SANITA’ MARCHE, 1.207 UNITÀ IN PIÙ DAL 2014. BANDI ATTIVI PER 234 NUOVI POSTI

Ancona – “Una  falsa notizia che sta montando una polemica assurda sulla proposta di legge regionale 145, dal momento che la normativa sulle sperimentazioni gestionali in sanità (andrà in aula il 17 aprile) delinea un quadro più restrittivo di quello previsto, già da 25 anni, a livello nazionale. Limita le attività amministrative della Giunta regionale, che altrimenti potrebbero esercitarsi con un’ampia discrezionalità, rivalutando la centralità decisionale dell’Assemblea legislativa. Quindi nessuna apertura indiscriminata al privato, ma contenimento delle opportunità già previste dalla legislazione nazionale”. È quanto ha chiarito il presidente Luca Ceriscioli nel corso di una conferenza stampa convocata oggi, 27 marzo, per controbattere le accuse di svendere la sanità pubblica a quella privata attraverso le disposizioni della proposta di legge 145. “Si tratta di un fraintendimento, nei migliori dei casi, o addirittura di una polemica politica fuori luogo. La 145 restringe quello che c’è già oggi, quello che la legge nazionale ci permette di fare, cioè le sperimentazioni sanitarie tra pubblico e privato. La normativa regionale proposta riduce il campo discrezionale, non si capisce come possa innescare un cambiamento della natura della sanità marchigiana”. Le Marche occupano il 13° posto in Italia per incidenza della sanità privata sulla pubblica: “Siamo ben lontani dalle prime (Lombardia e Lazio: 27,9 e 24,6) e sette punti in meno (11,8) rispetto alla media nazionale (18,8). La privata marchigiana assorbe lo 0,09 del budget sanitario. Cifra irrisoria, spesa per una sperimentazione a Sassocorvaro, autorizzata nel 2003, conclusa nel 2016 e convenzionata nel 2017 per gli ottimi risultati conseguiti in termini di servizi alla comunità di riferimento”. Il presidente ha poi argomentato l’impegno della Regione per il rafforzamento della sanità pubblica attuato in questa legislatura: “Negli ultimi tre anni abbiamo recuperato 1.200 dipendenti: nel 2014 il personale delle aziende sanitarie era sceso a 19.895 unità, oggi siamo a 21.102 (erano 21.101 nel 2010). L’obiettivo del 2018 è proprio quello di stabilizzare il personale, perché non vogliamo lasciare i lavoratori sanitari nella precarietà. Il budget, calato a 2.684 milioni del 2015, è inoltre salito a 2.759 milioni nel 2017 (superiore ai 2.750 milioni del 2011). Abbiamo quindi investito risorse nei macchinari, nel personale, nella capacitò di spesa delle aziende: come possiamo essere accusati di smantellare la sanità pubblica?”. Ceriscioli ha poi fatto un esempio di modalità integrativa tra pubblico e privato: “Come ipotesi possiamo citare l’uso delle nostre macchine diagnostiche ferme. Abbiamo Tac e Risonanze magnetiche che in una settimana stanno anche 30-40 ore ferme perché il personale pubblico arriva dove può arrivare. Poter utilizzare 30-40 ore in più macchine su cui abbiamo già investito, significa abbattere le liste di attesa, con una incidenza sulla spesa sanitaria generale modesta che ci lascia tranquilli nella 13a posizione, a percentuali bassissime di privato nella sanità marchigiana. Con la proposta di legge mettiamo quindi paletti più stretti, in modo che quando avvieremo una sperimentazione, saremo più sicuri di ottenere un risultato che costa meno e offre servizi. Manteniamo la natura di una nostra sanità fortemente pubblica e apriamo degli spazi per arrivare laddove non può farlo, lasciando al privato un ruolo complementare a quanto già offriamo ai cittadini”. Il presidente della IV Commissione consiliare, Fabrizio Volpini, ha ricordato che la proposta di legge è stata condivisa con un’ampia consultazione: “Limita la discrezionalità della Giunta a favore del Consiglio, non disinveste nella sanità pubblica a favore della privata, restringe le opportunità già garantire dalla legge nazionale”.

