WHIRLPOOL, SCIOPERI A FABRIANO. TRATTATIVA AL MISE

Si stanno svolgendo da stamani alle 8 a Fabriano gli scioperi articolati indetti da Fiom, Fim e Uilm negli stabilimenti Indesit di Albacina e Melano, a supporto della trattativa sul piano Whirlpool per l’Italia, che riprende in giornata al tavolo ministeriale. I lavoratori danno vita a presidi di due ore davanti alle portinerie delle fabbriche, contro la prospettiva di chiusura degli impianti di Albacina, Carinaro e None, e il piano da 1.350 esuberi presentato da Whirlpool.

Entra nel vivo oggi il confronto tra Whirlpool e sindacati al tavolo con il Governo; ed il ritmo con cui verrà portato avanti il confronto sarà fin dall’inizio serrato come voluto dal ministro dello Sviluppo, Federica Guidi: è già fissato un primo calendario con altre due riunioni la prossima settimana, martedì 5 e venerdì 8 maggio. Dal Governo un segnale di forte attenzione arriva anche dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Cercheremo di scongiurare in ogni modo la chiusura dello stabilimento di Caserta”, dice “fiducioso”; è “una vertenza complessa ma siamo di fronte ad un grande gruppo che ha scelto di restare in Italia ed investire”, e “tutte le parti hanno dichiarato disponibilità ad un confronto senza pregiudiziali”: il Governo – garantisce il ministro – guarderà il piano in “tutti gli elementi”, quelli “positivi su produzione e investimenti” e “quelli contraddittori sull’occupazione”. Il nodo della fabbrica di Carinaro (Caserta), destinata alla chiusura con 815 esuberi strutturali, è il punto più delicato del piano Whirlpool per la riorganizzazione della produzione in Italia integrando le fabbriche acquisite da Indesit. Chiude anche il centro ricerca di None (Torino), con 80 esuberi, mentre per il polo Indesit di Fabriano è prevista la chiusura ad Albacina per concentrare produzione e occupazione su un rilancio della vicina fabbrica di Melano. Sono 400 gli esuberi aggiuntivi rispetto ai piani di riassetto precedenti la cessione di Indesit a Whirlpool: il totale sale da 940 a 1350; e di questi solo 400 sono considerati non strutturali, quindi gestibili con strumenti di flessibilità da concordare con i sindacati nella prospettiva di un eventuale riassorbimento in futuro se lo consentiranno le condizioni di mercato. Intanto il gruppo americano ha accettato di far suo l’impegno, che era stato preso da Indesit con Governo e sindacati, a “non procedere a licenziamenti unilaterali sino alla fine del 2018”.

Proseguono le proteste degli operai, con due ore di sciopero e un sit-in a Napoli; mentre da Fabriano il vescovo Giancarlo Vecerrica si è rivolto direttamente al gruppo americano: “Amici che siete venuti a Fabriano per continuare un’opera, ascoltate il nostro grido, la paura dei nostri lavoratori, le preoccupazioni delle nostre famiglie. Non alimentate la cultura della scarto. Nel vostro futuro ci siamo anche noi, nessuno deve essere escluso: se un lavoratore perde il lavoro, perdiamo tutti”. La Cisl, dice la leader Anna Maria Furlan, “è pronta” al confronto su produttività e rilancio “ma – avverte – la salvaguardia di tutti i siti e di tutti i posti di lavoro deve essere la condizione su cui ci si muove tutti”. Da Whirlpool c’è la “disponibilità ad esplorare tutte le soluzioni e gli strumenti per minimizzare l’impatto sociale del piano”. Un impatto pesante. L’azienda non lo nega ma ha anche sottolineato più volte che, puntando investimenti per 500 milioni (sei volte di più del vecchio piano Indesit) quello messo in campo è in ogni caso un progetto di sviluppo, ed è “il migliore possibile”: prevede “una forte presenza industriale” aumentando i volumi (anche con il rientro di produzione dall’estero) e crea “il principale polo europeo per la ricerca e lo sviluppo del gruppo”. Ansa.