QUELLA MATTINA CHE NESSUNO DIMENTICA

Un anno fa, verso quest’ora del mattino. Era il 30 ottobre, domenica, quando una nuova e devastante scossa di terremoto colpì il Centro Italia alle ore 7.40. Il sisma, di magnitudo 6.5 Richter, è stato distintamente avvertito in molte altre Regioni Italiane, dalla Puglia al Trentino Alto Adige. Si tratta della scossa più forte in Italia dal terremoto dell’Irpinia nel 1980. L’epicentro del terremoto è stato localizzato tra Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Preci (al confine tra Umbria, Marche e Lazio) ad una profondità di nove chilometri. La prima scossa è stata seguita da altre decine di repliche: molte scosse hanno fatto registrare un valore superiore ai 4.0 di magnitudo. Su Facebook il ricordo del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. “E’ passato un anno. E’ vergognosamente passato un anno. Un anno di macerie ancora in strada – ha scritto il primo cittadino – un anno di persone parcheggiate negli alberghi, un anno di vite sradicate, un anno di smarrimento, un anno di abbandono. Il pensiero va ai paesi che nessuno potrà mai ricostruire, a chi, abituato a seguire con lo sguardo il profilo rassicurante delle cime dell’Appennino, da un anno ha dovuto abbassare lo sguardo sul profilo piatto di un mare che non regala prospettive, l’odore delle erbe e dei boschi sostituito con quello della salsedine. Va ai cittadini coraggiosi che meritano gli sguardi fieri e ammirati di Don Chischotte e di Davide, perchè quelli contro i quali stanno lottando sono mulini a vento mille volte più imperturbabili e giganti cento volte più grandi di un Golia qualsiasi”. L’articolo pubblicato il 30 ottobre 2016, poco prima della forte scossa che avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione. Dal nostro archivio.

 

di Marco Antonini

E’ quando scende il sole e l’aria diventa ancora più pungente che la paura del terremoto si fa sentire con tutta la sua forza. Un senso di impotenza aleggia sulla città della carta e la pratica già fatta nel lontano 1997 non sembra servire a qualcosa. Volti smarriti, cellulari che monitorano in continuazione l’app dell’Ingv per apprendere l’intensità dell’ultima scossa avvertita e quel senso di terrore che non riesce a diminuire. Fabriano vive così, a poco più di due giorni dalle forti scosse di terremoto, i difficili giorni della conta dei danni e della terra che trema sotto i piedi. Tornare alla normalità è un obbligo per non appesantire figli e nipoti ma la strada è tortuosa. Anche ieri diverse scosse superiori al terzo grado sono state percepite dalla popolazione. Chi è rientrato a casa fugge nuovamente e la paura tocca da vicino, senza pietà, anche coloro che sono all’aperto. La notte è lunga. Anche la pioggia e il vento hanno contribuito ad agitare la gente che è scappata dalle abitazioni. Per tranquillizzare i residenti sono scese in campo almeno trenta pattuglie delle forze dell’ordine in tenuta anti sciacallaggio. Si conta, infatti, che almeno 8 mila persone abbiano trascorso le prime due notti in auto o nei luoghi sicuri messi a disposizione dall’amministrazione comunale. Dalle ore 23 alle 7 del mattino le auto di polizia, carabinieri, stradale, guardia di finanza, cinofili e forestale hanno girato ininterrottamente in città. Il colore azzurro del lampeggiante era l’unica cosa che ha colorato le ultime tristi notti fabrianesi.

Diverse centinaia di persone hanno scelto il PalaGuerrieri, altrettante il PalaCesari, poco lontano, dove sono stati allestiti quasi 300 letti. C’è silenzio in queste due strutture. Al Palazzetto dello Sport le urla delle gloriose partite del Fabriano Basket in serie A1 sono un miraggio lontano. Si parla poco, con la voce tremula e le uscite di sicurezza spalancate. Mamme e papà si sono portati dietro le coperte per far dormire i bambini sulle tribune. Alcuni giocano con la palla. Diversi, di un anno o poco più, piangono ininterrottamente. I cani abbaiano. Nemmeno loro sono stati lasciati a casa a dimostrazione di come sono entrati a far parte delle famiglie! In mezzo a tanti giovani tre anziane donne, sole, con la borsa a tracolla, lo sguardo smarrito. “Ho paura – ha confidato una – e non so cosa accadrà domani. Mio marito non c’è più”. E’ proprio la solitudine una delle ferite più profonde provocate dal sisma. Gente sola, che non sa con chi esorcizzare la paura, aspetta una parola amica. Poi, fortunatamente, quando erano da poco passate le due di notte, ecco i volontari che consigliano alle donne di andare nell’altra struttura per distendersi nella branda. Il volto, per un attimo, è tornato sereno. Comune di Fabriano, Protezione civile e volontari non si sono mai fermati dalle ore 19 di mercoledì. “Sono stati subito eseguiti dei giri di perlustrazione della città e sono stati aperti 3 info point: in via Cappuccini, al parcheggio scambiatore e alla stazione – ha detto Gabriele, un volontario. – La sala operativa è sempre aperta. Garantiamo interventi di tipo tecnico e richieste di verifica degli immobili in collaborazione con l’ufficio tecnico. Abbiamo gestito la predisposizione di posti letto per gli sfollati ricorrendo al centro assistenziale di pronto intervento della regione per ulteriori pacchi letto”. Treni in tilt mercoledì sera con tanti fabrianesi bloccati lontani da casa. L’ultimo della giornata è arrivato con tre ore di ritardo. “Dovevamo chiudere alle 22 – ha detto il titolare del Caffè della Stazione – ma, con spirito di servizio, siamo stati qui fino alle 1. La gente aveva paura e insieme le difficoltà si sono superate meglio”. I tecnici sono a lavoro per verificare le agibilità delle case. Fino a ieri erano arrivate più di 700 richieste di sopralluogo.

In via precauzionale e in attesa di ulteriori accertamenti a causa di parziali inagibilità rilevate, il sindaco Giancarlo Sagramola ha disposto il temporaneo spostamento degli uffici della polizia locale negli attigui locali posti al 4° piano di Palazzo Chiavelli e dell’Urp presso la Biblioteca Sassi e il temporaneo spostamento del Ufficio Accoglienza Turistica presso la Pinacoteca. Inagibile la sede della polstrada in via Brodolini. Chiusi, in attesa di controlli, il Teatro Gentile, il Ridotto e il Foyer. Le attività didattiche dell’Università Popolare sono sospese. Scuole di ogni ordine e grado agibili dopo i sopralluoghi ma resteranno chiuse fino al 31 ottobre. L’Ospedale Profili ha subìto alcuni danni nella parte della struttura di più antica costruzione e si è resa necessaria la chiusura del primo e secondo piano e dei relativi ambulatori ed uffici dell’ala A. Da ieri il mercato del sabato ha lasciato la centrale Piazza Garibaldi e si è spostato in via Martiri di Nassirya. Tra gli edifici privati i danni maggiori si registrano in via Fratelli Latini dove la facciata in mattoncini di una villetta è caduta sopra le macchine. Stesso discorso per la casa difronte dove, dalla strada, si vede tutta la cucina. I vigili del fuoco effettuano sopralluoghi per tutto il giorno e hanno salvato un’anziana di 96 anni che si trovava in un’abitazione inagibile. Tante le abitazioni controllate con diverse crepe alcune delle quali profonde.