SPECIALE METAL PROG ANNI ‘90

Ciao a tutti i lettori di Radio Gold. ROCK & WORDS sono Fabio Bianchi e Massimo “Max” Salari. Insieme raccontano la storia della musica Rock e dintorni, l’evoluzione e come nascono i generi musicali, tutto questo in conferenze supportate da audio e video . Assieme sono nel direttivo dell’associazione Fabriano Pro Musica. FABIO BIANCHI: Musicista, suona batteria e tromba. Ha militato in diverse band fra le quali i Skyline di Fabriano e l’orchestra Concordia. MASSIMO “Max” SALARI: Storico e critico musicale, ha scritto e scrive in riviste musicali di settore e webzine come Rock Hard, Flash Magazine, Andromeda, Rock Impressions, Musica Follia, Flash Forwards ed è gestore del Blog NONSOLO PROGROCK. Per sei anni è stato vicepresidente di PROGAWARDS, premio mondiale per band di settore Rock Progressivo e sperimentale. PER CONTATTI: rockandwordshistory@gmail.it  o salari.massimo@virgilio.it

 

SPECIALE METAL PROG anni ‘90

Cose dell’altro secolo

Di Max Salari

Metallari dal cuore sensibile, metallari che non vi soffermate alle sole schitarrate, che ritenere non blasfemo ascoltare tastiere in un brano, che amate le voci pulite e squillanti e che non disdegnate fughe strumentali a volte cervellotiche, prendete carta e penna ed annotatevi questi dischi. Ma anche chi non apprezza del tutto il Metal. Certamente non stiamo parlando dei soliti capolavori su cui sono scorsi ettolitri d’inchiostro, ma di dischi miliari passati quasi in sordina perché al tempo non compresi. Signori, il Metal Prog!

MASTERMIND

TITOLO- “Volume One”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1996

FORMAZIONE- Bill Berends (gt,vc,kb) Rich Berends (dr) Phil Antolino (bs)

PROVENIENZA- USA

GENERE- Metal Progressive

LABEL- Cyclops

E’ vero che sono stati i Rush a muovere i primi passi nel Metal Prog, ma i Mastermind hanno fatto qualcosa di simile seppur tardivamente, hanno esaltato la tecnica, la chitarra di Bill Berends vola lontano, le tastiere evocano suoni epici, senza devastare mai il lato melodico del brano. Era il lontano 1986 quando il trio incide questi undici brani, ma solamente grazie alla Cyclops che dal 1996 ne possiamo godere l’ascolto. Il coraggio deriva dal fatto di tentare nuove sonorità grazie a fughe strumentali poi sviluppate alla grande dai Dream Theater. Un tassello fondamentale per il genere, un disco dall’importanza storica notevole, malgrado tutti i difetti d’inesperienza riguardanti esclusivamente la produzione e nulla più.

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=_GfqUMqgYgQ

 

CAIRO

TITOLO- “Conflict And Dreams”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1998

FORMAZIONE- Mark Robertson (kb) Jeff Brockman (dr) Bret Douglas (vc) Alec Fuhrman (gt) Jamie Browne (bs)

PROVENIENZA- USA

Genere- Prog Metal

LABEL- Magna Carta

 

Provengono da San Francisco e ci propongono un Metal tecnico e ricercato che si basa molto sulle tastiere di Robertson. Sei brani di lunga durata, comprese due suite. Molti episodi richiamano gli Yes, specie nelle coralità. La voce è buona ed i cambi di tempo sono molteplici. Questa è una musica da ascoltare con cautela, a volte può risultare fuorviante e prolissa, ma il merito di questo quintetto risiede nel fatto che ha saputo estremizzare in ambito Metal un certo Prog sinfonico degli anni ’70. Straordinaria la media qualitativa dell’insieme, più di un ora senza cedimenti strutturali e con tante buone idee concentrate. Non a caso la loro discografia non è prolissa. Al tempo non compresi… peccato.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=JDBR1qx5j-o

 

EVERON

TITOLO- “Venus”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1997

FORMAZIONE- Oliver Philipps (vc,kb) Christian Moos (dr) Schymy (bs) Ralf Janssen (gt)

PROVENIENZA- Germania

GENERE- Metal Prog-AOR

LABEL- Mascot Records

 

Sostenuti da una produzione assolutamente straordinaria per i tempi, il quartetto tedesco ha il merito di avvicinare il Metal Prog a soluzioni melodice di stampo AOR. I dieci brani si imprimono facilmente nella mente, grazie a ritornelli accattivanti e ruffiani. Attenzione però, siamo lontani dalla banalità, fughe strumentali ed ottimi solo, come nell’iniziale “Missing The Last Train” fanno della band il fiore all’occhiello. Bella la voce, mentre l’artwork accompagna l’ascolto perfettamente, curato e particolareggiato. Di tanto in tanto si odono i Kansas. Un must che non deve mancare nella vostra ricca discoteca Metal Prog!

