“CIAO, GIA’ MI MANCHI” IL RICORDO DEL FRATELLO

I medici del reparto di Rianimazione hanno fatto del tutto per salvargli la vita ma la corsa disperata all’Ospedale di Torrette non è servita. S.P. è deceduto. Il cuore del sedicenne di Fabriano ha smesso di battere ieri dopo tre giorni di coma. In queste ore le èquipe mediche di Ancona, Bergamo e Pavia si stanno preparando per il prelievo multiorgani e multitessuti. I genitori del ragazzo, infatti, hanno dato l’assenso alla donazione: è l’ultimo gesto d’amore che permetterà al giovane di continuare a vivere. C’è silenzio e disperazione nel corridoio del reparto di Rianimazione dove il giovane è arrivato martedì sera in condizioni gravissime a causa del politrauma che ha riportato su tutto il corpo. Parenti e amici non hanno mai lasciato soli i genitori – molto conosciuti in città, entrambi sono insegnanti molto apprezzati da alunni e colleghi – e il fratello maggiore di 19 anni sprofondati nel dolore. Sono stati proprio loro a dare l’allarme. Il ragazzino ha tentato di uccidersi senza lasciare nessun biglietto ai suoi cari per spiegare il perché. Tutto è accaduto in pochi minuti. E’ andato in bagno senza far pensare a nulla di male e da lì ha escogitato il suo piano. Ha scavalcato la finestra, è salito sul tetto di casa e si è lanciato nel vuoto facendo un volo di 7 metri. Sembra che all’origine del gesto estremo ci siano normali discussioni familiari legate alla scuola e ai problemi dell’adolescenza ma nulla aveva fatto presagire a un atto del genere. Una normale lite, segno dell’amore di due genitori verso i propri figli che doveva essere uno stimolo nel cammino di crescita. “Questo è il momento del silenzio – spiega un sacerdote di Fabriano che conosceva molto bene il sedicenne – e della preghiera per i nostri giovani che hanno sempre più bisogno degli adulti.” Ieri sera è stato proprio il fratello a salutarlo per l’ultima volta affidando il suo ricordo al suo profilo Facebook. “Non ho parole per descrivere quanto ti abbia voluto bene e quanto ancora te ne voglia! Sei stato il fratello che ho desiderato. Con te ho passato cinque bei anni che non scorderò mai. Mi mancheranno le risate fatte insieme, le partite a carte, a ping-pong, le sere a vedere i film, i piccoli litigi che abbiamo avuto. Mi mancherà quando mi chiamavi ‘Zizi’ per farmi arrabbiare, mi mancheranno i tuoi consigli, la tua vitalità. Sei stato e sarai per sempre un modello per me. Ti voglio tanto bene e mi manchi già tanto.” Sotto choc i parenti e gli amici che attendono il ritorno del giovane a casa per l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di quella frazione che lo ha tanto amato in questi anni e che non riuscirà a contenere tutti coloro che gli hanno voluto bene.

Marco Antonini