A TU PER TU CON IL PRESIDE EMILIO PROCACCINI

Una scuola dalla lunga tradizione e fortemente legata al nostro territorio. Da sempre l’Istituto Tecnico Agrario, con il convitto annesso, rappresenta un’”istituzione” per la città di Fabriano e per i numerosi studenti che lo hanno frequentato e che tutt’ora scelgono questo percorso di studi, provenendo anche dalla costa. Ne parliamo con il Dirigente Emilio Procaccini per  fare un punto anche delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico.

Preside, possiamo tracciare un bilancio sull’andamento dell’Istituto e delle iscrizioni registrate negli ultimi anni e per il prossimo anno scolastico?

L’amministrazione scolastica regionale mi ha affidato in reggenza, per l’a.s. 2017/2018, l’IIS “Morea-Vivarelli”. Questa condizione non mi consente di delineare un bilancio ragionato e  complessivo della  vita dell’istituto e di descrivere una profilatura storica delle iscrizioni  negli ultimi anni. Posso solo osservare che il combinato disposto fra la crisi nazionale degli istituti tecnici e la minore consistenza demografica dei territori montani,rispetto  alla media Vallesina ed alla costa, ha determinato una contrazione dell’azione propulsiva del nostro istituto. Per quanto riguarda il prossimo anno scolastico, confidiamo nella serrata azione informativa che stanno attuando i docenti dei due plessi, l’Istituto Tecnico Commerciale, per Geometri e Turistico “Morea” e l’Istituto Tecnico Agrario “Vivarelli”.

L’apertura in Ancona di un Istituto Tecnico Agrario, collegato alla Facoltà di Agraria, fa temere delle ripercussioni sul numero degli iscritti, in particolar modo per il convitto fabrianese che da decenni ospita studenti non residenti? Vincerà la tradizione?

La figura del dirigente scolastico è legata ad un profilo di indirizzo e di  gestione della struttura formativa affidatagli e non si occupa di definire gli assetti della rete scolastica che sono deliberati dalle province e dalle regioni. Ciò non di meno, essendo integralmente coinvolto nelle dinamiche di sviluppo dell’istituto,  è naturale che egli riesca a leggere i nodi  del rapporto fra i territori e le offerte formative che li caratterizzano. Nella fattispecie evidenziata, la criticità risiede nel fatto che ogni istituto possa  sì legittimamente progettare un ampliamento della propria fisionomia, entrando però  spesso in conflitto con la distribuzione univoca di taluni indirizzi nella provincia ed andando ad erodere potenzialmente i  naturali bacini di utenza necessari alle scuole. Ciò a fronte di una evidente sperequazione  fra la dotazione immobiliare, fondiaria   dell’Istituto Tecnico Agrario di Fabriano – con la sua azienda e con una tradizione culturale di 130 anni –  e quanto, invece, possa offrire  un neonato e  medesimo indirizzo che non disponga  né di strutture autonome né di esperienza formativa. Il convitto annesso ha sempre favorito la frequenza di alunni provenienti dalla costa  e, nonostante la legittimità delle progettualità di ampliamento, ritengo che le scelte politiche degli enti preposti debbano essere  sempre  consce  delle risorse  reali e consolidate. Le dinamiche delle iscrizioni ci diranno quale sarà, al riguardo, la valutazione di famiglie e alunni.

La crisi del nostro distretto industriale, che nasce comunque per definizione “metalmezzadro”,sta rivalutando l’agricoltura ed i settori ad essa collegati come nuova possibilità occupazionale per i giovani. E’ possibile leggere questo nuovo andamento come una spinta motivazionale in più per i ragazzi nella scelta della scuola superiore da frequentare?

Certamente rischiamo di avventurarci in un’analisi alquanto complessa e difficilmente comprimibile. Tuttavia ritengo che il territorio montano, segnato dalla contrazione produttiva nonché dalla recente crisi sismica, abbia un disperato bisogno di riscoprire antiche vocazioni e nuove suggestioni, legate sopratutto alle innovazioni digitali e alle nuove frontiere energetiche. In questa prospettiva, il sistema scolastico di II° grado cittadino si pone come certezza per riannodare legami culturali con prospettive di sviluppo economico. L’Istituto Tecnico Agrario “Vivarelli” offre opportunità formative preziose per la riconsiderazione locale dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’enologia, settori che possono interagire ed integrarsi con le professionalità della gestione territoriale, aziendale e turistica di cui si occupa l’Istituto Tecnico Commerciale, per Geometri e Turistico “Morea”.

L’Istituto “Morea-Vivarelli” incorpora anche l’Istituto Tecnico per Geometri. La città di Fabriano ha visto succedersi negli anni importanti figure professionali di geometri nel territorio, alcuni dei quali sono ancora oggi un punto di riferimento per i geometri delle nuove generazioni. La crisi del settore edilizio ha comportato un calo di iscrizioni anche per questo percorso di studi?

Tutti gli istituti tecnici dei territori limitrofi che inglobano a loro interno l’indirizzo per geometri, compreso quindi anche quello fabrianese, sono stati caratterizzati negli ultimi anni da significativi cali di iscrizioni, tali da  rischiare  di compromettere l’autonomia amministrativa di talune realtà. Se, alla luce della crisi del settore,  continuiamo ad identificare il geometra  con colui che si occupa  soltanto di  polverose pratiche edilizie e di stanchi sopralluoghi nei cantieri, non è difficile ipotizzarne la progressiva eclissi. Se invece lo proiettiamo in una dimensione di gestione, tutela e trasformazione del territorio in rapporto al patrimonio naturale ed urbanistico-architettonico, ecco che potrà emergere una professionalità viva e sfidante.

Gigliola Marinelli