SAGRAMOLA: “BRANCA E ALTRI 50 PUNTI NASCITA APERTI E NOI DOBBIAMO CHIUDERE”

L’ex sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola all’attacco per difendere l’ospedale Profili. “Qualcuno dovrà spiegare perché Branca, in Umbria e circa altri 50 punti nascita che sono all’incirca nelle nostre condizioni restano aperti e noi dovremmo chiudere” l’affondo dell’ex primo cittadino della città della carta nonché segretario provinciale del Partito Democratico. Sagramola lancia un allarma ben preciso che la politica non può far cadere: ci sono figli e figliastri visto che a chiudere, perché senza deroga se non interviene Governo e Regione, è solo la sala parto di Fabriano.

Il riferimento, ad esempio, è all’ospedale di Branca, a circa 25 minuti di macchina, nella vicina Umbria. Anche questa struttura non raggiunge il numero di parti minimo, 500 per avere la deroga. Eppure molti fabrianesi vanno a partorire in questo reparto e in Umbria non si è mai messa in discussione la sopravvivenza di questa sala parto. Da qui l’interrogativo di Sagramola che chiede spiegazioni sul perché Fabriano chiude e altri no. Grazie alla strada nuova raggiungere Branca e quindi Perugia è molto più facile che andare a Jesi o Ancona e nell’ipotetica gara su chi resiste è sottointeso che dovrebbe avere la meglio la città della carta viste le precarie strade, la Ss76 in primis, che conducono agli altri ospedali. La presa di posizione è arrivata a pochi giorni dall’invio, da parte del Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, di una missiva a Roma per chiedere la deroga per il punto nascita. “Il Presidente ha dimostrato da che parte sta. Ha mantenuto gli impegni”, il commento dell’ex sindaco che ripercorre la vicenda che sta indebolendo, da anni, il Profili.

“Anni fa protestai per una decisione della Regione e del suo partito che procedeva alla chiusura del punto nascita di Fabriano insieme ad Osimo e San Severino mettendoli sullo stesso piano, pur non essendo nelle stesse condizioni di sicurezza. La protesta divenne battaglia – prosegue – quando mi si disse che era una questione politica e non tecnica: si chiudevano tutti quelli sotto a 500 parti senza distinzione. Allora con un’azione politica, legata anche alle manifestazioni in strada di tante persone fummo capaci di far cambiare linea al Presidente ed al Partito Democratico regionale supportando le nostre proteste con un progetto di equipe con i medici del Salesi, approvato dal Presidente Ceriscioli e redatto dall’Asur che ora é stato messo in discussione a Roma. Per questo motivo – conclude – il Presidente ha scritto al Ministro Grillo per ottenere la deroga”.