NATALE DALLA PARTE DEI PIU’ DEBOLI

Toccare con mano la disperazione di chi è stata vittima della tratta, guardare gli occhi dei giovani rifugiati e intuirne la sofferenza per combattere l’indifferenza. Il vice capo della Polizia Matteo Piantedosi, al termine di un convegno sulla legalità che si è tenuto ad Ancona, ha incontrato le vittime della tratta accolte presso la comunità Papa Giovanni XXIII e i profughi ospitati dalle strutture dell’associazione Pace in Terra coordinate da don Aldo Buonaiuto, nella diocesi di Fabriano-Matelica. “I loro occhi colmi di riconoscenza – raccontano dalla comunità – hanno emozionato. Sono stati gli stessi migranti a dare il benvenuto ai visitatori con parole toccanti, quasi un inno alla bontà dell’Italia.” Il vicecapo della Polizia ha ringraziato don Aldo per l’opera instancabile che lui e tutta la comunità fa per gli ultimi, si è compiaciuto per la qualità dell’accoglienza offerta alle vittime e, insieme al Questore, ha ricordato la figura e l’opera del fondatore dell’associazione Papa Giovanni, don Oreste Benzi. Abbiamo incontrato don Aldo Buonaiuto. 

Che significato ha avuto questa visita?

Il segno di una collaborazione avviata da molti anni, dai tempi di don Oreste Benzi. Una cooperazione che la Comunità Papa Giovanni XXIII ha in tutta Italia, interagendo attivamente con il ministero dell’interno e con le forze dell’ordine per il recupero delle donne schiavizzate, ma non soltanto; collaborare affinché le persone più deboli possano essere recuperate e aiutate. È dunque il segnale di un’attenzione che va avanti in modo proficuo”.

Sei uno dei relatori a questi convegni che si svolgono in tutta Italia sul tema della legalità. Quanto è importante parlare di questo con i giovani?

“Un’importanza assoluta e fondamentale. Bisogna partire dai giovani, sono loro la speranza di una svolta radicale e impostata sulla Verità. Questo Paese va ricostruito proprio sui principi della legalità; in una nazione dove ormai la corruzione la troviamo a tutti i livelli, l’impegno costante deve essere rivolto proprio ai giovani per far capire loro i valori assoluti che sono stati traditi. La legalità è quindi uno dei pilastri di una società che sia realmente civile”.

Quali prospettive ci sono per questi centri di accoglienza? Quale futuro?

“Il futuro purtroppo si prospetta drammatico, per le tante richieste di aiuto. Sia dei nostri poveri, sia dai migranti. Non possiamo dimenticare infatti quanti italiani soffrono e chiedono aiuti di ogni genere, così come non possiamo ignorare il dramma di questo tsunami che viene dall’Africa e che sembra inarrestabile. In questo contesto, la solidarietà, la comprensione collegata alle responsabilità istituzionali, diventano sempre più fondamentali”.

m.a.