“SISMA DEL CENTRO ITALIA, DAL GOVERNO ANCORA TROPPI NO”

“I 61 impegni contenuti nella nostra mozione sono il frutto di un lavoro che insieme ai miei colleghi ho iniziato già nella giornata del 24 agosto, a poche ore dal tragico evento sismico che ha lasciato nelle aree colpite delle Marche e del Lazio uno scenario di morte e distruzione. Facendo tesoro delle esperienze post-sisma dei terremoti del recente passato, quasi tutte nefaste e inconcludente, abbiamo affrontato la questione in tutti i suoi aspetti e nel dettaglio: dai moduli abitativi per gli sfollati al sostegno alle imprese, dagli aiuti alle amministrazioni locali a nuovi impegni sulla cultura della sicurezza, dalla trasparenza nell’assegnazione degli appalti ai controlli precisi sui lavori di ricostruzione”. E’ quanto afferma, in una nota, la portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati On. Patrizia Terzoni. “Il governo – prosegue – su molte richieste ieri ha risposto presente: si è impegnato a garantire la ricostruzione di tutti gli edifici danneggiati dal sisma incluse le seconde case, con copertura totale dei danni subiti anche per gli immobili ricadenti in classe A. Ha dato l’ok alle iniziative per costituire un fondo di rotazione, nell’ambito della prossima manovra di bilancio, al fine di supportare anche gli interventi minori per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, pubblica e ad uso produttivo. Cruciale anche il sì agli indennizzi alle attività produttive danneggiate dagli eventi calamitosi e all’impegno di attivare, anche attraverso gli strumenti previsti da ISMEA, ogni utile azione volta a sostenere le aziende agricole danneggiate. Purtroppo però registriamo con rammarico alcuni “no” decisivi, come la scelta di non approvare l’impegno attraverso il quale chiedevamo di fornire una soluzione abitativa che garantisca ai cittadini di rimanere in prossimità delle loro residenze, consentendo ad essi, fintanto che la propria casa non risulti agibile, di scegliere tra un contributo di autonoma sistemazione o la “casetta provvisoria”. Abbiamo visto nella tutela della “residenzialità” la priorità assoluta: purtroppo nell’esecutivo non abbiamo riscontrato la stessa convinzione. Avevamo chiesto anche di allargare le maglie dei vincoli di bilancio delle amministrazioni comunali coinvolte, ma purtroppo anche qui dal governo è arrivato l’altolà, così come sulle azioni volte ad aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio e diffondere le corrette pratiche da mettere in atto per affrontare le calamità naturali sono infatti state respinte. Tutti dinieghi che evidenziano la volontà di Palazzo Chigi di procedere a scarto ridotto, quando invece il toro andrebbe preso per le corna. Come M5S non consentiremo che quanto non è stato distrutto dal sisma vada a morire per le lungaggini della politica e della burocrazia: portato a casa questo risultato continueremo a vigilare. E a incalzare il governo affinché alle parole, per una volta, facciano seguito i fatti. Non permetteremo che gli sfollati finiscano in un cono d’ombra”.

TERZONI: “MOZIONE M5S IN AULA: RISCHIO SPOPOLAMENTO AREE COLPITE ALTISSIMO”

“Siamo a un punto di non ritorno: senza un immediato pacchetto di misure volte a tutelare e incalzare la ripresa delle attività produttive locali, i territori colpiti rischiano in pochi mesi una vera e propria accelerata in tema di spopolamento. Molti cittadini di Arquata del Tronto e dei comuni colpiti nel Lazio si stanno legittimamente organizzando con sistemazioni alternative nelle località costiere o in centri posti a parecchi chilometri dall’area interessata: se non si dà nuova linfa al tessuto economico di questi piccoli centri, c’è il rischio di una fulminea “morte demografica”. La mozione presentata alla Camera dal M5S, che proprio ieri ha iniziato l’iter di discussione in Aula, fa leva proprio su questo: scongiurare uno scenario irreversibile di abbandono”. E’ quanto afferma, in una nota, la portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati On. Patrizia Terzoni. “Il testo presentato – prosegue – è frutto di un lavoro molto approfondito declinato in ben 58 impegni attraverso i quali chiediamo al governo una serie di azioni urgenti. Tra queste la più urgente è senza dubbio quella relativa al sostegno alle imprese locali. Commercio, artigianato e soprattutto agricoltura: fornire agli allevatori ricoveri provvisori per il bestiame è forse la necessità più impellente. Inoltre abbiamo chiesto che la ricostruzione avvenga nel rispetto delle norme e dell’attuale patrimonio paesaggistico e che venga creata una zona franca per gli abitanti coinvolti. Tra le altre richieste c’è poi quella di far partire subito un piano di prevenzione verificando tutto l’edificato esistente, sia pubblico che privato, con una messa in sicurezza su larga scala. Il tempo delle chiacchiere è finito”.