FURTI E INFILTRAZIONI, VIAGGIO NEI CIMITERI DEL FABRIANESE

Più controlli nei cimiteri del Fabrianese. E’ quello che chiedono i residenti alle prese, da tempo, con problemi con quello che dovrebbe essere il luogo dove certe cose non succedono mai. Invece no, i ladri hanno preso di mira anche i camposanti: nel mirino delle bande il rame che poi viene rivenduto, oggetti di valore come lampade e anche ciò che uno lascia nell’auto in quei pochi minuti, tra una cosa e l’altra, per andare a fare una preghiera al proprio defunto. L’ultimo caso è avvenuto recentemente: una signora è andata a trovare un suo parente al cimitero di Santa Maria (foto), il più grande, situato nel quartiere omonimo, nella periferia della città. Ha lasciato la borsa sul sedile anteriore della macchina, tanto non c’era nessuno al parcheggio quel lunedì pomeriggio. Quando è tornata, la triste sorpresa: il finestrino era stato infranto e ignoti hanno rubato la borsa contenente denaro contante e documenti. Non è la prima volta che accadono episodi del genere. Se in passato bisognava fare i conti con i cinghiali che raggiungevano il parcheggio del cimitero delle Cortine e alcuni anziani non sono addirittura scesi dalla paura, ora a colpire e a spaventare sono i ladri che si attaccano a tutto, anche al rame. Spesso i malintenzionati hanno agito indisturbati nel cimitero di Marischio tanto che i residenti, a proprie spese, hanno già il giorno dopo il fattaccio, rimesso tutto in ordine. “Così non va bene – hanno detto dalla popolosa frazione – perché questo è la casa del rispetto e del ricordo. Servirebbero più pattuglie, pene più severe e cancelli d’ingresso più difficili da scavalcare”. Purtroppo nelle strutture delle frazioni i ladri riescono ad entrare con troppa facilità. Il problema, però, è che agiscono non solo di notte, ma anche di giorno. “Una volta – ricordano alcuni dal cimitero di Albacina – c’era il custode che tra un lavoretto e l’altro controllava anche e solitamente non succedeva mai nulla. Da alcuni anni non è più così”.

Sono due i grandi cimiteri della città, Santa Maria e Le Cortine, più quelli situati nelle frazioni. I furti si sono registrati particolarmente nei cimiteri di Marischio, Melano e Albacina. Il problem, però, non interessa solo Fabriano: in pieno giorno ignoti hanno asportato borsello e documenti da una macchina in sosta davanti al cimitero di Cerreto d’Esi. Il tutto è avvenuto nei quindici minuti in cui il proprietario del mezzo è andato a far visita ai propri cari. Al ritorno, la triste sorpresa con il vetro rotto. Le forze dell’ordine hanno potenziato la sorveglianza. I residenti hanno chiesto l’istallazione delle telecamere di sicurezza nelle principali vie in prossimità di queste strutture. Problemi, invece, a Serradica dove parte della popolazione è sul piede di guerra: l’ala nord del cimitero della frazione, quella che dà sulla sommità del monte, rischia di crollare. Il colpo di grazia l’ha dato un anno fa il terremoto con una parte dichiarata inagibile. “Ci sono crepe e infiltrazioni – hanno riferito alcune persone in visita ai propri cari – in tutta la struttura. Una lamentela che va avanti da anni, ma nessuno sembra interessarsi”. Una parte del cimitero è transennata ed è a rischio crollo. Gli abitanti di Serradica, Cacciano e Belvedere hanno protestato più volte. “A breve contatteremo il sindaco Santarelli – hanno evidenziato – affinchè si occupi in prima persona di questa emergenza: ieri abbiamo notato nuove infiltrazioni d’acqua. La gente del paese è arrabbiata”. Ieri, intanto, consiglio comunale al Palazzo del Podestà. Fabriano Popolare, tramite il consigliere Vanio Cingolani, ha depositato un’interpellanza per segnalare la situazione del cimitero di Marischio al collasso perché “non ci sono più i loculi. Il Comune – ha detto – dovrebbe intervenire con la costruzione degli stessi e poi rivenderli al prezzo di costo a chi è interessato”. Intanto verranno costruiti 456 locali per un importo complessivo di 626mila euro al cimitero di Santa Maria: approvato il progetto definitivo. Il piano rientra nell’elenco triennale delle opere pubbliche.

Marco Antonini