GLI SCENARI DEL TRASPORTO FERROVIARIO REGIONALE

Sono oltre 29 mila i cittadini che tutti i giorni viaggiano sui 391km di linea ferroviaria che percorre le Marche con 175 corse giornaliere. Una utenza che ha visto, dal 2010 ad oggi, un taglio al servizio regionale ferroviario marchigiano del 2,2% su un’offerta già poco competitiva, con risorse regionali per servizio e materiale rotabile, tra il 2005 e il 2014, di 2,2euro per abitante all’anno. E’ stato presentato Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente sullo scenario del trasporto ferroviario pendolare, che ancora una volta traccia il quadro di una mobilità su rotaia che resta la Cenerentola nelle Marche per investimenti in infrastrutture e servizi. Dal 2003 al 2015, infatti, gli investimenti regionali per le infrastrutture sono andati per l’85% su strade e autostrade e per il restante 15% sui treni e binari, e anche con lo Sblocca Italia sono stati stanziati 120milioni di euro per il completamento della Quadrilatero. Mentre la domanda è fortemente aumentata, principalmente in alcune aree, visto il cambiamento che ha riguardato alcune aree metropolitane come quella costiera adriatica. Nonostante questi cambiamenti, la spesa della Regione Marche per il servizio pendolare ferroviario, nel 2014, è stata di 2,1milioni di euro per il servizio e di 1,25milioni per il materiale rotabile; complessivamente un investimento sul bilancio regionale dello 0,08%, una percentuale che colloca le Marche tra le ultime Regioni. “È ora di cambiare – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. L’investimento da parte della Regione Marche per l’acquisto di nuovi mezzi dedicati al trasporto pubblico è un primo passo che però da solo non basta. È necessario investire concretamente e in maniera decisa su una nuova mobilità per questo territorio che consideri le nuove esigenze dei cittadini, la nuova geografia che vede una forte presenza di abitanti e di interessi sulla linea adriatica, il forte inquinamento atmosferico che molte centraline hanno già rilevato dall’inizio dell’anno, e da qui partire per adeguare e potenziare il servizio di trasporto pubblico. Chiediamo alla Regione – conclude Legambiente – di avviare subito un tavolo di confronto sulla mobilità nelle Marche con il coinvolgimento di enti locali, di imprese di trasporto e di forze sociali, per dare gambe e corpo al protocollo d’intesa firmato a Roma tra Ministero dell’Ambiente, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e Anci per migliorare la qualità dell’aria, la vita dei cittadini e rendere il nostro territorio più forte e competitivo”. Resta una valida opportunità da perseguire l’idea della metropolitana leggera della Città Adriatica, ossia a un servizio di trasporto ferroviario con caratteristiche europee, che colleghi i 237 km, ed i 20 centri principali, con treni moderni a orari cadenzati, abbonamenti integrati e coincidenze con autobus locali, treni e pullman verso collegamenti interni e nazionali, ma anche il sistema di porti (commerciali e turistici) e aeroporti (Rimini, Ancona, Pescara). Investire e potenziare il servizio ha portato ottimi risultati come dimostra l’investimento fatto da Regione Marche e Provincia di Ascoli Piceno con fondi Fas sulla linea Ascoli-Porto d’Ascoli. I lavori di elettrificazione della linea, con 9,5 milioni di euro, e per l’eliminazione dei passaggi a livello sempre della stessa tratta, con 3,3 milioni di euro, hanno permesso un notevole miglioramento del servizio che è ha visto l’aumento dei viaggiatori. Il vecchio treno a gasolio, infatti, ha lasciato il posto ai treni elettrici garantendo un servizio più moderno, meno inquinante e più fruibile. Infatti, con i nuovi treni, il collegamento tra la linea interna e quella adriatica risulta immediato, senza alcun cambio di motore, con una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza e, quindi, un miglioramento complessivo del servizio. Resta ancora da risolvere il collegamento tra le Marche e il Lazio. La linea Orte-Foligno-Fabriano è infatti stata segnalata tra le 10 peggiori linee ferroviarie d’Italia. Su questa linea i pendolari aspettano da tanti anni che si dia seguito alle promesse di un potenziamento. Stiamo infatti parlando di un collegamento nazionale, tra Roma, l’Umbria e le Marche su cui sarebbero previsti investimenti in perenne ritardo e di cui beneficerebbe anche il servizio pendolare. Per ora la linea di 140 km continua ad avere molti tratti a binario unico, una media di velocità di 70 km/h, e i pendolari lamentano continui disagi a causa di guasti dei treni e criticità durante l’inverno per la pioggia, il gelo ed in alcuni casi persino a causa delle foglie che creano problemi di aderenza delle ruote del locomotore sulla rotaia. I lavori per il raddoppio dell’infrastruttura sono in ritardo ormai da anni.