SICILIA, IL RILANCIO TURISTICO E CULTURALE DELL’ISOLA GRAZIE AI SITI UNESCO

La lista UNESCO, siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità include 1.073 siti. L’Italia è il Paese che ospita il maggior numero di siti UNESCO, con i suoi 53 luoghi inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. Di questi, 7 sono in Sicilia, ovvero più del 13% dei siti italiani. Un patrimonio immenso, assolutamente unico per tipologia e caratteristiche, che va dai siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento, il primo sito ad entrare nella lista nel 1997, o la Villa del Casale di Piazza Armerina con le sontuose ville imperiali romane ricche di splendidi mosaici rappresentativi di scene di vita quotidiana, di caccia, di mitologia.
A livello ambientale, siti UNESCO corrispondono ai luoghi naturali come il vulcano Etna o le isole Eolie, mentre a livello storico, agli itinerari del barocco come la Val di Noto che comprende città in stile tardo barocco, riunite in un territorio patrimonio dal 2002: Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli. A fronte di queste caratteristiche, il circuito delle città del Val di Noto, sta avendo una positiva ricaduta economica nell’intera area, a fronte di un aumento delle presenze turistiche nella zona e per la nascita di molteplici strutture ricettive, a seguito di ciò si è creato un interessante ed evoluto distretto culturale turistico unendo le attrattive dei vari siti storici.

Il cuore antico della città greca Siracusa, nella Sicilia sud-orientale, ha avuto da sempre grande importanza nella storia della civiltà mediterranea. Fondata nell’VIII secolo a.C. da coloni greci sulla piccola isola di Ortigia, insieme alle necropoli rupestri di Pantalica, è stata anch’essa riconosciuta Patrimonio UNESCO, così come il percorso arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, con le splendide cattedrali e i mosaici immersi nell’oro.

Palermo, città d’arte di una bellezza unica, la perla del Mediterraneo, tra il promontorio più bello del mondo secondo W.Goethe e la Conca d’Oro, Palermo capitale dell’illuminato regno di Federico II. Pochissime città possono annoverare un mix di culture così varie e importanti: Fenici, Greci, Roma, Bizantini, Arabi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Borbone, un centro ricco di storia, di barocco, di colore, di mercati vivaci come Ballarò, il Capo, la Vucciria, di cattedrali normanne, di mosaici, di cupole, di architetture islamiche, di teatri come il Massimo e il Politeama. Così Palermo rappresenta una regione ricca di storia, la Sicilia è una sorta di paradosso dello sviluppo, da un lato è tra le regioni con la situazione economica e sociale più grave, dall’altro è tra quelle del Mezzogiorno che hanno il potenziale di crescita maggiore legato alla valorizzazione delle risorse locali.

La Sicilia, oltre ai 7 siti citati, vanta anche ben tre siti Patrimonio Mondiale UNESCO per i beni immateriali: “ la vite ad alberello di Pantelleria” , una pratica agricola che rappresenta un esempio unico nel suo genere di coltivazione della vite, tramandatasi di generazione in generazione nella comunità pantesca, “la dieta Mediterranea” un vero e proprio modello nutrizionale che rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Infine Il teatro dei burattini conosciuto come “Opera dei Pupi”, nato in Sicilia agli inizi del XIX secolo, che ha avuto grande successo tra le classi popolari dell’isola. I burattinai raccontato storie basate su fonti bibliografiche cavalleresche medievali e altre, come i poemi italiani del Rinascimento, le vite dei santi e storie epiche o racconti di imprese di mitici banditi. Le due principali scuole di marionette siciliane di Palermo e Catania si distinguevano principalmente per le dimensioni e la forma dei burattini, le tecniche di funzionamento e la varietà dei palchi molto colorati.

Adesso, finalmente, visto l’alto potenziale sull’economia locale di tali siti UNESCO, si ragiona e si parla di nuove sinergie e collaborazioni, di un progetto comune per la valorizzazione di tale patrimonio, con obiettivi importanti d’incremento turistico, di occupazione e di crescita di un territorio caratterizzato dall’influenza di antiche civiltà avanzate e di tradizioni secolari.

Francesco Fantini