VIA LIBERA ALLA MOZIONE IN CONSIGLIO. LA PROTESTA DI CASAPOUND NEGLI OSPEDALI

Tutelare l’ospedale e monitorare lo stato di avanzamento dei lavori della S S 76 per evitare il rischio incompiuta. Via libera alla mozione in difesa del Profili ieri pomeriggio, 6 settembre, nel corso del consiglio comunale che si è riunito a Palazzo del Podestà. Il documento intende aprire una discussione su due regione, Marche e Umbria, per ridisegnare le aree vaste e creare l’Area vasta montana. In mattinata c’era stata una presa di posizione di Andrea Giombi, presidente della commissione, che aveva criticato “la decisione di rimandare la votazione in consiglio comunale” e aveva definito “inqualificabile il comportamento del Movimento 5 Stelle”. La replica del presidente del Consiglio, Giuseppina Tobaldi, non si è fatta attendere. “Non c’è nessuna intenzione – spiega – di boicottare un bel niente, ma di lavorare perché il documento sia il più possibile efficace. Senza posizioni di appartenenza politica essendo la salute un bene comune”. Nel corso dei lavori, nonostante non fosse all’ordine del giorno, è arrivato il via libera. La maggioranza ha chiesto di coinvolgere i sindaci dell’Unione Montana e gli altri sindaci coinvolti, sia del Maceratese che dell’Umbria, prima di trasmettere il documento ai parlamentari marchigiani, al consiglio regionale e ai vertici sanitari. L’obiettivo è quello di creare un’Area vasta montana con Fabriano capofila insieme al vicino ospedale di Branca. Primo passo un vertice tra tutti i soggetti coinvolti. Sull’ospedale c’è da segnalare la protesta di Casapound che attacca la Giunta regionale per la cattiva gestione della sanità pubblica.

La protesta di Casapound

“Ceriscioli: la salute non si smantella” questo il testo affisso dai militanti di CasaPound in vari ospedali della provincia e nel palazzo della regione; un atto di accusa contro la giunta regionale per la cattiva gestione della sanità pubblica. “Per Ceriscioli e l’amministrazione regionale – si legge in una nota di Emanuele Mazzieri, esponente di CasaPound – la sanità pubblica si ferma a Torrette, trascurando del tutto il resto della provincia. Per quanto il plesso di Torrette rappresenti un’eccellenza non è accettabile o giustificabile che il rovescio della medaglia sia lo stato di abbandono in cui versano gli altri ospedali, spesso sotto organico, con strutture vecchie ed inadeguate, reparti smantellati e tempi di attesa infiniti Tutto ciò è reso ancora più grave dall’intento, più o meno nascosto, di proseguire la linea di privatizzazioni cominciata dalla vecchia giunta Spacca, andando così a sostituire all’interesse di tutti il profitto di pochi. Dal 2016 i privati hanno beneficiato di un ‘regalo’ di 2 milioni di aumento di budget destinato appunto alla sanità privata. Addirittura il 16% dei posti letto ospedalieri è finito nelle mani dei privati, così come il 60% della lunga degenza e della riabilitazione. Per quanto riguarda le strutture socio sanitarie, come case di riposo o simili, ne sono state privatizzate il 41%, il quale rappresenta ben il 77% di posti letto. Vogliamo citare – continua Mazzieri – tre esempi di mala gestione nella nostra provincia: gli ospedali di Fabriano, Osimo e Senigallia. Cominciando da quello di Fabriano, dove il battibecco tra sindaco, appartenente al Movimento 5 Stelle, e la giunta regionale di centrosinistra ha assunto toni squisitamente propagandistici: un rimbalzarsi reciproco di accuse e competenze il cui risultato è un punto nascite che chiuderà a breve senza una reale alternativa. A peggiorare la situazione il sospetto che il punto nascite verrà chiuso per favorire quello di Branca, in una sorta di scambio con la regione Umbria per l’eliambulanza data in dotazione proprio all’ospedale di Fabriano.

Punto nascita – prosegue la nota – che non è stato risparmiato nemmeno a Osimo, nonostante rappresentasse una riconosciuta eccellenza. Ma è l’intero ospedale ad essere nel caos perché a corto di personale, con interi reparti che durante il periodo estivo chiudono per ferie. Una situazione ormai insostenibile per i cittadini, alla quale il sindaco ha reagito inventandosi un messaggio di un fantomatico turista che lo ringraziava per le cure ricevute al pronto soccorso osimano, buttando altra benzina sul fuoco. Infine, il caso di Senigallia – conclude Mazzieri – finito addirittura sotto i riflettori di Striscia la notizia, a causa di un macchinario per la risonanza magnetica, acquistato nel 2014, che, tra ritardi e lavori, ancora non è entrato in funzione. Anche qui la carenza di personale impedisce ai vari reparti di svolgere la loro normale attività medica o addirittura, come nel caso di Gastroenterologia, porta alla loro chiusura. A ciò si aggiungono i disagi causati dai tempi biblici per le liste d’attesa per il laboratorio analisi. Già da questi esempi risulta abbastanza chiaro in quale situazione versa il sistema sanitaria provinciale, ormai dilaniata da tagli, privatizzazioni e logiche clientelari. Ma a fare le spese sono sempre e solo i cittadini”.

m.a.