CARITAS FABRIANO: ‘POVERI AUMENTATI DEL 60%’

La Caritas italiana è l’organismo della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere “la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica” (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale.“Ci impegniamo ad ascoltare chi ha bisogno di aiuto, analizziamo con attenzione le storie di tutti e cerchiamo di risolvere i problemi ovviamente legati alle situazioni di bisogno della nostra Diocesi.” Queste sono le parole del direttore Caritas della Diocesi Fabriano-Matelica Edomondo Ercolani che ricopre questo ruolo dal 1998. Orgoglioso del lavoro di tutti i volontari, Ercolani si vanta della presenza, in sede, di un Centro di Ascolto con un Osservatorio delle Povertà e Risorse, al quale, annualmente, si rivolgono circa 2.000 persone tra cui: famiglie italiane e straniere bisognose d’assistenza materiale (indumenti, calzature, medicinali, arredi, alloggio…) o professionale (assistenza presso il proprio nucleo ad anziani o familiari non autosufficienti, con handicap; badanti; domande e offerte di lavoro part-time o full-time); individui con problemi linguistici, formativi e sanitari (specialmente legati a dipendenze da alcol e da tabacco, in maniera sempre più crescente soprattutto dopo il terremoto del 1997). “Si tratta di un rapporto a tre momenti; l’ascolto, l’osservazione e infine la risposta che non sempre è economica, ma riguarda un sostegno morale, un aiuto prettamente umano. I volontari impegnati nell’ascolto sono persone preparate che prima di iniziare l’attività alla Caritas frequentano un corso di formazione di 72 ore offerte dalla Fondazione Zancan, Studi Caritas, dove imparano non solo a relazionarsi con tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, ma anche a rispettare la privacy di ogni persona lavorando con la massima riservatezza.” Sottolinea ancora Ercolani.

La Diocesi Fabriano-Matelica ha quattro centri Caritas: Fabriano, Sassoferrato, Cerreto, Matelica e 12 Caritas Parrocchiali collocate sempre in queste quattro città dal momento che il Comune di Genga è considerato accorpato a quello di Sassoferrato. Le Caritas Parrocchiali fungono da “primo soccorso” per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e che hanno come punto di riferimento la parrocchia più vicina. La povertà è un concetto molto ampio, non legato esclusivamente al denaro; esistono infatti vari tipi di povertà che si possono dividere in due gruppi: povertà assoluta e povertà relativa. Con povertà assoluta si allude a tutte quelle persone che si trovano sotto la soglia del limite e che necessitano di aiuti urgenti che riguardano i bisogni primari del mangiare, dell’abitazione, della cura della salute, dell’istruzione. Nel territorio della nostra Diocesi, i dati Caritas dimostrano che appartiene a questo tipo di povertà il 14% della popolazione. Con il termine povertà relativa si intende, invece, qualcosa di più complesso che include chi ha bisogno di una momentanea assistenza perché, ad esempio, non riesce a pagare una rata di affitto, bollette o qualche altro pagamento. Ma in questa forma di povertà si inserisce anche chi non riesce ad avere rapporti interpersonali e non si integra, rimanendo escluso socialmente. E’ considerata povertà relativa anche quella, dunque, che riguarda il rapporto che si crea tra le persone e le istituzioni: nasce là dove i servizi forniti da queste ultime sono di difficile accesso, inadeguati, carenti o del tutto assenti. E’ un tipo di povertà più subdola, perché meno appariscente. E’ conseguente all’impoverimento, al degrado sociale e alla perdita di identità. In molti casi questo tipo di povertà sfocia in seri problemi di depressione e al sottile stadio successivo legato all’uso di droghe, all’alcolismo, tabagismo e ad altre dipendenze. Sempre secondo una stima Caritas sono 4100 le persone considerate povere nella nostra Diocesi, ovvero circa 1050 famiglie. Quello che è seriamente preoccupante è il fatto che dal 2008 la povertà complessivamente, sempre nel nostro territorio, è aumentata del 60%. Se, nello specifico, si considerano invece le famiglie italiane possiamo affermare un notevole aumento che arriva al 25%. Per quanto riguarda gli immigrati, alcuni di quelli arrivati nel territorio gli scorsi anni sono rimasti e vivono stabili, altri, circa il 7%-8% se ne sono andati a causa della crisi. La crisi economica di questi ultimi anni ha portato ad un aumento del lavoro nero e a tutto ciò che esso comporta: guadagno non dichiarato per alcuni e lavoro rischioso per altri. Per colpa della crisi inoltre è diminuito il numero delle badanti: la famiglia dell’anziano preferisce risparmiare e accudire il proprio familiare senza l’aiuto di nessuno esterno e ovviamente in questo modo, tante donne speranzose di lavorare si ritrovano in serie difficoltà economiche. I 60 volontari Caritas e i 5 ragazzi del servizi civile, distribuiti nelle varie sedi, si impegnano per aiutare queste persone con la massima attenzione pastorale e pedagogica, anche se la situazione è complicata, come si può immaginare. Si ringraziano tutti i cittadini che danno importanti contribuiti più o meno ingenti a questo organismo che fa tanto per il territorio.

Aiutare il prossimo è alla base della cristianità, della nostra costituzione e delle nostre leggi che tutelano i diritti di tutti. Ogni città ha degli assessorati volti proprio all’integrazione, politiche comunitarie, pari opportunità, politiche sociali ed è giusto che chi è chiamato dai cittadini e pagato dallo Stato per svolgere queste funzioni si impegni al meglio nel lavoro, senza alcun tipo di scuse, e consideri di primaria importanza risolvere queste problemi. C’è bisogno di collaborazione con le varie associazioni esistenti che si occupano di povertà e di sostegno dei più deboli come anziani, portatori di handicap, disabili, dal momento che tutta la cittadinanza è costretta ingiustamente a pagarne le conseguenze. La Caritas della Diocesi Fabriano-Matelica ringrazia il Vescovo Giancarlo Vecerrica “Ogni progetto, ogni aiuto ai più bisognosi è spinto da un forte sentimento religioso e dal Vescovo. Lo spirito di carità che muove ogni nostra azione è espressione del Vescovo che ci incoraggia e ci sostiene da sempre” Dice Ercolani: “Il suo operato ci rende grati alla sua persona e alla sua Istituzione. Cogliamo, dunque, l’occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio per ringraziarlo profondamente”.

Francesca Agostinelli