UN CONCORSO PER I BOZZETTI DELLE INFIORATE DEL PALIO DI SAN GIOVANNI

Fabriano – Si accendono i motori della macchina organizzativa della nuova edizione del Palio di San Giovanni Battista di Fabriano. L’edizione numero 25 si svolgerà in concomitanza con l’Annual Meeting Unesco a giugno 2019. Per l’occasione l’Ente Palio ha pubblicato il bando per la realizzazione dei bozzetti per le infiorate artistiche. Tutta Italia potrà partecipare. “L’obiettivo – dice il presidente, Sergio Solari – è quello di rendere questo appuntamento una manifestazione nazionale. Non c’era occasione migliore del Meeting Unesco per fare il salto di qualità. La collaborazione con il Liceo Artistico Mannucci, comunque, continua: a loro spetterà la realizzazione del manifesto della 25esima edizione”.

Il primo concorso è gratuito ed aperto a tutti. Gli artisti, in forma singola o associata, dovranno realizzare un bozzetto sul tema: “A.D. 1406 Fabriano città creativa” che sarà il filo conduttore di tutto il Palio 2019. I bozzetti dovranno essere un’opera originale, realizzata a mano libera, senza ausilio di riproduzioni; andranno realizzati su un foglio di colore bianco naturale (no avorio) di tipo liscio, senza marcatura ne martellatura, non sono ammessi fogli ruvidi. Le dimensioni massime del foglio sono di 75 x 56 cm ed il bozzetto deve avere la dimensione tassativa di 54 x 45 cm, con orientamento orizzontale, in modo tale da ottenere un’infiorata di 7,20 x 6,00 m (fattore di ingrandimento per la realizzazione a terra di 13,33 volte le dimensioni del bozzetto). I bozzetti dovranno essere consegnati all’Ente Palio corredati da una spiegazione dettagliata dello stesso, redatta dagli estensori del bozzetto (max una pagina in formato A4), e dalla liberatoria come specificato a seguire. Per esigenze organizzative, è richiesta una iscrizione al concorso. Gli artisti che intendono eseguire un bozzetto sono pregati di inviare una mail di adesione all’indirizzo: segreteria@fabrianopalio.it entro il 31 gennaio 2019.

Il termine ultimo per la consegna dei bozzetti è fissato al 10 marzo 2019 e dovranno essere inviati in busta chiusa e non piegati al seguente indirizzo: ENTE PALIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – C/O PARROCCHIA DELLA B. MARIA VERGINE DELLA MISERICORDIA. LARGO FRATELLI ROSSELLI N.15 60044 FABRIANO (AN).

Tutti i bozzetti pervenuti entro la data di scadenza saranno messi a concorso e sottoposti alla votazione da parte di una commissione che esaminerà i bozzetti e ciascun gruppo di votanti sceglierà 4 bozzetti, I bozzetti selezionati (massimo 28) saranno sottoposti a votazione da parte di tutti i componenti della commissione ed i 4 più votati saranno dichiarati vincitori. Ai 4 vincitori sarà riconosciuto un premio di € 250,00 ciascuno. Successivamente alla dichiarazione dei 4 bozzetti vincitori, tramite evento pubblico, si procederà all’assegnazione degli stessi alle 4 porte. Se ogni porta avrà scelto un bozzetto diverso, questo automaticamente sarà abbinato alla porta che lo ha votato, mentre in caso di scelta plurima, ossia con due o più porte che hanno assegnato il maggior numero di preferenze allo stesso bozzetto, si procederà ad estrazione a sorte. Il bozzetto vincente nell’anno in corso, sarà il logo che andrà a rappresentare l’immagine del “Palio di San Giovanni Battista” dell’anno successivo.

Anno Domini 1406 Fabriano città creativa

“… Era un tempo fa con buon regolamento diretta, e li suoi Statuti particolari ed assai antichi confermati furono nel 1406 da Chiavello Chiavelli Vicario per la S. R. C. di Fabriano…” (1)

Il Palio di San Giovanni Battista raggiunge il quarto di secolo, la sua XXV edizione vuole celebrare Fabriano, dal 18 ottobre 2013 Città Creativa UNESCO per Artigianato e Arti popolari. La XXV edizione si svolgerà nell’anno in cui la città ospita il XIII Annual Meeting delle Città Creative, ed il Palio vuole rendere omaggio alla creatività medioevale che ha reso famosa la città. Il tema del 2019 vuole analizzare Fabriano quale metaforica forgia di idee, grande opificio urbano di manufatti, di arte, di cultura e di bellezza. Genius Loci lungo le sponde del fiume Giano caratterizzato dallo sviluppo delle attività economiche esercitate dalle varie “arti”, tra cui si distinsero quelle dei Fabbri, della Lana, dei Calzolai, dei Conciatori di pelle (legate alla pecora appenninica), dei Guarnellari (fabbricanti di abiti da lavoro per i contadini), dei Merciai e dei Cartari, arte che avrebbe reso famosa Fabriano ben oltre i confini della penisola italiana.
Fin dalla sua fondazione la città della carta ha espresso una vocazione imprenditoriale, come scrive lo storico Jacques Le Goff: “Il commercio è nato dall’industria e non viceversa”. La città medievale non è però soltanto un centro di sviluppo economico che grazie al suo artigianato, ai suoi mercanti e i banchi dei cambiavalute, che diventarono banchieri, anima la crescita economica europea, ma dal punto di vista sociale essa comincia a delineare anche un modello di democrazia. La mole del palazzo del Podestà, edificato nel 1255 in forme romanico-gotiche, testimonia l’importanza che avrebbe ben presto assunto il governo comunale delle arti e corporazioni grazie alla sola forza creativa e del lavoro. Una creatività che si traduce in un’estetica urbana che non può essere iscritta all’urbanistica, ma ad una costruzione della città come “opera d’arte” nella quale lo spazio si percepisce attraversandolo e dove gli abitanti incarnano l’eterno impulso dell’essere umano a realizzare, costruire, forgiare, inventare, plasmare.

