FABRIANO, 12ENNE DERISO IN CLASSE – STOP AL BULLISMO

di Marco Antonini

L’hanno preso di mira per diversi giorni, con battute ironiche di basso livello e con dispetti sia in classe che durante l’intervallo, poi, quasi come per voler dimostrare la loro superiorità l’hanno fatto inginocchiare in aula per umiliarlo mentre alcuni compagni di classe, invece di prendere le distanze, ridevano. Per i due prepotenti un gioco. Per la vittima, un compagno della prima media dell’Istituto comprensivo Marco Polo di Fabriano, una violenza che rischia di minare il carattere, rende più fragile la persona e l’annienta davanti agli altri. Brutto episodio nella scuola del quartiere Borgo di  Fabriano che, fortunatamente, è stata gestita bene sia dagli insegnanti che dal dirigente scolastico. Quando il dodicenne ha trovato il coraggio di riferire quanto aveva subìto da due suoi compagni, il preside non c’ha pensato due volte e ha convocato una riunione con tutti i genitori della classe convinto che “una punizione, da sola, non serve a nulla, nemmeno se esemplare”. Così sono venuti a conoscenza di quello strano episodio avvenuto in classe, nel luogo della crescita, dell’educazione e del sapere. E come sempre accade, la meraviglia mista a rabbia è stata tanta tra coloro che hanno minimizzato l’accaduto, chi l’ha ridotto a un semplice comportamento da bambini, chi ha preteso la sospensione dei ragazzi maleducati e chi ha cercato di capire il perché di questo atteggiamento. Il dirigente scolastico Antonello Gaspari si è impegnato in prima persona per evitare l’insorgere di un problema ancora più grave. “I due alunni sono stati ammoniti, abbiamo subito parlato con le famiglie per far capire loro la gravità del comportamento che non dovrà più ripetersi. Questa – ha dichiarato al Corriere Adriatico – è una comunità dove tutti siamo impegnati per promuovere la crescita attraverso percorsi educativi. Abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro: se i compagni scendessero in campo contro i violenti e i bulli in difesa della vittima, tanti episodi non sarebbero mai capitati nelle scuole”. Al momento, considerandosi un episodio isolato, non è stata sporta denuncia alle forze dell’ordine.

Bullismo

Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di derisione ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i 18 anni. Ci sono una serie di comportamenti che se ripetuti frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi.

Esempi

ricevi insulti o minacce; ti spingono, ti danno calci e pugni, ti fanno cadere; ti danno dei soprannomi antipatici e ti prendono in giro; diffondono voci maligne su di te; ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione; fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando; parlano in codice se sei presente; ricevi sms, e-mail e telefonate offensive; ti ignorano e ti voltano le spalle se ti avvicini; ti costringono a fare cose che non vuoi; ti rubano o nascondono i libri, la merenda, la paghetta o le altre tue cose.

Per combattere il fenomeno e sensibilizzare le giovani generazioni molte Questure della Polizia di Stato hanno dato vita ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, che riportiamo qui.

Come difendersi

Prima di tutto bisogna non sottovalutare il problema: perché non si tratta solo di “ragazzate”; perché spesso, dietro il bullismo, si celano vere e proprie azioni criminali (furti, estorsioni, vandalismi, rapine, violenze sessuali); perché il bullismo danneggia non solo chi lo subisce ma anche la famiglia, gli insegnanti e gli altri ragazzi che ne sono testimoni; perché è molto probabile che i bulli crescano compiendo prepotenze; perché subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intellettiva e sociale della vittima.

Consigli per i ragazzi

Difficile per il bullo prendersela con te se racconterai ad un amico ciò che ti sta succedendo. Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi, rispondi “NO” con voce decisa. Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricorda che il bullo non può prendersela con te se non vuoi ascoltarlo. Il bullo si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca, cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione, il bullo si annoierà e ti lascerà stare. Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo. Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto. Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare. Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi. Per non incontrare il bullo, puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone. Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose. Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo! Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse! Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere aiuto anche a lui.

Consigli per i genitori

I giovani, vittime di questi comportamenti, difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno paura. Ma i bambini devono imparare che il bullismo è un comportamento sbagliato e che non fa parte del naturale processo di crescita. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna: Aumentare la loro autostima. Incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità. Stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi. È inoltre importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a: Saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità. Comunicare in modo sincero. Identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti. Prendere esempio da ciò che si vede a casa. I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere. Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo: Trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati. Fare frequenti richieste di denaro. Essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola. Presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti. Dormire male o bagnare il letto. Raccontare di non avere nessun amico. Rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola.