PRIMO MAGGIO, LA SICUREZZA È IL CUORE DEL LAVORO

La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è il tema che CGIL, CISL, UIL hanno deciso di affrontare per il Primo Maggio 2018. A Prato, dove si terrà la manifestazione nazionale e in centinaia di altre piazze d’Italia. Lo hanno deciso proprio perché il tema della sicurezza è ancora un’emergenza nazionale e lo è ancora di più alla luce della ripresa, anche se ancora debole, del lavoro e dell’occupazione. Anche nella nostra regione, come nel resto del Paese, il numero degli infortuni sul lavoro è tornato a crescere: nel 2017 si sono sfiorati i 19 mila infortuni denunciati di cui 33 mortali e nei primi tre mesi del 2018 sono morti altri 4 lavoratori. Sono dati allarmanti e inaccettabili che interrogano tutti, sindacati, imprese, istituzioni, perché tutti devono fare la propria parte per affermare la cultura della sicurezza, della prevenzione e della qualità del lavoro: è su questi temi che si misura il grado di civiltà di un Paese. C’è davvero bisogno di un rinnovato impegno da parte di ognuno dei soggetti in campo e occorre innanzitutto un investimento maggiore in termini di prevenzione e controlli, a partire da quelli in capo al servizio prevenzione dell’ASUR che deve essere potenziato al più presto, incrementando adeguatamente le risorse a esso destinate. Inoltre, deve far riflettere soprattutto il fatto che, dall’analisi delle dinamiche degli infortuni, emerge che si continua a morire come 50 anni fa, cadendo dalle impalcature, schiacciati dai trattori o travolti da carichi dall’alto: altro che digitalizzazione e lavoro 4.0!

La ripresa, purtroppo, ci consegna un quadro molto simile a quello del passato dove si continua a giocare la competizione sul costo del lavoro anziché su investimenti, innovazione, nuove tecnologie e valorizzazione delle competenze e delle intelligenza che il lavoro può esprimere. Dunque, anche di fronte a una ripresa economica lenta, occorre porci il problema della qualità del lavoro, della dignitosa condizione di vita delle persone, come elementi imprescindibili per uno sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile. Questo tema è strettamente collegato a quello della precarietà crescente nel lavoro che espone al continuo ricatto di accettare condizioni di lavoro anche pericolose e instabili pur di lavorare. Una condizione nella quale si trovano tanti, troppi, lavoratori e lavoratrici delle Marche che ha il triste primato di uno dei tassi di precarietà tra i più alti in Italia, con il tasso di disoccupazione che supera il 10% (con quella giovanile di molto sopra il 20%). E il prezzo più alto lo pagano spesso i giovani e le donne, che peraltro ancora hanno retribuzioni più basse e peggiori condizioni di lavoro.

Rappresenta una criticità essere costretti a lavorare, in settori diversi da quelli dei servizi pubblici essenziali, non solo di domenica, ma anche nelle altre festività, comprese giornate come il 25 aprile, il Primo maggio o il 2 giugno, ovvero le giornate in cui tutti e tutte dovrebbero poter celebrare i valori comuni, su cui si fonda un Paese democratico, nato dalla Resistenza e fondato sul Lavoro. Per questo, consentire l’apertura di centri commerciali o negozi in giornate come queste è davvero criticabile e dovrebbe essere oggetto di una più attenta ed estesa riflessione. Vorremmo che questo Primo Maggio sia l’occasione per tutti per pensare a come si crea lavoro di qualità e soprattutto come si rilancia un’idea di sviluppo sostenibile per una regione come le Marche pesantemente colpita da 10 anni di crisi e da un terremoto devastante. E’ quindi più che mai urgente che sindacati, imprese, e istituzioni, a partire dalla Regione definiscano insieme un Patto per lo Sviluppo che metta al centro le persone e il lavoro di qualità, in una prospettiva di rilancio dell’economia, degli investimenti e dell’innovazione. Anche la ricostruzione post sisma può e deve rappresentare un’occasione di rilancio a patto che avvenga nel rispetto delle regole e che sia basata sulla legalità, anche a tutela dei diritti e delle aspettative delle comunità compite dal sisma.

cs