IN UNA SOLA NOTTE AZZERATO IL RISPARMIO NEL TERRITORIO FABRIANESE

La CNA di Fabriano è molto preoccupata per le ripercussioni che avrà sulla città e sul tessuto produttivo del nostro territorio la vicenda della Veneto Banca che ha visto le azioni dell’istituto di credito, pagate dai risparmiatori fino a 40,75 euro l’una, precipitare a un valore di pochi centesimi. E’ un duro colpo che ha coinvolto moltissime famiglie e imprese che hanno avuto azzerati i risparmi di una vita. Si parla di una somma ragguardevole, per il nostro comprensorio montano, che raggiunge la cifra di circa sessanta milioni di euro che oggi sono diventati poco più che carta straccia. Il nostro territorio già martoriato dalla crisi industriale e lavorativa non meritava questo ulteriore tracollo che avrà certamente ripercussioni negative sulle attività commerciali e artigianali come sulla vita delle famiglie. Il probabile ingresso del fondo Atlante nell’azionariato della banca significherà avere di fatto la proprietà di tutto il gruppo con conseguenti misure di ristrutturazione draconiane che coinvolgeranno tutta l’attività della banca compresi i livelli occupazionali e la permanenza di alcuni sportelli nel nostro ambito territoriale. Siamo fortemente preoccupati per le imprese fabrianesi che lavorano con Veneto Banca e che hanno mutui e prestiti in essere, quale sarà il futuro del credito per queste aziende? Inoltre il tracollo di Veneto Banca porta con se anche il destino della Fondazione Carifac, quinto azionista che vede praticamente azzerato il suo patrimonio di circa venti milioni di euro (dato del 2013) in azioni del gruppo bancario veneto, anche questi sono soldi dei fabrianesi che fruttavano un capitale che ogni anno veniva utilizzato in interventi culturali e sociali sul territorio. Quello che ci chiediamo se sia stato prudenziale, da parte della Fondazione investire gran parte del patrimonio nelle 561.603 azioni della Veneto Banca? Crediamo che sia giunto il momento di fare giustizia e chi ha sbagliato finalmente paghi sia per chi ha avuto responsabilità di questo tracollo a livello nazionale che localmente avendo portato un ulteriore grave danno a tutta la collettività fabrianese.

VENETO BANCA, CONSOB APPROVA PROSPETTO QUOTAZIONE IN BORSA

L’offerta in opzione e il collocamento istituzionale dell’aumento di capitale da un miliardo di Veneto Banca, propedeutico all’Ipo, inizierà l’8 giugno e si concluderà il 24 giugno. Lo comunica la banca che ha ottenuto l’approvazione della Consob al prospetto informativo sull’offerta e ammissione a quotazione con una forchetta di prezzo tra un minimo di 0,1 euro un massimo di 0,5 euro. L’aumento prevede prima un’offerta in opzione agli attuali azionisti e poi il collocamento presso investitori istituzionali italiani ed esteri per la parte inoptata che terminerà il 24 giugno. L’offerta in opzione prevede che, in base al range di prezzo, l’azionista avrà diritto a sottoscrivere, per ogni azione Veneto Banca detenuta, un numero di nuove azioni compreso tra 16 e 81. In caso di inoptato anche al termine del collocamento istituzionale le azioni saranno sottoscritte da Atlante che ha stipulato un accordo di sub-garanzia con il consorzio. L’efficacia sia della garanzia del consorzio guidato da Banca Imi che della sub-garanzia di Atlante è subordinata ad alcune condizioni tra cui il raggiungimento da parte di quest’ultima di una partecipazione nel capitale di Veneto banca post-aumento di almeno il 50,1%.

VENETO BANCA, EMOLUMENTI E GETTONI DI PRESENZA

Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi ieri sotto la Presidenza del Professor Stefano Ambrosini, ha assunto l’impegno di ridurre da subito il proprio attuale emolumento per un valore del 25%. La scelta, su base esclusivamente volontaria, è stata presa nonostante la delibera di conferma da parte dell’Assemblea dei Soci dei precedenti criteri di remunerazione. E’ stata inoltre stabilita dal Consiglio la rinuncia ai gettoni di presenza al Consiglio di Amministrazione e al Comitato Esecutivo. Il Consiglio ha poi deliberato di dare mandato alla struttura di studiare la costituzione di un “Fondo di Solidarietà” alle persone colpite dalla crisi di Veneto Banca a cui destinare i proventi di tale rinunce.