteva dire il contrario dato che le spese sono notevoli per rendere nuovamente utilizzabile(AGIBILE) questo immobile e andrebbero perse essendo lo stabile non di proprietà pubblica,è evidente che se l’immobile non fosse stato reso inutilizzabile questi problemi e queste prese di posizione non sarebbero per nulla sorte.

Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo affrontato con la nostra interpellanza questa strana questione. Il Sindaco ha ribadito pubblicamente che l’ordinanza di requisizione per legge non andava notificata alla ditta Pellegrini dato che non è più il proprietario ne il custode dell’immobile, che i tecnici comunali sono stati ben due volte da Pellegrini e gli hanno chiesto anche l’uso dei mobili. Il Sindaco ha specificato che forse il comune farà una denuncia per questa cosa e che entro 15/20 giorni definirà se utilizzerà o meno lo stabile in questione. A noi le risposte del Sindaco non ci soddisfano affatto ed ovviamente non ci fidiamo affatto di lui , quello che ci interessa è far emergere la verità su questa intrecciata e poco limpida vicenda, poiché sta gestendo il bene pubblico e non quello privato, di qualsiasi sia la parte tirata in causa. Per noi due concetti sono fondamentali, primo per il fatto che sono già stati impegnati 2.300€ di soldi pubblici, secondo perché nel bilancio 2019 sono stati previsti per l’anno corrente 12.600€ e per il 2020 4.200€ come indennità per la requisizione dell’immobile in questione, altresì 50.000€ per il trasloco degli uffici comunali. Noi come abbiamo sempre fatto ci basiamo sugli atti pubblici depositati in comune , abbiamo sentito diverse versioni su questa vicenda che ognuno racconta a proprio modo e comodo, l’unica cosa che conta è che si accerti la verità , che il denaro pubblico non sia speso inutilmente e soprattutto se come in questo contesto ci ritroviamo un’ordinanza di requisizione per interesse pubblico, che questo atto non venga ignorato con delle azioni non trasparenti che vanno anche ad inficiare negativamente sulla collettività.

In ultimo vorremo porre delle domande dopo quanto sopra esposto a tutte le parti in causa. Se il nostro ente pubblico non potrà più beneficiare dello stabile dell’ex sede della Monte dei Paschi di Siena, di chi saranno le colpe? Chi sarà realmente danneggiato? Chi ci guadagnerà in termini politici e di consenso da questa assurda e folle gestione? Di sicuro non la maggioranza delle nostra cittadinanza.