VENDITA FEDRIGONI, I SINDACATI VOGLIONO SAPERNE DI PIU’

A cura delle Segreterie Nazionali Slc-Cgil Fistel-Cisl Uilcom-Uil

Il 4 dicembre 2017 si è tenuto l’incontro previsto per il Gruppo Fedrigoni al fine di monitorare le problematiche derivanti dall’annullamento dell’intera commessa relativa alla carta per le banconote dell’’India. La venuta meno della suddetta commessa, ha portato ad un blocco degli impianti dello stabilimento di Fabriano e ha in parte creato problemi anche allo stabilimento di Bollate. Le parti sino ad ora sono riuscite a trovare delle soluzioni temporanee, e si sono date appuntamento alla fine di gennaio per monitorare gli sviluppi della situazione. Ma il repentino avanzamento della trattativa per la cessione del Gruppo Fedrigoni a una multinazionale Americana, divulgate da molteplici organi di stampa, e le recenti affermazioni fatte dal Patron in alcune riunioni tenute nei vari stabilimenti del Gruppo, che confermava l’imminente cessione, impone alle Segreterie Nazionali di Slc- Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, la massima attenzione agli sviluppi e all’evoluzione della trattativa in corso. A tal fine chiediamo, all’Azienda informazioni precise e tempestive sugli sviluppi dell’operazione in corso, e di essere coinvolti il prima possibile affinché la tutela dei livelli occupazionali e l’integrità dell’intero perimetro del Gruppo siano già previsti all’interno dell’accordo di cessione.

 

+ DONNE, LAVORO E MATERNITÀ: DIMISSIONI IN AUMENTO +

Sono 948 complessivamente i padri e soprattutto le madri lavoratrici che nelle Marche nel 2016 hanno lasciato il lavoro durante la gravidanza o subito dopo la nascita di un figlio. Il dato risulta particolarmente preoccupante, sia per la dimensione quantitativa che per l’evidente e ampia crescita: +4,5% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro ed elaborati dall’IRES CGIL Marche, nel 2016, 801 lavoratrici si sono dimesse “volontariamente” nei primi 3 anni di età del figlio, andando a convalidare le dimissioni alla Direzione Provinciale del Lavoro. Ad esse andrebbe aggiunto il numero, difficile da quantificare, delle mamme lavoratrici non tenute alla convalida delle dimissioni alla DPL, per non parlare delle tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto. Alle madri si aggiungono 147 padri lavoratori per un totale di 948 dimissioni nel 2016. Cresce soprattutto il numero delle madri (+5,4%) che lasciano il lavoro mentre continua inesorabile il calo delle nascite nelle Marche: nel 2016 sono nati 11.482 bambini e bambine, ovvero 422 in meno rispetto al 2015 (-3,5%). Tra i motivi della decisione di lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà di conciliare il lavoro con le esigenze di cura dei figli: ciò vale per 459 lavoratrici e lavoratori complessivi, pari al 48% del totale (percentuale superiore a quella nazionale). Osservando meglio le specifiche ragioni che hanno spinto alle dimissioni, risulta in primo luogo la mancanza di una rete parentale di supporto (286 lavoratrici e lavoratori, pari al 30% del totale), la mancanza di posti nell’asilo nido (110 lavoratori e lavoratrici, 12%) e gli elevati costi dei servizi di cura al bambino, quali asili nido e babysitter (63 lavoratrici e lavoratori, 7%). Hanno lasciato il lavoro per esigenze di conciliazione tra il lavoro e famiglia 439 madri, a fronte di 20 padri a riprova che il lavoro di cura è ancora quasi esclusivamente a carico delle donne. Per alcuni, la mancata concessione del part time da parte dell’azienda, rende inconciliabile il lavoro con la genitorialità (2%). Si tratta in particolare di 21 lavoratrici e 1 lavoratore. (CS)