Quando, nel 1406, Chiavello Chiavelli, conferma gli antichi statuti delle arti, il Signore di Fabriano riconosce il lavoro e la creatività delle genti della Valle del Giano grazie ai quali la città è al culmine dello sviluppo artistico, del potere, del prestigio, della ricchezza. Fabriano, al pari di altre e più grandi città italiane, si pone quale testimonianza di storia medioevale. In Italia si afferma un ceto dirigente, produttivo e mercantile, distribuito in molteplici centri, che distingue il Bel Paese dal resto d’Europa, dove si affermano monarchie e poteri centrali.

Nello sviluppo della città italiana dal XI al XV secolo possiamo distinguere tre fasi. Nella prima fase abbiamo l’affermarsi di gruppi di aristocratici che prendono il potere a danno del Conte o del Vescovo, i quali avevano governato fino a quel momento con l’affidamento diretto da parte dell’Imperatore o del Papa. Nella seconda fase, di fronte alle divisioni in fazioni contrapposte dell’aristocrazia (il principale conflitto fu quello tra Guelfi e Ghibellini), il potere fu demandato ad uno straniero, dotati di poteri limitati, il Podestà. Infine la terza fase con il governo dei mestieri e corporazioni delle elite mercantili ed artigianali. Arti e corporazioni che conquistano il potere grazie a grandi qualità imprenditoriali, produttive, mercantili sostenute da una fortissima capacita creativa ed innovativa. Scrive Jacques Rossiaud, “la città medievale è innanzitutto una società pullulante, concentrata in un piccolo spazio, nel mezzo di vaste distese scarsamente popolate. È poi un luogo di produzione e di scambio dove si mescolano l’artigianato e il commercio alimentati da un’economia monetaria. È anche il centro di un sistema di valori particolare dal quale emerge la pratica laboriosa e creatrice del lavoro, il gusto per il negozio e il denaro, la tendenza al lusso, il senso del bello. È ancora una forma di organizzazione di uno spazio chiuso da mura, dove si entra da porte e dove ci si muove attraverso vie e piazze costellate di torri. Ma è anche un organismo sociale e politico, fondato sul vicinato, dove i più ricchi non si strutturano in una gerarchia, ma formano un gruppo di “uguali – seduti fianco a fianco – che governano una massa unanime e solidale. In opposizione al tempo tradizionale, inquadrato e scandito dalle campane regolari della Chiesa, questa società laica urbana ha conquistato un “tempo comunitario” che le campane laiche segnano nell’irregolarità dei richiami alla rivolta, alla difesa, al soccorso”.

F. Carlo Graziosi così descrive Fabriano(1): “(…) Ma dove tralascio l’Arti? Che riconoscono quivi il loro principio sino dalla loro edificazione primiera di questo luogo. Imperocché i Sentinati – primi Costruttori del medesimo – nulla di meno fossero con ricchezze venuti, anzi per le spese grandi da loro fatte per gli edifici de Muri e per le case, senza il lucro di cosa alcuna divenuti esausti, pensarono, per sostentarsi in questo nuovo Paese, di piantare in questi Colli in gran numero Vigne e nella pianura, che non solo era sassosa, ma buona parte di selcie e boschi, di seminarvi frumenti ed altre biade, e riflettendo che non avrebbero potuto con le sole entrate mantenersi s’applicarono alle Arti (…) Oltre a quelle de Fabbri che fu la prima, l’ Università de quali è collocata nella Piazza del Mercato alla Riva del fiume Giano, non potendosi altrove esercitarsi per disposizione del nostro Statuto, che ne vieta in altre parti l’ esercizio. (…) Con tutto ciò che il medesimo sia dotato di molte sorte d’ arti, conforme ora si scorgono: nulla di meno ne tempi più antichi tre erano le principali cioè: della Lana, della Carta e del Corame, e per mezzo di queste mettevansi in tanti denari, che non può giudicarsi (… ).

Giampaolo Ballelli
Responsabile Storico Ente Palio di San Giovanni Battista