TERREMOTO, 6 MESI DOPO – ASPETTANDO LE CASETTE

Sono passati sei mesi da quel 24 agosto quando, in piena notte, il centro Italia fu svegliato da una tremenda scossa di terremoto che distrusse interi paesi tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Nessuno, quel giorno, sapeva che nell’arco di due mesi, le cose sarebbero peggiorate con un altre violentissime scosse e poi, più avanti, anche con il nevone. Oggi è il giorno del silenzio e del ricordo per le tante vittime del sisma e il giorno del grazie ai tanti angeli del soccorso che, incessantemente, da mesi, non si sono mai fermati. I giorni scorrono, le stagioni passano, eppure di ricostruzione vera e propria ancora non si parla. Ci chiediamo solo quanto bisognerà ancora aspettare per dare a tutti gli sfollati un modulo abitativo e la loro dignità rubata. A Pescara del Tronto, la prossima settimana, inizierà il montaggio di 26 casette su 210 richieste. Le prime nelle Marche. Scusate, ma è poco.

Marco Antonini

LA NOTTE DEL TERREMOTO, DA NOSTRO ARCHIVIO DEL 24 AGOSTO 2016

Terremoto nel centro Italia, in provincia di Rieti e tra Umbria e Marche. Due morti a Pescara del Tronto (Ascoli Piceno). Vittime anche ad Amatrice, secondo quanto riferisce il sindaco. Una violenta scossa di terremoto, di magnitudo 6, è stata registrata alle 3:36, con epicentro vicino Accumoli, in provincia di Rieti, e con ipocentro a soli 4 chilometri di profondità. Gravissimi danni ad Amatrice, dove il corso principale è devastato. All’inizio della via è in corso un’operazione per salvare sei persone che sono sotto un cumulo di macerie alto almeno dieci metri. “E’ un dramma, ci sono dei morti e persone sotto le macerie”, dice il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.

“Metà paese non c’è più”, ha aggiunto il sindaco, “le strade di accesso sono bloccate”. Il sindaco ha fatto appello ai soccorritori per liberarle. “Su una c’è una frana e un’altra ha un ponte che sta per crollare. La gente si è riunita negli impianti sportivi, siamo senza corrente”. L’ospedale di Amatrice è inagibile. Feriti e barelle vengono curati anche in strada davanti all’ospedale. Le ambulanze stanno trasferendo i feriti a Rieti, mentre i pazienti del nosocomio vengono trasferiti in altri ospedali. Situazione molto grave anche ad Accumoli dove c’è almeno una vittima, e una famiglia di quattro persone – due bambini piccoli e i loro genitori – è sotto le macerie e non da segni di vita. Lo ha detto a RaiNews24 il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci.

E’ stata di magnitudo 5.4 la seconda forte scossa di terremoto registrata alle 4:33, con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata) ed ipocentro a 8,7 chilometri di profondità. Due persone sono morte nel crollo della loro abitazione a Pescara del Tronto, una frazione di Arquata. Lo confermano i carabinieri. Si tratterebbe di una coppia di anziani coniugi, deceduti nello stesso crollo. Diverse persone sono rimaste coinvolte nei crolli e danni pesanti sono stati inflitti a edifici e infrastrutture stradali, ha riferito il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Anche una nuova forte scossa, alle 4:34, è stata avvertita in tutto il centro Italia. In Abruzzo, all’Aquila, Teramo e Pescara la gente è scesa in strada. Forte rumore di crollo dalla parete est del Corno Piccolo sul Gran Sasso. A seguito del terremoto alcuni giunti di pilastri che sorreggono i viadotti della A25 tra Pratola e Cocullo (L’Aquila) si sarebbero mossi. Al momento sono in corso controlli, la circolazione resta comunque aperta e regolare. In Umbria al momento non ci sono segnalazioni di danni. Popolazione in strada anche a Norcia. Nessun danno ad Assisi per le Basiliche di San Francesco per il forte terremoto avvertito anche nella città umbra. Lo ha detto all’ANSA padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento. La scossa ha svegliato l’intera comunità francescana. I frati e il capo restauratore Sergio Fusetti si sono subito nella Basilica superiore e in quella Inferiore per verificare la situazione. Al momento non risultano danni ma le verifiche proseguiranno nelle prossime ore. E’ stato mobilitato l’Esercito per far fronte all’emergenza. Una componente del 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partita verso le zone colpite dal sisma. L’ospedale di Amandola, in provincia di Fermo, è stato evacuato per alcuni distacchi che hanno interessato la struttura a seguito delle scosse di terremoto di stanotte. A breve potrebbero essere evacuate anche case di riposo e altre strutture di accoglienza nel Maceratese, a Castelsantangelo sul Nera e a Montefortino (Fermo). Negli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto è intanto scattato il piano di emergenza per accogliere i feriti e le persone colte da malore. Medici e infermieri sono stati richiamati tutti in servizio per assistere i pazienti, alcuni dei quali presentano traumi da fuga.

