LA MOSTRA DI ROBERTO MOSCHINI NEL CUORE DI FABRIANO

Fabriano – “Il profumo dei suoni attraverso il colore: Egitto. Un’umanità sospesa tra storia e poesia” in mostra in Corso della Repubblica 11. Sabato 1 dicembre alle ore 17 in pieno centro storico si terrà il taglio del nastro della Mostra pittorica del maestro Roberto Moschini, che potrà essere visitata sino al 6 gennaio 2019. Il vernissage vedrà la presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Fabriano, Ilaria Venanzoni, oltre quella di importanti figure fabrianesi appartenenti al mondo dell’arte, tra le quali Valeria Carnevali, cui è stato affidato il testo critico del prezioso catalogo che istoria una rassegna di quadri pennellati dopo il ritorno di questo nostro artista dal Cairo.

“Le emozioni che ho provato a contatto con questa terra – ci risponde alla domanda su quante opere vedremo – o meglio con le sabbie e gli Dei d’Egitto, non sono documentabili con la fotografia, perché modellate e dipinte seguendo i miei sensi che hanno assorbito sollecitazioni del misterioso passato e di aspetti attuali. Il passato, di questa civiltà del Nilo, a volte collegato ad un singolare Pantheon, mi ha fatto intuire e realizzare tele come il trittico con Nut, che ha il profilo di Aicha, e Geb, mentre il presente, visto nella realtà del quotidiano, mi ha ispirato con le parabole televisive che proliferano in uno spazio illimitato, come un’immensa fungaia sulle terrazze del Cairo abitate e vissute dai portieri dei palazzi e, a volte, anche da qualche cicogna che nidifica lì. Ma le parabole proliferano anche sulle minuscole abitazioni lungo il Nilo, suscitando emozioni metafisiche. In una visita al Museo Egizio ho realizzato due disegni dai ritratti di El Fayum, cosa che non ho potuto fare quando, insieme ad Aicha e ad un amico, il 30 dicembre 2007 ho raggiunto l’oasi di El Fayum, trovando purtroppo chiuso per restauro il Museo che ospita settanta ritratti. Nel viaggio di ritorno al Cairo mi sono apparse, come un inatteso miraggio, le tre piramidi e la Sfinge. In quei giorni abbiamo visitato le incredibili e popolose città dei morti e la città della spazzatura. Non so dimenticare, inoltre, l’emozione provata nella visita alla nuova e modernissima Biblioteca di Alessandria e la sorpresa di vedere, grazie all’amico che ci ha accompagnati al Museo della Marina, le “sirene”, sia pure impagliate. Attraverso la crociera lungo il Nilo si è svolto il defilé di ciò che il mondo conosce: le dimensioni ciclopiche delle sculture e dei templi che ci fanno sembrare delle formiche; il tempio di File, il tempio di Edfu, la valle dei Re, Karnak e Luxor; infine a Helouan il giardino giapponese al quale ho dedicato svariati acquarelli e dodici piccole tele, come quelle dedicate al ricordo di Zamalek, l’isola lungo il Nilo con le sue acace dai fiori fiammeggianti”.

In venti righe e non con un solo numero, Moschini, ci ha ben descritto non quanti ma quali dei suoi tanti lavori vedremo “Il Cairo – sono ancora sue parole – ha una vitalità che corre in mille direzioni, quindi anche nei tumulti e nelle sommosse. Nel pensare alla magia dell’Egitto, ricordo che nei primi giorni dell’agosto 2007 mi incontrai con Silvia Cuppini, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Urbino e le presentai Aicha con la quale mi ero sposato in maggio al Cairo. In quell’occasione Silvia mi disse che Aicha era l’opera più bella che io avessi mai realizzato. Aicha svolgeva lezioni di lingua francese ai bambini della scuola “Le Palmier”. Lì, in un piacevole mattino, fui presentato come pittore e invitato a disegnare alla lavagna le figure che, volta per volta, i bambini mi chiedevano di realizzare; figure che, sovrapponendosi, creavano un mondo di totale fantasia. Fu così che, assorbito in un tempo astratto, tornai per poco anch’io bambino”.

Un “Bambino” che ad ottantuno anni tornando dal Cairo, “metropoli conosciuta e amata – scrive la Carnevali – alla quale ha già dedicato, in anni precedenti, una profonda riflessione estetica tra pittura di paesaggio ed evocazioni di matrice simbolista; ma è un Roberto Moschini che rivela elementi di inconsueta espressione, rispetto ai modi che gli sono peculiari in questa nuova mostra: da una parte torna ad osservare e a rappresentare il fluire quotidiano della città, e lo rilascia sul supporto, che sia carta o tela, disegnando e dipingendo ciò le lo sguardo registra e che la mente filtra; tornano quindi le moderne architetture che si affacciano sullo scorrere del Nilo, giardini, cupole e minareti, ma anche distese urbane dai tetti infestati da parabole per la ricezione satellitare ed antenne, elemento che colpisce la sensibilità d’artista e che racconta la capitale egiziana come innesto di suggestiva tradizione e caotica modernità- conclude la Carnevali – divenuto ormai ottuagenario, avendo vissuto intensamente una vita fatta di viaggi, passaggi ed incontri tra Oriente e Occidente, Roberto Moschini conferma nella sua più recente produzione l’amore e lo stupore che ha sempre riservato al genere umano, senza lasciarsi prendere da scoraggiamento e disillusione, ma anzi, trovando nella forza d’animo collettiva e nella speranza condivisa una risposta alla rudezza della Storia”.

d.g.