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=drXRvWU08zQ

 

POWER OF OMENS

TITOLO- “Eyes Of The Oracle”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1998

FORMAZIONE- David Gallegos (gt) Matt Williamson (bs) Chris Salinas (vc) Alex Arellano (dr)

PROVENIENZA- USA

GENERE- Metal Prog

LABEL- Elevate Records

 

Ci credete se vi diciamo che sono l’esatta copia dei Queensryche? La voce di Salinas fa pensare che dietro al microfono ci sia Tate! E proprio questo atteggiamento è stato la loro tomba, il pubblico probabilmente ha voltato le spalle a questi artisti preferendo di gran lunga gli originali. Peccato, c’è stata superficialità,  perché questo disco è ricolmo di tecnica, ottimi passaggi e se ascoltato con la dovuta attenzione si denota anche molta personalità. I Queensryche non sono poi così vicini. Controtempi, assolo pirotecnici ed una clamorosa suite di quasi venti minuti dal titolo “Test Of Wills” che da sola vale il prezzo del cd. Ascoltiamo l’evolvere sonoro proposto da questi quattro ragazzi di San Antonio e rendiamoci conto a chi abbiamo voltato le spalle.

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=WnDpfiB0h50

 

SHADOW GALLERY

TITOLO- “Shadow Gallery”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1992

FORMAZIONE- Brendt Allman (gt) Mike Baker (vc) Carl Cadden-James (bs, fl) Chris Ingles (kb) Ben Timely (dr)

PROVENIENZA- USA

GENERE- Metal Prog

LABEL- Magna Carta

 

Che spettacolo di debutto! In ambito Metal Prog raramente ci si è imbattuti in una nuova band dal potenziale così elevato. Il futuro ha riservato loro discreti successi, ma il coraggio con cui propongono “Shadow Gallery” è tutto da apprezzare. Quando il Metal nei primi anni ’90 esplode con il Giunge, questi ragazzi della Pennsylvania se ne escono con suoni pacati, barocchi e sinfonici! Interventi sporadici di flauto, arie neoclassiche che aggiunte al Metal formano atmosfere assolutamente originali. La tecnica a disposizione è eccelsa, le chitarre sono l’arma vincente con i stupendi solo, ma anche la voce di Backer ci mette del suo. Tutti e sette i brani sono dei piccoli gioielli, ma la conclusiva “The Queen Of The City Of Ice” dedicato al grande Freddy Mercury morto da poco, lascia più che un segno. Acquisto obbligato.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=kApY4hRa2AY

 

THRESHOLD

TITOLO- “Clone”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1998

FORMAZIONE- Andrei Modermott (vc) Karl Groom (gt) Nick Midson (gt) Richard West (kb) Jon Jeary (bs) Mark heaney (dr)

PROVENIENZA- UK

GENERE- Metal Prog

LABEL- SPV-Insideout

 

Quando il Metal Prog può essere cattivo, ma allo stesso tempo delicato e di classe il primo gruppo che vi deve venire in mente sono i Threshold del tuttofare Karl Groom. Questo “Clone” è consigliato a tutti coloro che non ne vogliono sentire parlare di evoluzioni tecniche, ma che amano il Metal Power con influenze melodiche di facile presa. Nove brani che alternano emozioni a non finire, comprese due semi ballate davvero eccelse, come “Change”, vicina ai Savatage e “Sunrise On Mars”. Le potenzialità proposte in questo disco verranno felicemente sviluppate nel futuro a venire, il quale donerà loro più che un’attenzione. Tutto ciò non sarebbe accaduto senza “Clone”, avete presente il gioco schiaffo o bacio? …E’ così.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=l_NPHPaCrUs

 

MAGELLAN

TITOLO- “Impending Ascension”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1993

FORMAZIONE- Trent Garden (vc, kb) Wayne Garden (gt) Half Stringfellow Imbrie (bs)Doane Perry (dr)

PROVENIENZA- USA

GENERE- Metal Prog

LABEL- Magna Carta

 

Diciamo subito che i connazionali Cairo hanno più che un punto in comune con la band di Trent Garden, in primis l’amore spasmodico per gli Yes, oltre che la label. Sia i cori che certe composizioni sono totalmente dediti alla band inglese. Cambi di tempo, tastiere in evidenza per un disco che ha molte storie da raccontare, tra cui tre davvero importanti, “Estadium Nacional”,”Waterfront Weirdos” e Storms And Mutyn”, tutte si aggirano sopra gli undici minuti. “Impending Ascension” è un prodotto Metal Prog che esula dalla media del periodo, si addentra in tortuosi meandri sonori, dove la ridondanza compositiva ha la precedenza. Una pecca dei Magellan è che fanno spesso uso della batteria programmata, il che dona al disco un poco di freddezza. Un lavoro che per il 1993 è troppo avanti.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=IqnSX0MIqIk

