L’ARTE DI SALVATOR ROSA A FABRIANO

Fabriano è una città che ha avuto un passato illustre legato soprattutto alla carta, alla manifattura e al “fare”, ma è anche una città d’arte, importanti artisti soprattutto del secolo XIV e XV hanno lasciato testimonianze ed opere, qui è nato Gentile da Fabriano massimo esponente del gotico fiorito-cortese, dell’ altro Rinascimento. Il ’600 è altresì un secolo che si è dimostrato molto fiorente a livello artistico per la città: grandi nomi della storia dell’arte, uno su tutti Orazio Lomi, detto il  Gentileschi, ma anche Guercino ed altri illustri pittori provenienti soprattutto da Roma. Salvator Rosa è  stato uno dei più importanti artisti del XVII sec, nativo di Napoli, uno dei maggiori esponenti del barocco napoletano, divenne famoso per la sua geniale e realistica pittura rappresentativa di battaglie, paesaggi e scene di genere, ma anche di opere di contenuto morale  e religioso, dovute queste ultime soprattutto grazie alle frequenti commissioni in Roma. Artista a tutto tondo, mostrò notevoli doti non solo come raffinato pittore, ma anche come poeta e musicista, le sue Satire in terzine sono una brillante riflessione sulle arti. Se noi entriamo in Cattedrale, San Venanzio, ed osserviamo la cappella della Pietà, la prima  a destra denominata così per la riproduzione lignea della famosa Pietà di Michelangelo, notiamo che le pareti sono decorate da due splendide tele: la Gloria di San Nicola da Tolentino e il San Girolamo penitente, opere di notevole qualità riconducibili alla produzione giovanile dell’artista, durante il suo primo soggiorno romano intorno al 1639 circa. San Girolamo  viene qui rappresentato con le mani levate al cielo e parzialmente  coperto da drappo rosso, grande intensità e forte realismo del santo con l’immancabile leone. San Nicola invece, santo molto venerato nella nostra regione, è rappresentato come un semplice uomo del popolo con le gote arrossate ed i capelli arruffati,  sullo sfondo il paesaggio collinare con un borgo marchigiano arroccato, forse immaginato dall’artista allora residente  a Roma, visto che all’epoca non aveva intrapreso alcun viaggio nelle Marche. Nelle cornici delle due tele sono visibili in basso gli stemmi della famiglia Toccacieli a destra e della famiglia Sacchi. Nella parte superiore compaiono le api, simbolo della  casata nobiliare dei Barberini, in onore di papa Urbano VIII Barberini appunto, allora Papa regnante della Chiesa. Lustro e vanto della città conservare due tele di tale ricchezza,  ciò dimostra anche l’importanza dei committenti fabrianesi nel riuscire a commissionare opere ad artisti di tale calibro.

FF