SISMA, EMERGENZA E PREVENZIONE. 10 CONSIDERAZIONI

Gli interventi degli esperti che hanno partecipato al convegno di Italia Nostra Marche sul tema “IL SISMA, DALLA EMERGENZA ALLA PREVENZIONE”, permettono di effettuare alcune considerazioni che nascono dalla diretta esperienza:

  • E’ importante la conoscenza come primo passo verso la consapevolezza e la prevenzione per la riduzione del rischio.
  • È necessario che squadre di tecnici verificatori, qualificati, in un paese come l’Italia dove le scosse sismiche sono quotidiane, vengano rese stabili ed aumentate di numero, eventualmente logisticamente connesse ai musei locali e ai poli museali, con il supporto formativo degli ordini professionali e delle università; esse devono assumere un ruolo specifico nelle attività di sensibilizzazione delle popolazioni, nel supporto a enti locali, professionisti e imprese, scuole e associazioni locali, tenendosi sempre, a disposizione dei soggetti di Governo e della Protezione civile nazionale per il pronto intervento.
  • L’intervento immediato per la messa in sicurezza affidata ai sindaci anche riguardo ai beni culturali, ripreso dall’ultimo decreto del Governo del 10.11.2016 (art.6), era già contenuto nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004 e quindi è stato fatto molto rumore per nulla, sotto l’aspetto giuridico; ma ciò dimostra che va molto migliorata l’informazione continuativa ai sindaci.
  • È possibile costruire in sicurezza edifici che non collassino di fronte anche a grandi scosse sismiche, permettendo così alle persone, in caso di terremoto, di fuggire ed avere salva la vita. È invece illusione pensare che le tecnologie antisismiche garantiscano assenza di lesioni agli edifici in caso di terremoti di elevata intensità”.
  • È necessario che le buone tecniche di progettazione e di esecuzione, siano assicurate con adeguati sistemi di autorizzazione e monitoraggio; come è obbligatoria una valutazione della qualità energetica degli edifici, così dovrebbe ottenersi l’obbligo di certificazione statico-strutturale in caso di affitto o vendita di immobili.
  • Riguardo alla tutela dei beni culturali molto è stato fatto sotto il profilo metodologico negli ultimi anni con l’emanazione di linee guida, ma i finanziamenti per il restauro/miglioramento dei beni culturali, pubblici e di proprietà religiosa e privata, si sono ridotti all’osso, soprattutto quelli per la prevenzione. È bene chiarire che per i beni culturali possono essere eseguiti solo interventi di miglioramento sismico e non di adeguamento, che vorrebbe dire rifare tutta la struttura, di fatto distruggendo il manufatto per i suoi valori storici.
  • Sorge la richiesta degli abitanti di non vedere allontanare dai centri colpiti dal sisma le opere d’arte che rappresentano il profilo identitario, lo “spirito dei luoghi” come afferma l’Unesco. Per quanto lo rendano possibile le esigenze della sicurezza bisogna evitare tale “deportazione” dei beni artistici e permettere invece il restauro in loco o in prossimità, rendendo le comunità locali compartecipi di tali interventi fino alla loro restituzione, eventualmente anche con visite ai laboratori di restauro.
  • E’ necessario in ogni caso sostenere l’economia locale ed effettuare interventi per ricostruire il tessuto sociale e quindi le strutture necessarie. Il ricostruire “dove e come era” è un modo di dire che non deve essere banalizzato per diventare, ove possibile, un obiettivo condiviso: ogni intervento deve reggersi su analisi precise e valutazioni attente, con il livello di approfondimento e gli obiettivi che sono propri del restauro e non del rifacimento in stile.
  • Il convegno ha confermato la necessità di un piano preventivo di lungo periodo, adeguatamente finanziato, per mettere in sicurezza il territorio nazionale, con particolare riferimento ai beni culturali tutelati dall’art. 9 della Costituzione Italiana ed ai Centri Storici.
  • Il piano deve riguardare la prevenzione sia dal rischio sismico che da altri fattori di pericolosità, in particolare quello idrogeologico avendo presente che prevenire significa risparmiare vite umane e danni immensi al patrimonio abitativo e culturale, nonché rimettere in moto l’economia del Paese perseguendo l’interesse pubblico.