A GENGA LA STATUA DEL ‘SUO’ PAPA LEONE XII

GENGA – Per festeggiare i trenta anni dalla sua fondazione, il Rotary Club Altavallesina-GrotteFrasassi, in collaborazione con il comune di Genga, il Consorzio Frasassi, l’associazione gli amici del presepe vivente e la fondazione della Carifac, dona alla cittadinanza una statua di Papa Leone XII. Al secolo Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola Sermattei della Genga nato a Monticelli di Genga nel 1760, morto a Roma nel 1829. La statua, alta più di due metri, inaugurata dal sindaco Giuseppe Medardoni e dai vertici del distretto 2090 e del Club è un opera ideata e firmata Bruno d’Arcevia ed è stata posizionata all’entrata del sentiero che porta al santuario della Madonna di Frasassi. Il monumento verrà benedetto dal S.E il vescovo Giancarlo Vecerrica alle ore 17. Seguirà un concerto lirico di musica sacra e classica presso l’abbazia di San Vittore alle Chiuse alle 18.30 del mezzosoprano Antonella Zallocco accompagnata al piano e violino, dai maestri Saverio Santoni e Monica Mengoni.

Ma chi era il Papa della Genga?

Nato dal conte Flavio della Genga, e dalla contessa Maria Luisa Pariberti di Fabriano, Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola Sermattei è il sesto di dieci figli. Studia teologia ad Osimo e Roma dove è ordinato diacono nel 1783. Nove anni dopo, diventa segretario particolare di Pio VI ed è inviato a Lucerna in qualità di Nunzio Apostolico e poi in Germania in missioni diplomatiche presso varie corti e Napoleone. In seguito allo scioglimento dello Stato della Chiesa nel 1798, sarà considerato dai francesi alla stregua di un prigioniero di stato. Nel conclave del 1823 è eletto Papa e prende il nome di Leone XII. Frugale di natura ha un accorta amministrazione e riesce a ridurre le imposte, a realizzare importanti lavori pubblici e a stabilire che tutti i parroci dovevano percepire la stessa congrua. Nonostante l’importanza e l’originalità delle suddette iniziative, non migliora però le finanze. Leone XII non era amato dal popolo. Forse per la durezza con cui ha affrontato e represso la società segreta della Carboneria e i Massoni. Inoltre ha vietato la vendita d’alcolici nelle taverne, il valzer e ha ampliato il ghetto degli ebrei di Roma. Conservatore, ha proibito le società bibliche di stampo protestante e rivisto l’indice dei libri proibiti e tolto alcune opere di Galileo Galilei. Tuttavia è anche il Papa che ha riorganizzato il sistema scolastico e le Università che ha diviso in due classe. Alla prima appartenevano Roma e Bologna con 38 cattedre e alla seconda quelle di Ferrara, Perugia, Camerino, Macerata e Fermo con 17 cattedre. Quanto alle vaccinazione contro il vaiolo nessun documento ufficiale conferma che Leone XII le abbia vietato ma risulta invece che tolse l’obbligatorietà che pochi anni prima il conte Monaldo Leopardi, il padre del grande poeta Giacomo, il nostro “giovane favoloso”, aveva istituito.

Veronique Angeletti