“IL NATALE CHE VORREI”

Il Natale dovrebbe essere la “stagione” dei buoni sentimenti, della fratellanza e della condivisione. Ho pensato in questi giorni ad un augurio sincero per Fabriano, per i nostri fedeli lettori, ma spesso si rischia di essere banali e la banalità ha stancato un po’ tutti noi. In un momento di depressione economica non è facile augurare qualcosa alla nostra città.  I lettori hanno risposto con il cuore in mano alla mia domanda: “Che Natale vorresti?”. Le risposte sono trasversali ed abbracciano una varietà umana differente e particolare per età e condizione sociale. Ho volutamente eliminato le risposte polemiche e palesemente politiche perchè il Natale appartiene indifferentemente a tutti noi. In questo periodo dell’anno siamo tutti uguali, come in una linea orizzontale che non accetta privilegi. Questi sono i commenti che abbiamo raccolto tra i nostri lettori alla domanda: “Che Natale vorresti?”

“Un Natale più tranquillo, più umile fatto di promesse realizzabili e non di false promesse”. (Ilaria)

“Un Natale allegro, carico di speranza per il futuro… un Natale fatto di luci colori e profumi… un Natale circondati da bambini che giocano e famiglie riunite anche solo per il tempo di una passeggiata… un Natale di vetrine addobbate a festa… un Natale che sia degno di essere chiamato Natale”. (Liliana)

“Una mia idea sul Natale che vorrei vedere, visto che sono anni che non festeggio il Natale. Si potrebbe spendere di meno e la metà dei soldi. Magari si potrebbe fare un grandissimo pranzo per tutte le persone che non hanno nulla. Si potrebbe stare tutti insieme come una famiglia, chi non ha nulla e chi invece ha ma non sa aprire il portafoglio. Si potrebbe cucinare tutti insieme con la spesa fatta con quei soldi che non verrebbero sperperati per certe cose. Si è bella l’aria natalizia. Tutte le luci, l’albero, le casette e la pista. Ma si potrebbe fare la stessa cosa, cercando di comprare qualcosa che costa di meno e pensare alle migliaia di persone senza nulla e stare tutti insieme come una vera famiglia. Almeno questa è l’idea del Natale che ho sempre sognato. Ma credo che sia solo un sogno”. (Francesca)

“Il mio desiderio sarebbe quello di organizzare il Natale con la Caritas di Fabriano e fare un progetto di restauro e trasformazione in mensa della Chiesa della Madonnina di Loreto. Un luogo, dove le persone che hanno perso o perderanno il lavoro, si potranno rivolgere, per far fronte al soddisfacimento dei propri bisogni primari”. (Paolo)

“Il Comune dovrebbe censire le famiglie che sono in povertà e non hanno lavoro e far conoscere il numero dei bambini a tutti i fabrianesi. Poi organizzare una manifestazione in piazza dove chi vuole porta un regalo per i bambini da distribuire un pomeriggio con la presenza di chi ha partecipato al regalo. Sarebbe una bellissima iniziativa e si rendono felici i bimbi che non hanno i regali”. (Luisa)

“Sono ben felice che la nostra Città possa tornare a vivere, che si possa assaporare lo spirito Natalizio, che si possa sperare nel turismo, nella partecipazione di tanti…Ma vivo a Fabriano, conosco la mia città e tutte le varie criticità… conosco l’angoscia di chi non ha un lavoro, di chi teme di perderlo, di chi non arriva neppure alla prima quindicina del mese… beh.. che dirti… il vero spirito del Natale, così come dice Papa Francesco lo si trova, magari, interrogandosi su come si potrebbe aiutare chi è stato meno fortunato di noi”. (Katia)

“Secondo me si poteva spendere meno e destinare i soldi per altre priorità, ben venga il Natale in piazza ma a mio avviso è troppo sfizioso e, dato che parecchi fabrianesi non lavorano e tanti sono costretti a trasferirsi, la speranza è solo per chi viene da fuori, dai turisti. Personalmente la pista di pattinaggio per me è una croce perché immagino i miei figli che vorranno andarci spesso e sarà per me una spesa continua  e un no continuo. (Tatiana)