 

AYREON

TITOLO- “The Final Experiment”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1995

FORMAZIONE- Arjen Anthony Lucassen  (gt)

PROVENIENZA- Olanda

GENERE- Metal Space Prog Rock

LABEL- Transmission

Amante della fantascienza e di telefilm televisivi al riguardo, Lucassen prende ispirazione da questi modelli e crea lo Space Metal con risultati ottimali ed ancora oggi mai raggiunti da nessun’altro. Questo grazie anche alle ottime produzioni sonore da parte della casa discografica Intermission. Storie fantastiche dunque come nel bellissimo debutto “The Final Experiment”, dove la fa da padrone il Mago Merlino. Come nel Progressive il disco si sviluppa in concept e quindi i brani sono lunghi ed uniti tra di loro. Arjen inserisce strumenti come il Mellotron, il Minimoog od il violoncello per contrastare il suono tecnologico con quello più naturale e caldo per dar vita così ad atmosfere veramente uniche. Si avvale della collaborazione di artisti famosi, sia agli strumenti che al microfono, praticamente un precursore del genere in seguito imitato da molti, italiani annessi. “The Final Experiment” è uno dei debutti più clamorosi della storia del Metal, non dovete mancarlo.

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=ECcd4zy5o-w&list=PLDp_PtuyOwCaf7yq7mnXU73qzfOXCzznC

FATES WARNING

TITOLO-“Parallels”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1991

FORMAZIONE- Ray Alder (vc) Jim Matheos (gt) Frank Aresti (gt) Joe Dibiase (bs) Mark Zonder (dr)

PROVENIENZA- USA

GENERE- Metal Progressive

LABEL- Metal Blade Records

 

Questo non è il loro primo album, è addirittura il sesto e viene dopo un capolavoro del calibro di “Perfect Symmetry” (1989).  “Parallels” è perfetto, un album maturo che sta avanti e riesce a svolgere al meglio le tematiche Progressive intraprese dal suo nobile predecessore. La voce di Alder è bella, netta e squillante quando serve, mai gratuitamente. “Leave The Past Behind” è un manifesto, equilibrio perfetto fra Metal Power e sperimentazione , specialmente per quello che concerne la ritmica. Gli otto minuti di “The Eleventh Hour” sono tutto quello che un Progster vorrebbe sentire. Con “Point Of View” i Queensryche sono molto vicini, così nella dolce ballata “We Only Say Goodbye”. A proposito di ballate, la conclusiva “The Road Goes An Forever” farà scorrere sulla pelle più di un brivido a molti di voi. In un periodo dove i Dream Theater si fanno conoscere i Fates Warning hanno già fatto la voce grossa, il che la dice lunga.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=SvM9CGZEHOE

 

ICE AGE

TITOLO- “The Great Divide”

ANNO DI PUBBLICAZIONE- 1999

FORMAZIONE- Jimmy Pappas (gt) Arron DiCesare (bs) Josh Pincus (vc,kb) Hal Aponte (dr)

PROVENIENZA- Grecia

GENERE-Metal Progressive

LABEL- Magna Carta

 

Una bella ed inaspettata sorpresa che proviene dalla Grecia, gli Ice Age ci lasciano questo fantastico disco poco supportato sia dalla critica che dal pubblico. Un vero peccato, perché in esso si nascondono piccole gemme come l’iniziale “Perpetual Child”, lunga più di dieci minuti, oppure “Ice Age”, altra mini suite. Nel loro bagaglio culturale, la melodia è importante tanto quanto la tecnica e questo non fa altro che portare all’ascolto fluidità. Non ci si stanca all’ascolto di “The Great Divide” anzi, si colgono sfumature ascolto dopo ascolto, evento aureo per un disco di Metal Prog. Cavalcano il pentagramma come i Dream Theater, ma non si limitano ad un becero copiaticcio, la personalità c’è. La produzione esalta il suono e sono sicuro che molti amanti del genere ameranno rispolverare questo non tanto antico lavoro.

