SINDACI AL PROFILI, “GLI OSPEDALI DI AREA VASTA DEVONO FUNZIONARE”

di Marco Antonini

Incontro, venerdì 30 novembre, del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, insieme ai primi cittadini di Senigallia e Jesi, all’ospedale Profili. Con Maurizio Mangialardi e Massimo Bacci e i vertici di Area Vasta 2 sono state passate in rassegna le criticità del nosocomio. Solo la settimana scorsa analogo sopralluogo in Vallesina (foto).

“Con i sindaci di Jesi e Senigallia – dichiara Santarelli – ci siamo ritrovati ancora una volta insieme, stavolta all’ospedale di Fabriano, per un nuovo confronto con la direzione di Area Vasta, presente anche l’assessore alla sanità di Jesi Marialuisa Quaglieri, l’assessore ai servizi alla persona di Fabriano, Simona Lupini e la direttrice sanitaria, Stefania Mancinelli. È stata l’occasione per esplicitare al direttore generale Maurizio Bevilacqua ed ai suoi collaboratori la necessità di procedere alla nomina dei direttori delle varie Unità complesse nei tre plessi ospedalieri che risultano ancora vacanti ed in particolare Medicina, Rianimazione, in due casi Ortopedia e Pediatria, Ginecologia e Radiologia. Abbiamo sottolineato anche un altro aspetto. Per permettere al direttore del presidio ospedaliero unificato un miglior coordinamento gestionale ed organizzativo in una logica di rete, diventa indispensabile che lo stesso possa essere supportato da figure professionali per la disciplina di direzione medica di presidio. Continueremo questo percorso condiviso con le tematiche legate al personale ed alle strutture dei tre plessi ospedalieri sempre nell’ottica di un Ospedale Unico. “Riaffermiamo – dice Santarelli – la necessità che l’ospedale unico tra le città deve essere fatto funzionare con una organizzazione che lo consideri come un organismo dialogante. Siamo compatti nel richiamare ognuno al rispetto dei propri ruoli e nel richiedere che i cittadini possano aver accesso alle prestazioni. Tutti e tre gli ospedali hanno problemi e i disservizi in una delle tre strutture si trasmette negativamente sugli altri. La carenza di personale è diffusa e a fronte di un piano di assunzioni di oltre 3 milioni sono stati messi a disposizione appena 800 mila euro”.

Da tempo anche l’associazione Fabriano Progressista alza la voce. “Mancano anestesisti perché a fronte di un organico di 17 specialisti ne risultano in servizio 10 – denuncia il consigliere comunale, Vinicio Arteconi – e l’attività chirurgica è dimezzata. Tutto questo determina un allungamento delle liste di attesa degli interventi programmati, che si allungano sempre più e riduce della metà la complessiva attività operatoria. Arteconi evidenzia che un anno e mezzo fa è stato fatto un concorso, ma dei 19 anestesisti risultati idonei sono stati dirottati verso altre Aree Vaste”.

I numeri parlano da soli. Per quanto riguarda la Chirurgia generale si registra una lista d’attesa di 350 interventi. La precedenza va a quelli oncologici. Attualmente si registrano sedute impegnate fino al 28 febbraio; fino al 30 marzo 2019 per i reparti di Urologia e Otorino. “Non si riesce a gestire la quotidianità – attacca Arteconi.- Il contratto non viene rispettato: turni, ferie, aggiornamento, malattie trovano il tempo che trovano. L’attività ambulatoriale si riduce e ne pagano le conseguenze la terapia del dolore e le visite pre-operatorie. Che fine hanno fatto poi i 10 milioni di euro stanziati per le nuove sale operatorie?”. Non ci vuole molto a comprendere che il reparto Chirurgia è il centro strategico: se funziona a singhiozzo ne risente tutta la struttura ospedaliera.

