I RAGAZZI DI HAPPENNINES PER VALORIZZARE IL COMPRENSORIO

Cooperativa Happenninesdi Gigliola Marinelli

Passione, amore per il nostro Appennino e un grande coraggio imprenditoriale per una start up giovane e dinamica, un esempio di sviluppo che può suggerire anche spunti di riflessione per i giovani del nostro territorio. Abbiamo incontrato i ragazzi di Happennines (foto) per saperne di più.

Quando e da chi è stata costituita la Cooperativa Happennines e con quali finalità?

“Happennines nasce il primo ottobre del 2015 grazie ad un bando, Cultlab, incentrato su progetti culturali che potessero poi dar vita a startup specifiche nel settore del turismo e della cultura. Nasce però anche, e forse soprattutto, dalla passione di un gruppo di ragazzi per il proprio territorio, dalla loro tenacia nel creare qualcosa di nuovo e di importante, dalla loro convinzione che l’area a cavallo tra le Marche e l’Umbria possa trasmettere qualcosa di eccezionale e di unico. Il nome Happennines, infatti, non è altro che l’acronimo di it happens in the Apennines, una sorta di incipit di un racconto, di una narrazione di quello che può accadere negli Appennini. E molte in effetti sono le cose che potrebbero accadere. Tre sono i soci fondatori, Sara Paolucci, Marco Caverni e Gabriele Costantini, cui si sono aggiunti progressivamente Giorgia Rinaldi e Letizia Reda. Le competenze dei 5 membri della società cooperativa sono tutte direttamente o indirettamente legate al turismo e si compensano a vicenda. Finalità principale della società è quella di creare progetti di sviluppo turistico e territoriale che abbiano soprattutto un positivo impatto economico e sociale. Il primo grande progetto, Sassoferrato Turismo, riguarda appunto Sassoferrato, sede tra l’altro della società, e la sua offerta turistica e culturale. L’obiettivo in questo caso è quello di valorizzare e creare un modello di gestione innovativo del polo museale, di farlo conoscere all’esterno e di creare partnership con altre strutture museali. Ma Sassoferrato Turismo non è l’unico progetto di Happennines, che deve essere considerato infatti come contenitore di progetti sempre volti alla valorizzazione territoriale e alla fruibilità museale”.

Il nostro territorio sta vivendo una crisi economica ed occupazionale senza precedenti: può l’Appennino costituire una risorsa per generare nuova occupazione , specialmente per i più giovani?

“Se non fossimo stati convinti di questo, non ci saremmo messi in gioco in questo modo. Il territorio appenninico ha secondo noi delle grandissime potenzialità da un punto di vista turistico, paesaggistico e culturale che potrebbero sicuramente generare nuova occupazione. E’chiaro che il lavoro è lungo e affatto semplice, e necessita di risorse umane adeguate. La chiave è riuscire ad individuare i tratti, le caratteristiche di valore che il territorio offre e costruire su questi dei modelli di business efficaci ed innovativi”.

Quali sono le iniziative organizzate dalla società cooperativa per far conoscere le eccellenze offerte dal nostro Appennino?

“Nel corso del 2016 sono state decine le iniziative messe in campo da Happennines per la valorizzazione non solo del polo museale di Sassoferrato, ma dell’intero territorio. Iniziative che hanno spaziato da eventi museali come concerti e degustazioni, didattica per le scuole, seminari, convegni, esperienze, escursioni arricchite in alcuni casi da visite ad alcune delle abbazie che caratterizzano le nostre montagne. Oltre ai singoli eventi sono stati creati progetti strutturati a lungo termine come il progetto “Hiking Apennines” per il turismo montano, il progetto “Ludus” per la gamification, “Un museo per imparare” per la didattica. Sono in incubazione altri progetti che riguardano l’offerta di servizi alle imprese del territorio o la valorizzazione dei prodotti agro alimentari”.

Secondo voi è possibile creare una rete turistica efficace per valorizzare il territorio appenninico? Può essere questa nuova forma di turismo un volano di sviluppo per il comprensorio?

“E’ possibile e necessario. Noi come Happennines, fin da subito, gestendo anche il punto I.A.T.di Sassoferrato, abbiamo iniziato una sorta di tour tra i diversi Centri e punti I.A.T. della Regione ed anche della vicina Umbria, per farci conoscere, far conoscere il territorio e quindi promuoverlo. Inoltre, sono state già impostate o si stanno studiando alcune tipologie di collaborazione con strutture museali più o meno vicine che potrebbero comportare un maggior flusso turistico e soprattutto una maggiore permanenza nel nostro territorio. Quello che abbiamo fin da subito notato è stata la grande disponibilità alla collaborazione. Ecco perché è possibile concretamente fare rete, non solo parlarne”.

Quali altre attività sono previste da “Happennines” per i prossimi mesi?

“Diverse sono le proposte in cantiere, altre sono già state definite e diffuse nei diversi canali social e non solo. Anche se c’é da dire che l’evento che ci sta molto impegnando in questo periodo è la mostra internazionale “La Devota Bellezza – Il Sassoferrato con i disegni delle Collezioni Reali Inglesi -” che si terrà a Sassoferrato dal 17 giugno prossimo e fino al 5 novembre e dove siamo direttamente impegnati nell’organizzazione, nel marketing e nella strutturazione di itinerari turistici. Questo evento riteniamo possa rappresentare il momento di svolta per quanto riguarda la gestione dell’offerta turistica nel nostro territorio. Grande attenzione sarà anche data al lancio del Parco Archeologico di Sentinum che tornerà ad essere aperto quotidianamente dal 1 Maggio, giornata di evento inaugurale dell’area archeologica, che rappresenta la più importante e preziosa testimonianza della presenza romana nel nostro territorio. Stiamo inoltre mettendo a punto, anche in collaborazione con altre startup, un’offerta di servizi per strutture ricettive, produttori, aziende per quanto riguarda promozione, marketing e digital strategy. Ci stiamo inoltre focalizzando nella creazione, come Happennines, di un hub del territorio che possa fungere da collettore per la formazione di una rete locale in grado di interfacciarsi con altre reti nazionali ed internazionali. La nostra vision è quella di diventare un punto di riferimento per gli stakeholders locali, nonché un nuovo esempio di sviluppo, non solo per i territori circostanti, ma anche per realtà più distanti”.