STAGE SCUOLA-LAVORO, LA PAROLA A LUNA COMPAGNUCCI

Dalla fine di maggio è partito  lo stage di alternanza scuola-lavoro, per la durata di 120 ore, un’importante esperienza formativa per molti studenti che iniziano a percorrere i primi passi nel mondo del lavoro. Ne parliamo con una docente, Luna Compagnucci, che sta seguendo  la preparazione dei ragazzi al Liceo Scientifico “Vito Volterra” di Fabriano per cercare di capire il funzionamento e la mission di questo importante progetto per i giovani.

Luna, come nasce l’idea dell’alternanza scuola-lavoro e con quali finalità precise?

L’alternanza scuola-lavoro è una nuova metodologia didattica, resa oggi obbligatoria per legge, che permette agli studenti del quarto anno di scuola superiore, liceali compresi, di svolgere una parte del percorso formativo presso un’impresa o un ente. E’ uno strumento pensato per combinare preparazione scolastica ed esperienza assistita sul posto di lavoro, con la finalità di promuovere un’interazione con il mondo produttivo ed il territorio, favorendo l’apprendimento dei ragazzi in contesti operativi reali.

Possiamo affermare che questa esperienza può risultare molto utile agli studenti anche per l’orientamento universitario?

Sicuramente il percorso di alternanza scuola-lavoro contribuisce all’orientamento dei giovani, che attraverso un periodo di “stage” possono scoprire attitudini e potenzialità precedentemente ignorate, conoscere professioni verso le quali indirizzare scelte lavorative future e/o percorsi di studio, nonché arricchire l’esperienza in aula con una formazione pratica.

Il Liceo Scientifico Volterra, come anche altri istituti cittadini,  hanno scelto con entusiasmo di aderire ala progetto?

Il Liceo Scientifico”Vito Volterra” di Fabriano ha accolto con favore il progetto, impegnando, per la buona riuscita dello stesso, l’intero corpo docente e personale di segreteria: tutti, infatti, coordinati dalla Dirigente Adriana Verdini, hanno fornito un proprio personale contributo nella preparazione e nell’orientamento degli studenti verso questa nuova avventura, oltre ad aver elaborato progetti ed organizzato attività.

Come sono state selezionate le aziende ospitanti?

In primis la scuola ha cercato le aziende ospitanti, redatto convenzioni, nominato un responsabile scolastico (Prof.ssa Patrizia Sghiatti) ed un tutor didattico per ogni studente, garantendo un monitoraggio assiduo ed un dialogo costante con i referenti aziendali. In alcuni casi gli stessi studenti hanno espresso preferenze, scegliendo di svolgere questo periodo di formazione di 120 ore presso studi professionali, piccole o grandi imprese, enti pubblici, cooperative, università o strutture sanitarie.

L’approccio degli studenti a questa possibilità di inserimento concreto nel mondo del lavoro è stato positivo?

Ho colto negli studenti molta trepidazione e curiosità, alcuni hanno anche manifestato una certa preoccupazione: il timore di non essere all’altezza, di vivere l’esperienza individualmente senza il supporto dei docenti ed il sostegno della propria classe con cui sono abituati a condividere il loro tempo. Ci sono studenti già molto preparati sulle possibili mansioni che si aspettano di ricoprire, altri fantasticano su incarichi e contesti lavorativi; infine, c’è chi, maggiormente proiettato verso percorsi universitari, ritiene utile l’esperienza tuttavia prematura o, quanto meno, distante da progetti più immediati.

In base alla tua competenza specifica come hai programmato la formazione degli studenti per questo stage?

Il mio ruolo, quale docente di diritto, è stato quello di curare la formazione teorica degli studenti delle classi terze e quarte in vista dell’inserimento futuro all’interno del mondo del lavoro. Attraverso lezioni frontali ed attività laboratoriali abbiamo affrontato tematiche giuridiche come la tutela dei lavoratori, la sicurezza nei luoghi di lavoro, modelli contrattuali e redazione di curriculum e lettere di presentazione. L’obiettivo non era certamente quello di formare “aspiranti avvocati”, bensì fornire loro strumenti di tutela e conoscenze basilari per approcciarsi a dinamiche e contesti del tutto nuovi. In loro vi è stato interesse, impegno, qualcuno si è particolarmente distinto per creatività ed intraprendenza, tuttavia i nostri giovani appaiono anche molto spaventati dalla precarietà occupazionale e dal rischio di non riuscire a realizzare i propri sogni professionali.  Non dimentichiamo che l’attività di stage, il modulo di diritto del lavoro e qualunque altra attività organizzata dalla scuola all’interno del progetto (visite didattiche, corsi, incontri con esperti) saranno oggetto di valutazione con un peso considerevole anche in sede di esame di Stato.

Un consiglio che da docente hai dato ai ragazzi prima di partire per questa  esperienza formativa?

La mia principale raccomandazione ai ragazzi è stata sicuramente quella di far tesoro di ogni singolo insegnamento e di accogliere con umiltà e determinazione ogni incarico perché c’è sempre da imparare (anche nel fare delle semplici fotocopie)…ma soprattutto: tenete spenti i cellulari dai quali, ahimè, si separano con estrema fatica!

Gigliola Marinelli