 

Ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=pYpLdH-9Xnk

 

RECENSIONE

 

VENEGONI & CO. – Canvas

CVS/Ma.Ra.Cash Records

Genere: Jazz Rock

Supporto: 2cd – 2017

La storia artistica di Luigi “Gigi” Venegoni parte lontana, dagli anni ‘70 e molti di voi amanti del Progressive Rock italiano avrete già avuto modo di apprezzare la sua musica. Incomincia suonando la chitarra con il gruppo Jazz Rock, Arti & Mestieri di Beppe Crovella per poi lanciarsi nella carriera solista in un contenitore denominato appunto Venegoni & Co, nel quale si vedono passare e collaborare nel tempo numerosi artisti del settore come i sassofonisti Claudio Pascoli e Maurizio Gianotti. I primi due album per la Cramps si muovono sulle orme di Arti & Mestieri, “Rumore Rosso” (1977) e “Sarabanda” (1979). La carriera musicale di Venegoni prosegue nel tempo, registrando altri cinque dischi (fra studio e live) ed inoltre spicca il ritorno con Arti & Mestieri nel 2001 grazie all’album “Murales”. Nel 2007, con “Planetarium”, il gruppo Venegoni & Co. si ricostituisce con i musicisti della prima formazione e dieci anni dopo eccolo per celebrare gli onorevoli quaranta anni di carriera. Questo detto tutto molto brevemente.

“Canvas” ha avuto una gestazione di due anni, per poi essere racchiuso in due cd con l’ausilio importante del compositore e pianista Francesco Sappino.

Molti ospiti dicevo e il disco si apre con il calore di una bossa, grazie al piano di Jason Rebello, noto jazzista inglese che ha collaborato anche con Sting e Jeff Back, il brano si intitola “Il Sarto Di Rio”. Con loro ci sono Alessandro Maiorino al basso e Enzo Zirilli alla batteria. Il calore resta anche nella successiva canzone, ma questa volta è quello avvolgente della nostrana mediterraneità che si può godere nel lento “Le Lune E Il Falò”. Con Venegoni suonano Piero Mortara al piano, Roberto Puggioni al basso e Federico Ariano alla batteria. La morbidezza dei suoni è esaltata dall’equilibrio della registrazione sonora. Profondità e pulizia rendono l’ascolto stereofonico ancor più gradevole. Il ritmo sale con “Anies”, una ballata dai spunti Folk supportata dalla fisarmonica di Piero Mortara. Momenti più ricercati ricadono su “Canvas 01: Train De Vie”, melodie sempre in evidenza ed un approccio più scherzoso. Segue “May Be”, probabilmente fra i frangenti che più mi hanno colpito dell’intero disco, per intensità ed equilibro, fra Jazz e formula canzone. Qui ritorna Jason Rebello al piano. Cresce il ritmo in un altro momento sud americano dal titolo “Inzolia Bajon” scritto da Piero Mortara qui al piano. Avvolgente “Finisterre” e di classe “Santa Fe”, l’animo caldo del Jazz italiano. Breve la seconda parte di “Canvas” dal titolo “Lullaby” e  il primo cd si conclude con il brano più lungo grazie ai quasi nove minuti dal titolo “Cafè”.Qui suonano Venegoni, Rebello, Diego Borotti al sax soprano, Mauro Battisti al basso acustico e Enzo Zirilli alla batteria.

La fisarmonica apre il secondo disco in “Kaleidomar”, altro esempio di suono mediterraneo, di ricercatezza riguardante il legame fra gli strumenti che si ascoltano e si supportano a vicenda nel sostenere la fisarmonica che in successione lascia voce anche alla chitarra. Le percussioni non sono mai invasive, piuttosto sussurrate e delicate, a tessere un degno tappeto d’accompagnamento. Con “Balòn” il discorso mi viene analogo a “May Be”, classe e padronanza.

“Tiritera” gioca sul pianoforte di Mortara, mentre il brano è scritto da Venegoni. Segue “Sweet Song”, nomen omen. Tanta carne al fuoco, tante le emozioni che si susseguono grazie anche ad un attento equilibrio fra brani vivaci e lenti, “Frances Theme” è un mix del concetto, il pezzo scritto da Sappino è più vicino alla formula canzone e ben si lascia ascoltare. Il sax di Diego Borotti apre “Palhaco”, momento caldo come la brace sotto la cenere, apparentemente spenta ma che in realtà scalda con tepore. Altro momento ritmato è “Toninho” ed il titolo anche questa volta indica dove si va a parare.

C’è anche una cover, quella del capolavoro della “futura” Psichedelia dal titolo “Norvegian Wood” concepita dai Beatles. Ovviamente qui rivisitata in maniera totale e con una vena Jazz. Il secondo disco si conclude con “La Scintildanza” e ci si rende conto in maniera convinta che Venegoni è un patrimonio della musica italiana.

Faccio notare che “Canavas” è un doppio cd completamente strumentale (escluso qualche coro di accompagnamento), una scena che non sempre capita di incontrare nel mondo della musica moderna, un passo coraggioso ma anche necessario perché è la musica di Venegoni & Co. che lo richiede ad alta voce, un bel regalo che ti scalda il cuore, da avere e da fare. Musica con la “M” maiuscola. MS

 

Brano Consigliato Della Settimana

VENEGONI & CO. – “Le Lune E Il Falò”