L’INTERVISTA AL PRESIDENTE FONDAZIONE CARIFAC MARCO OTTAVIANI

Il 19 maggio scorso il dottor Marco Ottaviani è stato eletto dall’unanimità del Consiglio di amministrazione Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, dopo le dimissioni del dottor Guido Papiri presentate il 29 aprile. Abbiamo incontrato il Presidente per conoscere ed approfondire le nuove direttive riguardo l’ attività della Fondazione Carifac.

Dottor Ottaviani, la Fondazione Carifac rappresenta un’importante risorsa per la realizzazione e la promozione delle attività delle associazioni del nostro territorio, soprattutto in questo periodo di recessione economica. Quali saranno le linee guida della sua presidenza e le iniziative che intenderà valutare con maggior attenzione?
Il CdA ha già dettato lo scorso anno le linee guida strategiche di riorganizzazione della Fondazione. Proprio in ragione della scarsezza delle risorse economiche di questo periodo, ancora più grave per il nostro territorio, risulta oggi indispensabile passare da un sistema di microprogettualità ad un unico progetto di sistema. La preziosa energia che l’Associazionismo locale pone sul piatto deve trovare la disponibilità al confronto ed alla condivisione. Abbandonare l’autoreferenzialità per perseguire e condividere il bene comune. Nessuna iniziativa precostituita, bensì un tavolo con molte sedie che dovranno essere occupate da chi avrà desiderio di partecipare e sarà disposto a mettersi in gioco per la Comunità.

Il grande successo della mostra “Da Giotto a Gentile”, promossa dalla Fondazione Carifac e curata dal critico Vittorio Sgarbi, ha dimostrato che effettivamente le iniziative culturali possono rappresentare un importante volano per lo sviluppo economico e turistico di Fabriano e del comprensorio. Possiamo dare qualche anticipazione riguardo a progetti per iniziative similari?
Dobbiamo innanzitutto ringraziare il Dr. Papiri perché la mostra è stata una sua personale e felice intuizione. Sicuramente gli indicatori di esito che si erano posti a misurazione dell’evento hanno tutti raggiunto ottimi riscontri. Con la Mostra si è anche concretizzato il passaggio da una Fondazione erogatore passivo di risorse per terzi ad una Fondazione quale soggetto proattivo. La volontà del CdA è in questo precisa. Non possiamo e non dobbiamo cioè ridurre la Mostra a semplice evento ma considerarla un punto di partenza, il catalizzatore di una nuova pianificazione.E per evitare ciò abbiamo messo sul piatto la nostra disponibilità , anche economica, per condividere con le istituzioni, con le altre Fondazioni ed Associazioni del territorio nonché con la popolazione tutta, la realizzazione di una condivisa programmazione d’attività che possa strutturare un percorso, una catena di valore, sinergico.

Le sue prime dichiarazioni dopo l’elezione a presidente della Fondazione Carifac hanno avuto come filo conduttore le parole trasparenza, impegno, senso di comunità. Crede che Fabriano sia preparata a condividere e proporre tavoli istituzionali per sostenere progetti volti al rilancio di Fabriano?
C’è un termine inglese che sintetizza la mia visione della Fondazione: Accountability. Trasparenza, partecipazione, saper dare risposte e soprattutto rendere conto delle proprie azioni. Ciò necessita di azioni di miglioramento sia interne alla struttura che esterne. Ad esempio, già nel primo CdA d’insediamento, abbiamo deliberato l’adozione di procedure nell’ordinazione delle spese di gestione poiché più efficiente sarà la nostra conduzione interna, più risorse avremo da erogare. Così anche la valutazione ex post dei progetti finanziati e la rendicontazione delle spese effettivamente sostenute saranno parametri imprescindibili per le successive erogazioni. Trasparenza significa anche ridurre le asimmetrie di opportunità che esistono nel territorio; dobbiamo aprire di più la Fondazione verso l’esterno, comunicare le opportunità magari anche avvalendoci dello strumento del bando. Sulla disponibilità delle istituzioni e degli altri attori della Comunità staremo a vedere. Certo che gli Enti pubblici e le organizzazioni strutturate con modalità reticolari sul territorio, come le Associazioni di categoria o la stessa Made in Fabriano, saranno i nostri interlocutori principali.

La sua pluriennale esperienza di medico ospedaliero specialista in dermatologia lo avrà sicuramente messo in contatto giornalmente con le necessità del sistema sanitario. La Fondazione, attraverso la sua presidenza, interverrà anche in questo settore così difficile e continuamente bisognoso di sostegno anche economico?
La sanità è sempre stata inclusa nel gruppo dei settori rilevanti d’azione della Fondazione ed in questo resterà. La mia posizione pubblica di dipendente del sistema sanitario potrebbe però anche condizionare le scelte specifiche introducendo un eccesso di soggettività nel giudizio. Per tali ragioni la responsabilità della tematica troverà l’istituto della delega in un altro consigliere del CdA. Un assunto irrinunciabile: le nostre disponibilità non possono essere investite nella creazione di offerta sanitaria che non potrà essere poi strutturata definitivamente dall’Azienda Sanitaria e questo sia in termini di personale che di strumentazione. Supportare il perseguimento dell’eccellenza nelle prestazioni, anche e non in ultimo nel campo della ricerca scientifica, saranno le nuove direttrici in questo settore che vedranno non solo il Direttore dell’AV2 ma anche i Sindaci quali interlocutori. E’ necessario cioè rivedere il settore passando dalla sanità alla salute; poche sono le risorse oggi disponibili nell’ambito della prevenzione. Ecco, non nascondo anche un nostro interesse preciso nella promozione di studi epidemiologici che possano chiarire alcuni aspetti specifici del territorio.

La sua trascorsa attività politica, che lo ha visto presente in consiglio comunale come capogruppo del movimento da lei fondato Polo 3.0, sarà di ausilio per selezionare le attività di intervento della Fondazione nel nostro territorio?
Se un uomo crede nelle proprie idee, le persegue in ogni campo sia chiamato ad operare, dalla vita familiare a quella lavorativa pubblica o meno. L’esperienza nell’amministrazione comunale non nego che si sia rivelata un aiuto prezioso anche in termini di valutazione delle necessità del territorio. Ma la Fondazione è, e deve essere, e sarà al di sopra di ogni logica partitica. Per questo, ad esempio, chi ha rivestito cariche di amministrazione nella Fondazione non potrà eticamente candidarsi, nei due anni successivi al mandato, nelle competizioni elettorali. Fra poco saremo chiamati all’elezione di nuovi Soci per l’assemblea; non le nego che sarebbe interessante trovare nel nostro Ente una rappresentanza trasversale di chi attraverso l’azione politica si è distinto per capacità e competenza.

Gigliola Marinelli