SALA PARTO: STOP AI RICOVERI IL 15 FEBBRAIO, L’ATTO FORMALE E L’ESODO IN UMBRIA

di Marco Antonini

Fabriano – E’ arrivato l’atto formale col quale la Regione chiede al Direttore Generale dell’Asur di provvedere alla chiusura del punto nascita di Fabriano “pena l’attribuzione di inadempienza nei Lea” che, a conti fatti, vorrebbe dire, 50 milioni di euro l’anno in meno trasferiti dallo Stato alle Marche, il 3% del bilancio complessivo sanitario. Il sindaco Santarelli auspica che Ministero e Regione possano lavorare di concerto per trovare una soluzione. Richiesta sposata anche dai primi cittadini dell’Ambito 10. La lettera del servizio Sanità, spiega che “la Regione ha presentato richiesta di deroga per evitare la chiusura e il Ministero, con note del 10 e 20 luglio, ha fornito parere negativo. Successivamente il Comitato permanente, esaminando la situazione delle Marche, per l’erogazione dei Livelli Essenziali del Ministero della Salute che, il 13 dicembre 2018, ha chiesto alla Regione di trasmettere l’atto formale di chiusura”. Tutto, quindi, ha origine dall’accordo Stato-Regioni del 2005. Successivamente si è provato a mantenere aperto il punto nascita ma, nonostante tutto, non si può se non c’è un’assunzione di responsabilità da entrambi le parti. La sala parto ha i giorni contati. Entro questo mese la parola cadrà sulla testa delle gestanti costrette a percorrere almeno 45 chilometri per arrivare a Jesi. Tante, però, quelle che andranno a partorire all’ospedale di Gubbio, fuori regione. Il sindaco Santarelli nel dare appuntamento a sabato mattina per la manifestazione in difesa del punto nascita alle 9 davanti l’ospedale Profili di Fabriano spiega che “la richiesta che i sindaci dell’Ambito 10 stanno avanzando alla regione e al Ministero è quella di utilizzare gli spazi ancora aperti per provare a risolvere positivamente la situazione. Alla Regione e all’Asur chiediamo di prendere tutto il tempo necessario per poter incontrare il Ministro”. Ieri pomeriggio inviata missiva a Roma per chiedere incontro urgente col ministro a nome di tutti i sindaci dell’entroterra. Partito Democratico all’attacco: “Il governatore – dice Francesco Ducoli, segretario Pd Fabriano – ha cercato di tenere ferma la questione e di incontrare il Ministro, ma non c’è stato interessamento. L’unica soluzione è un vertice con il Ministro Grillo. Abbiamo ancora tempo, ma non molto”. L’obiettivo è ottenere dal Ministero, una deroga senza rischiare di perdere i 50milioni di euro di finanziamenti.

Le date

Dopo la richiesta di Asur del 31 gennaio per garantire continuità nell’assistenza e adeguato accompagnamento il 5 febbraio è stata definita una strategia riorganizzativa con un protocollo firmato dal direttore ospedaliero, il direttore del dipartimento materno infantile Cester e il responsabile dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia Mazzarini. Obiettivo: garantire l’attività senza interruzione di servizio e ridurre al minimo il disagio delle donne residenti nel Comune di Fabriano e nelle zone circostanti. In particolare:

entro e non oltre il 15 febbraio 2019 viene a cessare l’attività di accettazione e di ricovero per pazienti in gravidanza, al fine di espletamento di parti e di gestione di patologia ostetrica (correlata a stato di gravidanza in atto);

entro e non oltre il 20 febbraio 2019 dimissione delle pazienti ricoverate per patologia ostetrica e cessazione dell’attività del Punto Nascita;

a far data dal 20 febbraio 2019 si darà seguito a quanto operativamente previsto dal protocollo per mantenere/consolidare/implementare le attività. Al fine di garantire assistenza alle donne, verranno erogate presso la Unità Operativa di Fabriano, le seguenti attività: Attività ambulatoriali • Ostetricia o ambulatorio pre-concezionale o ambulatorio gravidanza a basso rischio (visite specialistiche, ecografie, procedure diagnostiche prenatali invasive: villocentesi e amniocentesi) • Ginecologia o ambulatorio ginecologico (visite, ecografie, isteroscopia, colposcopia, pap test) o attività ambulatoriali specifiche (adolescenza, menopausa, malattie sessualmente trasmesse, patologie cervico-vagino-vulvare) Attività chirurgiche • Ostetricia (Day Surgery, IVG) • Ginecologia (Day Surgery o in ricovero diurno)

Il punto di Olindo Stroppa

Da giorni stiamo assistendo ad uno sconcertante teatrino della politica riguardo la sopravvivenza del punto nascite di Fabriano, dove il Presidente della Regione minaccia di denunce il Sindaco il quale a sua volta scarica la responsabilità della situazione sulla Regione chiedendo le dimissioni del presidente. Siamo alle solite, ognuno cerca di scaricare le colpe sull’altro, quando sarebbe molto semplice per accertare i fatti, pubblicare gli atti che si hanno in mano, quindi oggettivamente capire come realmente stanno le cose e fare chiarezza. In tutto questo marasma politico nessuno pone possibili soluzioni al problema. Giorni fa è stato pubblicato un articolo dove si scriveva che grazie ad una modifica dell’accordo stato regioni il centro nascite poteva essere salvato. Capisco che siamo in campagna elettorale ma chiedo ai principali attori di questa vicenda di sotterrare l’ascia di guerra e di pensare principalmente al bene die cittadini. Facciamo valere i nostri punti positivi che sono:

1) mantenere in piedi il reparto ostetricia a Fabriano non comporta ulteriori spese per la sanità in quanto il nostro nosocomio dispone delle strutture necessarie per sicurezza del nascituro e della partoriente in quanto è dotato di reparto di rianimazione e di pediatria,
2) La posizione orografica del nostro territorio non permette un trasferimento agevole presso altre strutture ospedaliere,
3) E’ concreto il rischio che ci sia un esodo presso strutture della vicina Umbria questo comporterebbe una mobilità passiva con aggravio di costi per la Regione Marche che dovrebbe rimborsare alla regione umbra le spese.
4) Nel caso si decidesse di rimanere nella regione va aggiunto il costo per la ASUR per il trasporto sia della mamma che del personale ospedaliero in altra struttura.
5) Il disagio psicologico in cui si troverebbe la partoriente in un nuovo ambiente rispetto a quello della preparazione pre- parto ed ultimo ma non per questo meno importante il disagio economico dei famigliari che si vedranno costretti a trasferimenti in altre città.