Lavoro

Sono oltre 21mila i dipendenti del sistema sanitario regionale in servizio,  1207 unità in più dal 2014, dopo il progressivo calo nel quinquennio precedente che ha fatto registrare 20.756 lavoratori nel 2011 passati a 19.962 nel 2013, e calati di ulteriori 23 unità nel 2014 registrando il punto più basso. L’occupazione è tornata a crescere a partire dal 2015 quando la nuova amministrazione regionale ha scelto di recuperare il personale in sanità come elemento essenziale per la qualità del servizio. E’ stato infatti approvato un programma di 3.155 assunzioni che ha permesso di riportare al 31 dicembre del 2017 il numero dei dipendenti del 2010. In tre anni sono 1207 le persone in più in servizio, si è passati da 19.895 unità del 2014 a 21.102 dell’inizio di quest’ anno. Al fine di mantenere questo dato occupazionale sono già stati attivati nel 2018 bandi per 234 posti in totale a tempo indeterminato,74 per medici, biologi, psicologi e farmacisti, 152 per il comparto, 8 per assumere altri profili. Obiettivo dichiarato per il 2018 è la trasformazione di posti a tempo determinato in altrettanti posti a tempo indeterminato con le relative procedure di stabilizzazione. Ad oggi si stimano in circa 600 unità quelle interessate alle procedure di stabilizzazione.  “I numeri testimoniano l’impegno mantenuto da parte dalla Giunta di accrescere il numero dei dipendenti del servizio sanitario garantendo così una migliore qualità del servizio per i cittadini ed una organizzazione più efficiente del lavoro a tutela dei pazienti e dei professionisti” ha concluso il presidente Ceriscioli.

Il punto della Cgil

Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza venutasi a determinare con un ricorso indiscriminato ai contratti a tempo determinato che si inserisce in un quadro di condizioni di lavoro degli operatori della sanità marchigiana pesantemente peggiorate in questi ultimi anni. Nel solo 2016 l’ASUR Marche ha stipulato 1.235 contratti di lavoro a tempo determinato così suddivisi:

Area Vasta 1 – Pesaro Urbino 178 contratti tempo a determinato

Area Vasta 2 – Ancona 635 contratti tempo a determinato

Area Vasta 3 – Macerata 113 contratti tempo a determinato

Area Vasta 4 – Fermo 136 contratti tempo a determinato

Area Vasta 5 – Ascoli Piceno 173 contratti tempo a determinato

La “questione precari” rappresenta oggi una vera e propria emergenza all’interno della sanità marchigiana sia per le persone che si trovano nella condizione di instabilità lavorativa sia per i servizi sanitari che vengono assicurati ai cittadini con l’apporto fondamentale di questi lavoratori. L’art. 20 del D.Lgs. n. 75/2017 noto come Decreto Madia, ha introdotto misure volte al superamento del precariato. Le nuove disposizioni fanno seguito all’accordo Governo‐Sindacati del 30 novembre 2016. Dobbiamo lamentare che siamo ancora in attesa di conoscere dalla Regione il piano delle stabilizzazioni mentre non è stato ancora completato il programma di superamento del precariato riferito alla precedente normativa ed avviato, ma ad oggi non ancora completato, con la Delibera della Giunta Regionale n° 247 del 2016. Nel frattempo chiediamo alla Regione di assumere i necessari provvedimenti al fine di prorogare tutti i contratti a tempo determinato in essere fino a conclusione delle procedure di stabilizzazione. Per il futuro, invece, l’iniziativa sindacale di contrasto al precariato ha prodotto un importante risultato attraverso il recente rinnovo del contratto nazionale che ha posto un tetto massimo nell’utilizzo dei contratti a tempo determinato.