“SENZA INVESTIMENTI E AMMORTIZZATORI A RISCHIO LA COESIONE SOCIALE”

Nuova presa di posizione dei sindacati in merito alla drammatica situazione industriale ed occupazionale del territorio fabrianese. A parlare sono il responsabile della Fiom Cgil Pierpaolo Pullini e il Segretario Generale della Fiom di Ancona, Tiziano Beldomenico. Ecco il punto sulle aziende in difficoltà.

J&P Industries: dall’incontro calendarizzato per il 13 novembre ci si aspetta che si arrivi definitivamente ad una risposta sulla certificazione del piano industriale. Entro la fine di ottobre si attendeva infatti il documento definitivo di un’ apposita società di verifica. Se così dovesse essere, sarebbe irresponsabile da parte del sistema bancario non finanziare un progetto industriale che può garantire centinaia di posti di lavoro su uno dei territorio più colpiti in assoluto dalla crisi. L’allungamento della possibilità di utilizzo della CIGS fino al 31/12/2018 è uno strumento indispensabile per una eventuale start up che comunque non può più essere rimandata.

Whirlpool: forti preoccupazioni dalla deludente chiusura della trimestrale di bilancio, come appreso da autorevoli fonti, che ha causato perdite importanti del titolo sul mercato azionario e che ha portato la Dirigenza della Multinazionale a dichiarare l’adozione di misure forti per garantire il raggiungimento degli obiettivi fino a qui mancati; misure che riguarderebbero l’ aumento dei prezzi e una riduzione di 150 milioni di dollari di costi fissi, probabilmente incentrati su area EMEA, dove si registra una perdita sul venduto. Esiste quindi una forte sofferenza sulle vendite, a fronte di perdite di quote di mercato, e sugli utili. Le dichiarazioni della Multinazionale destano molta preoccupazione in quanto intervenire sui prezzi significa di solito abbandonare alcune produzioni a bassa marginalità, mentre quando si parla di riduzione di costi fissi, troppo spesso si è inteso tagliare posti di lavoro: non è detto che sia questo che Whirlpool abbia in mente ma ad oggi non conosciamo le strategie che l’Azienda intende perseguire. E’ necessario quindi in tempi rapidissimi la convocazione del tavolo al MISE per verificare cosa ancora non si è completato e cosa non ha funzionato nell’integrazione, fermo restando che il tavolo territoriale convocato ieri, 8 novembre, diventa un momento di confronto importantissimo.

Tecnowind: In questi giorni è prevista la presentazione del piano concordatario preceduto dall’apertura di una procedura di mobilità coatta che taglia fuori dalla fabbrica il 60% dei dipendenti. La FIOM ha già dichiarato di non essere disponibile a firmare un accordo che preveda licenziamenti forzosi ma siamo disponibili a confrontarci per valutare tutte le strade da perseguire per ridurre il numero di esuberi e di conseguenza salvare il maggior numero di posti di lavoro possibile: è necessario quindi che Tecnowind dica chiaramente cosa è disposta a metterci per gestire l’esubero, che non può essere quello annunciato, in maniera volontaria e non unilaterale. In attesa di essere convocati per avere informazioni riguardanti gli incontri del 30-31 ottobre con i possibili acquirenti, la FIOM torna a chiedere il ritiro della procedura aperta lo scorso 26/10/2017, auspicando che gli intendimenti raggiunti con le Istituzioni al tavolo del MISE riguardanti ulteriori ammortizzatori sociali, possano concretizzarsi nel più breve tempo possibile. Si resta quindi in attesa di convocazione per un incontro in sede territoriale e di una convocazione presso il MISE, così come da impegni presi lo scorso 23/10/2017. Adesso più che mai il tempo è fondamentale nella gestione di questa drammatica vertenza che rischia di causare un vero e proprio problema di tenuta sociale per i dipendenti diretti, per i fornitori, per l’indotto e per tutto il territorio. Per una volta che in Tecnowind c’è una risposta positiva dal sistema bancario, ricordiamo i 3,8 mil. di euro di finanziamento ricevuto da appositi istituti di credito, è indispensabile un’azione sinergica da parte di tutti evitando di lasciare soli i dipendenti che ormai pagano da anni con grandi sacrifici e che rischiano il disastro industriale. A fronte di queste tre grandi vertenze esiste un vero e proprio problema, che riguarda Fabriano e non solo, in merito alla scadenza ormai prossima degli ammortizzatori sociali per le aziende in crisi che li hanno usato in maniera continuativa e per le piccole aziende vista la quasi attuale impossibilità di accesso agli ammortizzatori in deroga. E’ necessario che questo diventi un problema di carattere generale che rischia di compromettere la tenuta complessiva del sistema industriale del Paese, compreso il territorio di Fabriano, e sul quale come FIOM ci stiamo battendo a tutti i livelli organizzativi ed istituzionali affinché si intervenga per garantire la salvaguardia deiposti di lavoro a cui deve seguire il rilancio complessivo dell’occupazione.