LE MASCHERE E L’ARTE, L’ARLECCHINO DI PICASSO

Oggi martedì grasso, ultimo giorno del Carnevale, partiamo per un breve viaggio su come vari artisti hanno visto e rappresentato le maschere protagoniste. Tanti gli artisti che hanno interpretato questo tema, tra l’altro molte sono anche le stampe antiche che raffigurano con storie narrate per immagini, le vicende di Arlecchino, Pulcinella, e tutti gli altri personaggi della Commedia dell’arte. La maschera è legata da sempre anche al teatro, serve a donare un’altra identità a chi la indossa e questo è proprio il motivo per cui sono bellissime e interessanti da conoscere. Tra tutte, la maschera di Arlecchino è forse la più famosa. Nato a Bergamo, è conosciuto per il suo particolare vestito dai cento colori. Personaggio che ha incuriosito ed attratto artisti come Picasso, ma anche Cezanne o Juan Gris. Celebre il dipinto del francese Paul Cezanne, Pierrot and Harlequin datato 1888. Come abbiamo accennato in precedenza, le maschere della Commedia dell’Arte Italiana ebbero notevole popolarità anche in ambiente europeo. Juan Mirò con il suo sospeso e surreale Carnevale di Arlecchino del 1925 usa la simbologia carnevalesca costruendo una riflessione profonda sull’uomo.

Il dipinto ha uno straordinario legame con il simbolismo Novecentesco, ma anche con uno dei pittori più affascinanti del Medioevo, Hieronimus Bosch con la sua disposizione libera delle figure all’interno della composizione. Per Pablo Picasso i personaggi del circo e le maschere della commedia dell’arte sono soggetti privilegiati. Sono personaggi che dipinge fin dagli inizi della sua carriera e che lo accompagneranno per tutta la vita attraversando i diversi linguaggi che l’artista poi deciderà di sperimentare. Picasso realizza, nella sua lunga carriera, molti dipinti con Arlecchino. L’artista è molto vicino all’immagine del saltimbanco e delle maschere e utilizza questi personaggi per mettere in evidenza il proprio stato d’animo, solidale con gli emarginati, i diseredati e gli afflitti. Il disegno è semplificato mentre i toni freddi creano un’atmosfera malinconica e triste, ben lontana dallo stereotipo dell’Arlecchino burlone e con la battuta sempre pronta. Anche lo sguardo e la gestualità concorrono alla resa della malinconia che pervade l’opera. L’Arlecchino di Picasso quindi diventa il simbolo dell’artista di strada, costretto al sorriso ma profondamente malinconico.

Francesco Fantini