A TU PER TU CON ROMUALDO LATINI

Lo scorso febbraio con il dottor Romualdo Latini abbiamo partecipato al dibattito “Bentornato Marx?”Siamo ritornati sull’argomento con Romualdo, sicuramente un plauso ai relatori del convegno per la qualità dei loro interventi e una forte risposta del pubblico partecipante, un invito a proseguire nell’organizzazione di dibattiti che aprono importanti discussioni e confronti, come in questo nostro caso.

Romualdo, questo convegno ti ha particolarmente colpito. Ammesso che non esistano più le “classi”, questa “rivoluzione” chi la farà e contro chi?
“Il convegno mi ha ulteriormente convinto che la sinistra detenga lo scettro della cultura politica; ma sono soprattutto esercizi culturali perché pur cercandolo col lanternino non trovano l’interlocutore contro cui fare la rivoluzione. Le classi si sono miscelate, l’operaio moltissime volte ha una disponibilità liquida superiore al suo datore di lavoro e sicuramente qualche preoccupazione in meno. Vedo uno schieramento che accomuna imprenditori e dipendenti contro i politici e i parassiti”.

Secondo te siamo nella fase della “rabbia” e se sì cosa comporta questo atteggiamento a livello sociale?
“Siamo sicuramente nella fase della rabbia ed è questo il motivo del successo del “Movimento 5 stelle” o per motivi diversi della “Lega”. L’Italia è molto lunga ed è diversa la risposta. Al sud ci si sente autorizzati a comportarsi al limite della legalità pur di portare a casa il necessario per il sostentamento della propria famiglia , mentre al nord ci si arrampica sugli specchi per non chiudere l’azienda e proteggere il posto di lavoro ai propri dipendenti”.

Le piccole e medie imprese sono allo stremo e fanno di tutto per resistere, ma fino a quando?
“Le piccole aziende sono costrette ad utilizzare qualsiasi mezzo anche al limite della legalità per fronteggiare gabelle varie concorrenza sleale ……fino a quando? Fino a quando non si stancano e preferiscono investire all’estero anche perché passano i governi di sinistra o di destra, ma cambia ben poco”.

Dei tuoi figli tre su quattro hanno scelto di vivere e lavorare all’estero. Condividi questa scelta e che motivazioni ti sei dato?
“Sono contento che vivano all’estero perché hanno gratificazioni che in Italia ben difficilmente avrebbero potuto ottenere; sono contento nel vederli spesso su Skype con un sorriso radioso piuttosto che vedermeli vicino con gli incubi di risolvere problemi”.

Sei stato per decenni uno degli imprenditori sulla cresta dell’onda nel commercio fabrianese e nazionale. Proveniamo entrambi da due famiglie che hanno segnato la storia del commercio fabrianese, la famiglia Latini nel tuo caso e Monteverde nel mio. Un tempo chi lavorava nel commercio doveva mantenere una posizione neutrale a livello politico e vigeva il detto: ”Devo vendere a tutto a tutti, senza distinzione di colori”. Cosa ne pensi dei commercianti che hanno iniziato a scendere in campo attivamente in politica?
“Non mi sono mai aspettato niente dalla politica, sembra che non vivano nella società reale e anche se ti infili dentro difficilmente ti faranno dire la tua”.

Gigliola Marinelli