“VIA I DIRIGENTI DALLE CARTIERE DI FABRIANO, DESTINAZIONE FOGGIA”

Fabriano – Nuova preoccupazione nello stabilimento delle Cartiere Fedrigoni di via XIII Luglio di Fabriano. Diversi dirigenti dell’area carta valori sono in uscita dalla sede della città della carta. Direzione: il Poligrafico di Foggia. A lanciare l’allarme il Partito comunista dei lavoratori di Ancona che critica il silenzio dei sindacati e chiede di convocare l’assemblea generale. E’ l’ultima notizia che arriva dal sito produttivo di Fabriano.

“Il processo di privatizzazione imposto alle Cartiere Miliani nel lontano 1999, rischia di avere delle conseguenze drammatiche per la tenuta occupazionale e il futuro produttivo della nostra prestigiosa realtà industriale cartaria di Fabriano. Siamo solo noi, ancora una volta  si legge nella nota del Partito comunista dei lavoratori, sezione di Ancona – in totale solitudine, spinti solo dai valori solidaristici con le lavoratrici e i lavoratori delle Miliani di Fabriano, a denunciare che con la “cessione ai privati” – la Fedrigoni Group di Verona, prima, e il fondo Bain Capital ora – risultava ampiamente prevedibile che le stesse avrebbero perduto la vitale produzione delle carte valori quali: Euro, passaporti e cartamoneta per l’estero. In questa fase di crisi profonda, oltre a tali rischi inquietanti – prosegue la nota del Pcl – si sta assistendo al fenomeno drammatico, di un autentico esodo dalle Cartiere Miliani di Fabriano al Poligrafico di Foggia, di numerose e altamente specializzate figure di “dirigenti intermedi” e non solo, dall’area carte valori di Fabriano in direzione del poligrafico dello Stato, nella regione Puglia. In questo contesto pericolosissimo per le Miliani, il clima aziendale è caratterizzato dal silenzio più sepolcrale e l’immobilismo più vergognoso da parte delle Rsu aziendali”.

Il partito chiede la convocazione di un’assemblea generale di tutti i lavorati “con fermata tassativa di tutti gli impianti produttivi per avviare un duro percorso di mobilitazione in difesa dell’occupazione e di tutte le produzioni che rischiano di essere delocalizzate in Puglia, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro”.

m.a.