DANNI E PAURA ANCHE A FABRIANO

Paura a Fabriano dopo le tante scosse di terremoto che hanno fatto ritornare la mente a quasi 20 anni fa. Dopo la nottata di ieri trascorsa all’aperto – molti si sono radunati al parcheggio dell’Agraria e al parco cittadino – questa notte in molti sono rientrati a casa e hanno sfidato la paura. La città ha reagito bene e si è messa in moto già ieri poco dopo la scossa di magnitudo 6 per coordinare la situazione. Il centro comunale della Protezione civile è stato aperto fin dalle 4 del mattino. Ieri sono stati effettuati circa una cinquantina di sopralluoghi su edifici in via Serraloggia, via Grandi e via Brodolini. Qualche distacco di intonaco e calcinacci nella chiesa di San Nicolò, nella casa di riposo cittadina ed in altri edifici. Il bilancio definitivo parla di cento edifici danneggiati e due da sgomberare: un piccolo piccolo appartamento al quartiere Piano ed uno in via Serraloggia con una azienda e 9 famiglie. Sempre ieri è partita la prima squadra del gruppo dei volontari di protezione civile di Fabriano per Arquata del Tronto. “Siamo solidali” ha detto il sindaco Sagramola. E’ anche partita la macchina della solidarietà con raccolta, anche in città, di generi di prima necessità che verranno consegnati, quanto prima, alle popolazioni colpite dal terremoto. Nelle ultime ore tante scosse di assestamento hanno continuato a spaventare la gente che cerca di tornare alla normalità anche se nulla sarà più come prima.

I SOCCORSI 

Poche ore dopo il sisma del 24 agosto i soccorsi erano nelle zone terremotate con 5 tende con 30 letti a Ripe San Ginesio; 30 posti letto a Sarnano; 10 tende con 50 letti ad Amandola, 15 tende con 50 letti ad Acquasanta Terme, 30 brandine e coperte a San Ginesio, 20 tende a Montegallo, 20 tende, una cucina e bagni con doccia a Uscerno di Montegallo, 30 tende e 150 posti letto completi, bagni chimici e gruppo elettrogeno a Castel Sant’Angelo sul Nera, 4 moduli abitativi mobili a Monte San Martino, 300 brandine e coperte a Camerino, 30 brandine e coperte con 10 tende a Ussita, 6/8 tende a Bolognola, 50 brandine e coperte a Serravalle di Chienti ed altrettante a Pievebovigliana, 20 brandine e coperte a Pieve Torina, 30 tende 100 letti, 2 torri faro, 2 moduli bagno al campo sportivo di Arquata del Tronto, 30 tende, 100 letti, 2 torri faro, 2 moduli bagno, nella zona industriale sempre di Arquata del Tronto; 2 torri faro, 2 moduli ambulatorio e una cucina nella frazione di Pescara del Tronto; 10 letti a Montecavallo. Per un totale di 920 posti ricovero disponibili in tende e 480 posti in branda.

L’Anpass ha messo a disposizione 18 ambulanze, due fuoristrada, un’auto, a rafforzamento del locale servizio di 118. La Croce Rossa opera con 20 mezzi, si occupa tra l’altro del trasporto delle salme, dei ricongiungimenti familiari e dello stoccaggio delle derrate alimentari messe a disposizione da aziende private. Il Soccorso alpino opera ad Arquata e Pescara del Tronto con 63 tecnici specializzati nello scavo e recupero e con sei unità cinofile.

IL PAPA FA COMPRARE PRODOTTI ZONE TERREMOTATE

Su espressa indicazione del Papa, l’Elemosineria Apostolica si è recata in questi giorni nelle zone terremotate dell’Italia centrale per acquistare dai piccoli rivenditori, in difficoltà a causa del sisma, prodotti alimentari tipici delle aree colpite. In accordo con i vescovi di Rieti, mons. Domenico Pompili, di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, di Camerino-San Severino Marche, mons. francesco Giovanni Brugnaro, e di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, sono stati individuati alcuni gruppi di contadini, agricoltori e produttori le cui aziende rischiano di chiudere a causa dei danni provocati dal terremoto. L’Elemosineria Apostolica, tramite l’elemosiniere mons. Konrad Krajewski, ha provveduto a comprare una grande quantità dei loro prodotti con l’intenzione, espressa dal pa, di aiutarli ed incoraggiarli nel proseguire nelle loro attività. (Ansa)