“Vorrei un Natale con il vero amore per il senso del Natale che sono anni che si è perso perché troppo consumistico. I veri valori come l’umiltà, il rispetto, il donare agli altri ,amare il prossimo. Condivido la gioia di una grande atmosfera natalizia per i bambini perché il Natale è dei bambini. Tutto questo evento porterà lavoro a tanti, ci saranno turisti in giro, ma tutto questo sfarzo di denaro pubblico a che serve se poi tanti nostri concittadini passeranno un Natale triste, che messaggio diamo ai nostri figli? Che Babbo Natale da ad alcuni e ad altri toglie? Bastava un albero illuminato, un semplice mercatino di associazioni di beneficenza. Questa era una bella lezione di vita che Fabriano avrebbe dato a tutte altre città, soprattutto alle città della costa”. (Mara)

Io il Natale lo vorrei…più concreto…. meno lucciole e più lanterne… più ‘sociale’ meno ‘commerciale ‘… orientato verso la gente che soffre e non ha niente… magari con l’impegno di tutte le forze politiche della città organizzare per i giorni di festa un pranzo per i più bisognosi… e avrei fatto a meno di tante stupidaggini”. (Elisa)

“Il Natale è una delle ricorrenze più ricche di significato che deve coinvolgere la città, la famiglia e le istituzioni in atteggiamenti e comportamenti che toccano profondamente i sentimenti. Lo so che è un momento difficile per la nostra Regione Marche e soprattutto per la nostra Fabriano che non è messa bene quanto a sviluppo, economia e occupazione. Quindi il Natale che desidero è un Natale sinergico: solidarietà, collaborazione e momenti di gioia, di serenità, di divertimento tra i bambini e tra bambini e adulti come risultato di un lavoro coordinato di fattori diversi. Sono certo che i fondi pubblici non sono molti e potrebbero essere utilizzati per la solidarietà, un pranzo di Natale per i meno abbienti, un pacco di natale con generi alimentari ai più bisognosi. Ma questo non deve impedire di pensare a tutta la cittadinanza e, bene ha fatto l’amministrazione comunale a chiedere “collaborazione in sinergia” agli imprenditori, alle aziende, alle attività commerciali e industriali che stanno e stiamo rispondendo all’appello contribuendo per realizzare quel progetto “ambizioso” che vuole rivitalizzare una città che sta diventando sempre più un dormitorio se non, un mortorio. Il Natale è la festa più bella dell’anno, è una festa contagiosa e ritengo deve essere luminosa (non mi piace la piazza al buio), vivace, festosa per dare un po’ di spensieratezza a famiglie e bambini. Quindi non vorrei un Natale spumeggiante e smodato ma un Natale che non deve eccedere i limiti dell’opportunità o della convenienza; non un Natale che tolga spensieratezza, vitalità all’intera collettività ma un Natale luminoso, vivace, colorato che possa aiutarci a recuperare un po’ di quella atmosfera perduta. Il Natale è sempre stata una festa desiderata e attesta da tutti, dai più grandi ai più piccoli ma, anche se al giorno d’oggi ci sembra un po’ freddo per le difficoltà di alcuni nostri concittadini, non dobbiamo dimenticare che è un giorno nel quale ritrovare serenità, la festa dell’amicizia, della gioia e della bontà. Quindi, se il Natale accende i cuori, non vedo perchè li dobbiamo spegnere stando a casa a smanettare su facebook o annoiarsi con film on-demand. Pertanto, SINERGIA = solidarietà ma nella gioia, vivacità e spensieratezza senza rubare ai piccoli il giorno più bello dell’anno”. (Maurizio)

“Ti rispondo ricordando la mia infanzia felice anche se avevo meno di niente!  Con i miei genitori andavo a vedere gli alberi di Natale ed i presepi (non c’erano altri diversivi) nelle case dei nostri vicini. Tornavo a casa piena di meravigliose sensazioni! Frastornata dalle lucine che lampeggiavano ed i pastorelli che si muovevano meccanicamente! Tornavo a casa felice con le mani vuote ma la felice!  Paga di aver potuto vivere seppur di riflesso, ciò che non potevo avere. Grazie a quanto i miei genitori mi avevano carinamente fatto capire”. (Davidina)

“Il Natale dovrebbe ritornare ad essere momento di riflessione non invece, come è diventato negli anni, un’occasione per nascondere i problemi sotto uno scintillio di inutili luminarie. Meno apparenza e più sostanza ci vorrebbe … E non solo sotto le feste comandate”. (Emo)

