“SIRIANI IN TRANSITO”, LA MOSTRA IN BIBLIOTECA SASSI

Domani, mercoledì 7 dicembre, alle 17.30, presso la Biblioteca Multimediale Sassi di Fabriano, si inaugura la mostra “Siriani in Transito” che racconta il viaggio dei siriani in fuga dalla guerra, dalla Siria all’Europa in cerca di asilo. L’evento si inserisce all’interno del percorso “SCONFINIAMO. Racconti di chi arriva”, nato dalla collaborazione tra i Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale n.10 di cui l’Unione Montana dell’Esino-Frasassi è l’ente capofila, i soggetti del terzo settore, le organizzazioni sindacali e la Commissione Pari Opportunità del Comune di Fabriano. Un progetto tra più attori che si propone di offrire alla popolazione del territorio fabrianese una serie di iniziative, con musica, incontri e racconti di “chi arriva” per conoscere più da vicino la realtà sociale e culturale dei migranti. La mostra fotografica, organizzata e allestita dal Laboratorio Sociale Fabbri, sarà ospitata dalla Biblioteca comunale fino al 22 dicembre con ingresso gratuito.

Un progetto a cura di Marta Mantegazza, Anna Pasotti, Alessandra Pezza con fotografie di Anna Ruggieri. Un’esperienza che nasce dall’incontro di tre mediatrici interculturali che, frequentando i centri di accoglienza per i siriani a Milano come operatrici e volontarie, sono divenute testimoni dirette del viaggio a cui le politiche di contenimento dell’immigrazione messe in atto da vari stati Europei costringono i siriani in fuga dalla guerra. Provati da anni di conflitto e di esilio nei paesi limitrofi questa popolazione si trova ad attraversare confini alla ricerca di una nuova speranza.

UNA MOSTRA PER DARE VOCE

Di fronte a storie simili e uniche al contempo, unite tutte dal non avere eco, è emersa l’esigenza di dar voce a queste persone per portare informazione sul viaggio da loro compiuto. Per farlo si è pensato ad uno strumento semplice, efficace e facilmente diffondibile: la fotografia. Grazie alla collaborazione con una fotografa nasce così il progetto Siriani in transito, che pone l’accento sui siriani ma che è trasversale a tutti i profughi di guerra. Intrecciando racconti e immagini si vuole raccontare una storia collettiva che possa far nascere una nuova riflessione sui processi di accoglienza e di inclusione in Europa. Alla base del progetto c’è la convinzione che si debba avere il diritto di scegliere il Paese in cui si vuole vivere, che la libertà di circolazione sia un diritto e che debba dunque avvenire con mezzi sicuri e legali e che, dunque, ci debba essere in tal senso una diversa politica nazionale ed europea.