“FABRIANO HA BISOGNO DI SOLUZIONI”. A TU PER TU CON FEDERICO CASTAGNA, CONFARTIGIANATO

Dal 18 al 21 ottobre il settore dell’artigianato locale è protagonista di un nuovo evento, il Primo Salone Internazionale dell’Artigianato. Ne parliamo con Federico Castagna, il giovane responsabile territoriale della Confartigianato di Fabriano, in vista anche dell’importantissimo Annual Meeting delle Città Creative del 2019 che si terrà proprio a Fabriano, Città Creativa UNESCO.

Federico, così giovane e già con un ruolo determinante in un settore quale quello artigianale, così profondamente radicato nel territorio. Chi è innanzitutto Federico Castagna?

Possiedo una laurea magistrale in pianificazione dell’ambiente del territorio e del paesaggio conseguita all’Università di Camerino, dopodiché ho deciso di iscrivermi, dopo aver superato l’esame di stato, all’albo nazionale dei biologi e successivamente ho acquisito formazione ed esperienza come biologo ambientale. Le prime esperienze lavorative avvengono all’interno di studi di consulenza che si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro ed igiene degli alimenti, fino ad arrivare all’interno del sistema Confartigianato operando da prima nella società di servizi ambiente e sicurezza Sinca fino ad arrivare ad assumere il ruolo di responsabile territoriale di Fabriano per la Confartigianato imprese Ancona – Pesaro e Urbino. Un biologo a contatto con il modo artigiano e sindacale, qualcuno potrebbe quasi rimanere di stucco ed invece sto verificando ogni giorno, durante i miei sopralluoghi presso le aziende,  che grazie agli studi effettuati sono in grado di essere perfettamente a conoscenza di tutti quelli che sono i loro adempimenti, visto che oggi come oggi c’è una grossissima attenzione rivolta ad un alto livello di qualità, igiene e sicurezza all’interno delle aziende e tutto questo riguarda anche il comparto artigiano. Un ruolo che intendo esercitare con il massimo dell’energia e dell’impegno, mi metto a disposizione degli imprenditori sempre con la massima trasparenza e correttezza ascoltando le loro esigenze. Sicuramente sento di avere delle importanti responsabilità ma sono anche convinto che la Confartigianato abbia tutti gli strumenti necessari da fornire alle piccole imprese per una corretta gestione dell’attività.

Il Primo Salone Internazionale dell’Artigianato sarà un’occasione per un confronto aperto e costruttivo anche sulle problematiche del settore. Secondo Confartigianato quali prospettive possono aprirsi per l’artigianato del nostro territorio grazie a questo evento?

Prima di tutto ringrazio enormemente il Comune di Fabriano, nella figura dell’assessore Barbara Pagnoncelli, per aver invitato la Confartigianato a collaborare all’iniziativa. Fabriano ha bisogno di soluzioni per uscire da una forte crisi economica che perdura da diversi anni ormai. All’interno del salone dell’artigianato la Confartigianato porterà diversi artigiani, tra cui anche le eccellenze dell’artigianato artistico che partecipano al circuito Confartigianato” La Via Maestra” per la promozione delle eccellenze e del territorio: restauratori, orafi, ceramisti, esperti nella fabbricazione della carta fatta a mano, di strumenti musicali e altro ancora. Durante i quattro giorni della manifestazione l’artigianato sarà messo in evidenza in tutte le sue sfaccettature anche attraverso laboratori, workshop, convegni e spettacoli. Sarà sicuramente un evento orientato all’avvicinarsi dell’Annual Meeting delle città Creative del 2019. Mi auguro che eventi del genere possano fare da spinta propulsiva, soprattutto per i più giovani, per far conoscere le opportunità che l’artigianato può offrire loro. Se non vogliamo far morire l’artigianato, è fondamentale che questi mestieri siano tramandati, dobbiamo avere quindi sia persone disposte a donare il loro saper fare che giovani disposti a recepire questo bagaglio professionale e farlo diventare il proprio lavoro nella vita.

In base ai dati in possesso della vostra associazione di categoria, com’è la situazione del settore artigianale locale?

L’economia fabrianese sta attraversando una fase di transizione in cui sono ancora evidenti i segni lasciati dalle difficoltà degli ultimi anni. Le imprese però stanno reagendo, sono 1.281 quelle artigiane, radicate sul territorio e al contempo proiettate alla sfida dei mercati globali. Sono 24 le iscrizioni e 21 le cessazioni nell’artigianato nel secondo trimestre secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi della Confartigianato. Un trend che, nella sostanza, non si discosta da quello del medesimo periodo dello scorso anno (20 aperture, 20 chiusure d’attività).  La strada della ripresa non è ancora delineata, eppure gli imprenditori si impegnano ad innovare prodotti e servizi, si sforzano ogni giorno per migliorare la produttività e garantire l’occupazione, cercano nuovi mercati. Uno sforzo che va incentivato e supportato, con misure che consentano da una parte di salvaguardare le imprese attive, così come dall’altra di favorire la nascita di nuove attività, anche in settori non tradizionali o capaci di sfruttare nicchie o altri segmenti di mercato. Dei driver di interesse su cui puntare possono essere il turismo e le eccellenze creative espresse dal territorio. La tutela e il rilancio del manifatturiero, comparto che rappresenta da sempre l’asset strategico del distretto, in questo contesto è fondamentale. C’è grande interesse per il nostro made in Italy, con la richiesta di produzioni di qualità e di alto artigianato. Le tante nicchie della “coda lunga” del mercato globale cercano infatti prodotti artigiani perché non replicabili in altri contesti e totalmente peculiari, dato il loro profondo legame con la storia, la cultura, la tradizione del territorio.  Perché le  micro e piccole imprese siano poste nelle condizioni di esprimere totalmente le proprie potenzialità, vanno però eliminati i tanti ostacoli in tema di fisco, burocrazia, infrastrutture, credito, che le frenano. Crediamo in una vera alleanza, tra imprese e Istituzioni, per percorrere la strada della ripresa economica e sociale. Questa area ha grandi potenzialità, e vogliamo costruire un progetto di sviluppo che ci veda protagonisti in un dialogo proficuo e costante con le Istituzioni locali a beneficio del territorio.

Parliamo di infrastrutture e della drammatica situazione del completamento dei lavori della S.S.76.Che posizione ha assunto in merito la Confartigianato Imprese e quali possibili soluzioni suggerisce? La politica può essere determinante per una rapida soluzione della questione Astaldi?

La Confartigianato ritiene drammatica la situazione che si sta creando sul completamento della SS 76 e delle opere inerenti la realizzazione della Pedemontana. Abbiamo avuto diverse traversie sul completamento delle infrastrutture stradali a partire dalla SS 76, quando sembrava che tutto andava bene con il cronoprogramma che prevedeva il completamento entro il 2017/ primo trimestre 2018, sono arrivate prima le nuvole ed ora la tragica situazione del blocco dei lavori e di un territorio che, non solo perde un collegamento strategico e quindi viene isolato, ma ci cade addosso il  concordato con continuità che, di fatto,  affonda anche tante imprese marchigiane che vantano crediti importanti. Il completamento della SS76 è essenziale e non rinviabile. E’ una battaglia vitale che intendiamo fare con tutte le nostre forze; siamo intervenuti sull’argomento diverse volte, abbiamo incontrato in luglio a Jesi il Senatore Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici, non ultima la nostra partecipazione alla manifestazione sindacale svoltasi all’uscita di Valtreara e siamo disponibili a collaborare con tutti per lo sblocco della situazione. La Politica ed il Governo in particolare possono incidere positivamente su questa situazione, favorendo l’iter burocratico delle pratiche e dei finanziamenti attinenti il completamento dell’opera (vedi riunione CIPE rinviata all’infinito) e facendo una adeguata pressione sull’ANAS, la Quadrilatero e la Astaldi stessa affinchè vengano fatte le operazioni necessarie per far riprendere i cantieri ed aprire alla circolazione tutti i lotti possibili che sono in fase di conclusione. Si parla di cessione del ramo di azienda, anche questa è un’ipotesi come già accaduto in passato, l’importante è che i lavori ripartano velocemente. Altra questione di non secondaria importanza è quella dei i posti di lavoro dell’indotto ed i crediti vantati da quanti hanno lavorato per la Astaldi o per i loro diretti fornitori. Non è possibile affondare le imprese del territorio ed in questo senso va individuata una risposta concreta ed immediata. Confartigianato è impegnata per rimuovere il blocco dei lavori e per dare risposte ai lavoratori ed agli imprenditori che fino ad oggi hanno realizzato le opere e con le risposte giuste potrebbero concorrere all’ultimazione dei lavori della SS76.

Gigliola Marinelli