IO L’8 TUTTI I GIORNI

Un 8 marzo in cui non vinca la paura. Tante parole in libertà, spesso banali e di circostanza, in un ricorrenza che non dovrebbe avere una collocazione spazio-temporale in un giorno specifico del calendario. Dovrebbe essere l’8 marzo tutti i giorni, quando leggiamo la cronaca nazionale e ancora il maschio prepotente si permette di infliggere violenza su una donna che professa di amare, ma che costringe quotidianamente ad angherie e soprusi all’interno delle mura domestiche. Noi donne non abbiamo avuto sovente il coraggio di denunciare , di parlare e di condividere la nostra sofferenza. Il silenzio assenso è una pratica consolidata, retaggio di un’educazione ancestrale che ha insegnato alla donna a sopportare. Il momento della sopportazione è finito, oggi è possibile denunciare. Sono attivi in Italia, anche nel nostro Comune, gli sportelli anti-violenza, consultori ed associazioni a difesa e tutela del nostro diritto di essere donne. Un tentativo di esorcizzare la paura dell’uomo prevaricatore, che nel suo disagio di essere maschio e unico titolato a portare i pantaloni in casa, confonde la gelosia ed il senso del possesso per amore. L’amore è ben altro, specie l’amore per una donna, per la madre dei propri figli. Alzare le mani su una donna è un atto ignobile, di una fragilità e debolezza disarmanti, di una vigliaccheria e codardia senza confini. La frustrazione ed il senso di impotenza che si provano nei momenti successivi alla violenza domestica sono dei marchi a fuoco sulla pelle di chi ha scelto quel compagno di vita, così apparentemente tanto innamorato e ligio ai doveri famigliari. Da quel momento si ha anche paura di sostenere lo sguardo del proprio uomo, nel timore che trapeli la delusione e l’amarezza , ci si chiude in un silenzio assordante in una mente popolata di ombre e fantasmi che la notte turbano i pensieri di chi non riesce ad uscire da questo pozzo profondo e disperato, inghiottendo lacrime calde e silenziose. L’8 marzo non è la ricorrenza della “pizzata” in comitiva con spogliarello maschile incluso, peraltro sinceramente squallido e poco edificante. Non è la giornata delle mimose donate perché ormai è consuetudine fare così. Non è la giornata della scatola di cioccolatini che sanno di fiele. Auguro un 8 marzo di presa di coscienza, di assunzione di consapevolezza e responsabilità della propria vita da parte di chi ha dovuto convivere anche troppo a lungo con la violenza di genere. Una giornata della non paura, una giornata in cui amare prima di tutto noi stesse.

Gigliola Marinelli