“Purtroppo viviamo in un’epoca che non tollera fisiologici stati d’animo quali la malinconia o la tristezza. È un’epoca dove tutto deve essere e apparire happy. Le famiglie felici le immaginiamo come quella del Mulino Bianco. Le persone che festeggiano il Natale hanno tutte un cappello rosso con il pon-pon bianco e cantano in coro “Oh happy day…”. Sembra quasi che sia obbligatorio essere felici, happy o very happy… e se così invece non fosse? Se invece ci sentissimo leggermente sottotono? Di conseguenza potrebbe capitarci di percepire in noi un senso di inadeguatezza, o senso di colpa, per non essere come “gli altri” ci vogliono. Un momento che in origine era mistico oggi diventa semplicemente consu-mistico. Ecco io vorrei un Natale vero, dove ognuno può essere se stesso, con dignità e rispetto per tutti”. (Orietta)

“Desidererei vedere le persone più in difficoltà con la speranza di risolvere i loro problemi perché tutti noi siamo riusciti, oltre alle solite solidarietà sterili, a costruire delle prospettive da proporre partendo da nuove opportunità di lavoro. Evitiamo le polemiche e rimbocchiamoci tutte le maniche per aiutare realmente chi sta peggio di noi!!!” (Andrea)

“Purtroppo la crisi che ha colpito Fabriano risale a circa 13 anni fa ma si è acutizzata negli ultimi 10. Un’ idea di Natale sarebbe quello di coniugare il solidale con la sfarzosità. Se vogliamo vivere un buon Natale basta ricordarsi come fu la Natività e quello che passò la Sacra famiglia. Se vogliamo è quello che oggi si vive in città con il disagio sociale dovuto alla mancanza di lavoro e l’esigenza di dare lustro ad una città che da anni non è serena come un tempo. Credo che le due cose, cioè festeggiare il Natale ed essere solidali si possa fare! Un’ idea sarebbe quella di organizzare la Vigilia, al palazzetto o in una tenda struttura,  un cenone dove riunirsi tutti ricchi e poveri e trascorrere una serata insieme, magari dopo spostarsi in centro e deporre un Gesù Bambino in una capanna per simboleggiare una nuova nascita per tutta la città, coinvolgendo  tutti studenti, commercianti, politici, artigiani, parrocchie. Dare quindi un segnale di positività per una città che più delle altre sta perdendo se stessa, sarà un’ UTOPIA ma penso che sarebbe un BUON NATALE per tutti”. (Errebi)

“Il Natale oggi va proposto ad una nuova umanità, nella speranza che essa riacquisisca i valori che la crisi ha cancellato. Non deve essere una festività spendacciona e sprecona ; il tutto va fatto con criterio , ma ci deve essere intensamente aria di festa , in perfetta intimità con il  calore umano”.  (Sandra)

“Vorrei un Natale alla portata di tutti, un Natale vivo ma senza eccessi, un Natale Multietnico, che accomuni e faccia riavvicinare umanamente le persone, un sano momento di divertimento ma senza eccessi. Dove dirotterei i soldi, se ci fossero? Assolutamente in ambito sociale, non dimentico che ci sono ancora degli sfollati in hotel che a dicembre, fosse anche a marzo, dovranno lasciare gli alloggi, dovranno trovarsi una sistemazione diversa e che magari non hanno la possibilità di pagare affitti alti. Sicuramente una parte dei soldi, mai ce ne fossero, li destinerei a questa voce. Altra voce importante, dal mio punto di vista,la creazione di un fondo sociale per fare fronte alle necessità dei ragazzi diversamente abili o bisognosi di terapie. Ecco, questo sarebbe il mio Natale, un ritorno alle cose importanti che ci circondano”. (Davide)

“Va bene tutto il Natale, le luci, il villaggio, tutto bello ma spero almeno che dopo Natale si inizi una vera politica per creare un futuro per Fabriano. Ho perso il lavoro quindi, senza stipendio e senza nessuno tipo di salario, molto probabilmente sarà un Natale luminoso per Fabriano. Io mi auguro che almeno avrò ancora le utenze sennò per me sarà un buio Natale”. (Lorenzo)

Una forte attenzione per il sociale e per la condivisione che emerge dalle risposte dei nostri concittadini. Alcuni di loro mi hanno chiesto che Natale vorrei io per la mia città e la mia risposta di getto è stata: ”Bianco!” Se è vero infatti che il colore bianco, per definizione, esprime speranza per il futuro e fiducia sia nelle persone che nel mondo in generale, non credo ci sia un augurio migliore per tutti noi. E quindi che sia un sereno Natale, ricco di buoni propositi.

Gigliola Marinelli