Trapianti nelle Marche

Le Marche hanno raggiunto il traguardo di 1.016 organi trapiantati. L’evento, “storico” per la nostra regione, è stato celebrato alla Mole Vanvitelliana di Ancona, con una cerimonia per ringraziare i professionisti, gli operatori e i volontari della Rete trapianti delle Marche. “È un risultato importante da molti punti di vista, partendo da un’azienda che è in grado di garantire interventi di alto livello e alta qualità – ha detto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli – Torrette ha questo ruolo centrale nella sanità marchigiana, lì si concentra l’alta specializzazione ed è in grado di essere all’avanguardia in un’attività complessa com’è il trapianto”.

Qui nelle Marche, ha affermato Nanni Costa (direttore generale Centro nazionale trapianti) “le cose stanno andando bene. Credo che il risultato che hanno ottenuto i professionisti sia veramente buono, ma credo anche che ci sia una rete di collaborazioni che sta funzionando ottimamente. A livello nazionale permane il tema delle donazioni. Una questione importane è quella della donazione di rene da vivente. Le Marche hanno appena iniziato e sono sicuro che le cose andranno bene. Altrettanto bene le Marche si distinguono nelle relazioni con i diversi centri dialisi. C’è un tema su cui bisogna invece cominciare a lavorare con forza e che richiederà impegno: è la cosiddetta donazione a cuore fermo cioè dei soggetti di cui è accertata la morte con arresto cardiaco di 20 minuti. Si possono fare donazioni e bisogna farle anche qui ad Ancona: è un modo per aumentare i donatori”.

Dal maggio 2005, anno di attivazione del Centro trapianti presso l’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali riuniti di Ancona, al 22 novembre 2018, sono stati effettuati 1.005 trapianti. Hanno coinvolto 1.016 organi: 490 trapianti di rene, 499 di fegato, 2 di pancreas, 6 combinati fegato-rene, 5 rene-pancreas, 3 di rene da donatore vivente, con una media annua di 36 trapianti per fegato e rene, ben al di sopra dei requisiti nazionali del recente Accordo Stato Regioni (30 trapianti di rene e 35 di fegato annualmente). Gli ottimi risultati conseguiti sono testimoniati, per il fegato, dalla sopravvivenza dei trapiantati che, a cinque anni, supera il 70 per cento, mentre, dopo undici anni, oltre il 75 per cento dei reni trapiantati risulta ancora valido e funzionante. Diversi pazienti extraregione hanno utilizzato il Centro marchigiano per il trapianto di organi: nel triennio 2016-2018 sono stati cento, provenienti da dieci regioni diverse. In particolare, numerosi umbri, da anni, individuano il Centro di Ancona per il trapianto di fegato: sui 499 effettuati, 57 sono avvenuti su pazienti dell’Umbria. Significativa è poi la rete di collaborazioni in atto: con l’Umbria per la Banca degli occhi di Fabriano e per la condivisione dei programmi di trapianto di rene e fegato, con la Toscana per la partecipazione comune alla gara di affidamento del servizio di trasporto aereo di organi ed équipe sanitarie per i prelievi e i trapianti. Sul fronte della raccolta organi, le Marche si confermano regione solidale e partecipe. Significativo, al riguardo, è il raffronto tra dati parziali 2018 e quelli 2017 che consente già di presumere il superamento degli ottimi risultati dello scorso anno: donatori segnalati (accertamenti di morte) 80 rispetto a 89; donatori procurati (consenso acquisito) 52 e 54; donatori utilizzati (in base all’idoneità degli organi segnalati) 41 e 48. Insieme a Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, le Marche si sono sempre collocate nel gruppo delle regioni virtuose, ben al di sopra della media nazionale della raccolta organi. Due sono le iniziative che hanno permesso di consolidare le donazioni: le dichiarazioni di volontà all’atto del rilascio o rinnovo della carta di identità, che hanno coinvolto 32 Comuni marchigiani nella fase sperimentale, oggi estese, per legge, a tutti i Comuni italiani; il progetto “Donaction” di sensibilizzazione nelle scuole e attraverso i social. Per quanto riguarda le espressioni di volontà nelle Marche, su 105.737 manifestate, 69.039 sono state raccolte dai Comuni, 34.068 dall’Aido e 2.630 dalle Asl.